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di Alessandro Iacuelli

Da domenica 11 a giovedì 15 novembre, presso la Nuova Fiera di Roma, si é tenuto il 20° Congresso Mondiale dell’Energia, al quale l'Italia si è presentata senza essere riuscita, nel corso degli ultimi 20 anni, a tenere una propria Conferenza Nazionale sull'argomento e priva di un Piano Energetico per il Paese successivo al 1987. Il Congresso, triennale, quest'anno ha avuto come tema "Il futuro dell'energia in un mondo interdipendente". All'inaugurazione era presente il Presidente del Consiglio Romano Prodi, che ha aperto il Congresso con un intervento telegrafico. La giornata di lunedì è iniziata con un discorso del Presidente della Commissione europea José Barroso ed è proseguita con l'intervento di Anne Lauvergeon, presidentessa di Areva, l’impresa francese a capitale pubblico leader mondiale nel nucleare. Nelle sessioni di discussione si è parlato molto di energia e ambiente. Soprattutto nella sessione pomeridiana è stato affrontato un tema delicato: quanto a lungo il petrolio rimarrà la fonte di energia principale, il ruolo delle fonti rinnovabili e dell'efficienza energetica. Per i prossimi giorni il programma prevede discussioni ed interventi ai quali parteciperanno presidenti di grandi società energetiche, ministri e altri global players. Il congresso è stato interamente dedicato a prefigurare i futuri scenari energetici globali. C'è da rilevare che, se attualmente l'intero pianeta basa il proprio approvvigionamento sulle fonti energetiche fossili, gran parte dei partecipanti è stato a Roma per garantire e far proseguire nel tempo questo tipo di approccio, assieme al rilancio del nucleare e, ovviamente, al massimo profitto a discapito di fonti rinnovabili, risparmio energetico, salute, ambiente ed equilibri geopolitici. Questo perchè hanno partecipato 100 Paesi - con i loro rappresentanti governativi - e 1450 aziende private del settore energetico, tra le quali primeggiano quelle petrolifere; presenti anche tutte le multinazionali dell’energia, le grandi imprese di stato e del sistema bancario-finanziario. La manifestazione ha visto tra i suoi sponsor principali EDF, che produce per il 74,5% energia nucleare, affiancata dall’ENEL, protagonista del lancio sul mercato di un inesistente carbone "pulito", e dall’ENI.

L'era dei combustibili fossili, che ha determinato l'attuale assetto dell'economia mondiale e dell'intera società, mostra ormai da decenni tutti i suoi limiti ed i suoi difetti, oltre ai disastri. Con la scoperta del petrolio, oltre un secolo fa, si scelse una via caratterizzata dall'esauribilità della fonte, da guerre per l'approvvigionamento, dall'inquinamento provocato dal voler basare lo sviluppo della società su un processo fisico irreversibile: la combustione. Oggi, con le alterazioni climatiche sempre più evidenti, si dovrebbe solo prendere atto di una situazione ormai insostenibile. Oltretutto, a fronte della scarsità di petrolio e gas, viene sempre più imposto, prima ancora che proposto, l'uso del carbone, con il suo carico inquinante e alterante del clima che supera addirittura quello dello stesso petrolio.

I protagonisti dell'incontro di Roma sono stati proprio coloro che hanno la responsabilità dell'attuale situazione. Non è un caso se la riunione riservata ai soli ministri tenutasi martedì, presieduta da Pier Luigi Bersani, ha visto allo stesso tavolo i ministri di USA, Cina, India, Federazione Russa, Unione Europea, Algeria e Qatar. Il Congresso non ha dato una svolta in direzione delle energie rinnovabili: già dai primi interventi è risultato evidente che si è trattato solo di una "passerella" da parte di chi intende mantenere un potere costruito sul petrolio, le altre energie fossili e il nucleare. Potere con il quale ci si assicura il controllo del Mondo, e si possono dichiarare guerre per conquistare altri pozzi con la giustificazione dell'esportare democrazia.

L'unica novità, se di novità si può parlare, per il nostro Paese è venuta dall'intervento di Alexander Medvedev, vice presidente della russa Gazprom, che ha dichiarato di puntare esplicitamente ad estendere la sua collaborazione con le aziende italiane. "Lo scorso anno abbiamo prorogato i contratti di fornitura per l'Italia fino al 2035", ha sottolineato Medvedev, ed ora Gazprom "intende estendere la sua collaborazione ad altre aziende italiane e punta a progetti congiunti con Edison e Terna".

Eppure, a differenza di 30 o 40 anni fa, le energie rinnovabili hanno fatto non pochi progressi. E' il caso dei biocarburanti, divenuto tra i più interessanti di recente, ma non è il solo. Concetti e sistemi tecnologici, come sistemi efficienti, riduzione e risparmio, mezzi per ottenere energia da fonti rinnovabili non inquinanti e disponibili ovunque come il sole, il vento e le maree, hanno fatto passi in avanti sul piano tecnico. Ma non permettono di creare lobby potenti, o almeno nessuno ha ancora inventato il modo per creare opportune lobby di potere.
A tale proposito, è stato esplicativo l'intervento di Johannes Teyssen, direttore operativo della tedesca E.ON, che durante il congresso ha spiegato come secondo lui le politiche energetiche siano in balia di miti e credenze popolari dannosi allo sviluppo degli affari, ed ha concluso dichiarando che "Il 70% dei tedeschi è convinto che l'energia solare possa salvare il mondo e questo è semplicemente impossibile".

La risposta del mondo industrializzato è ancora una volta un Congresso abbastanza vuoto di contenuti, visto che le decisioni, quelle vere, sono già state prese altrove, lontano dai riflettori e dalla stampa. Nonostante questo, un intervento non allineato al pensiero unico dominante c'è stato, nel corso del primo giorno. E' stato quello del patriarca di Costantinopoli, Bartolomeo, che ha dichiarato: "Siamo nel bel mezzo di una crisi energetica e non possiamo continuare a camminare sullo stesso sentiero che seguiamo oggi. Dobbiamo compiere quello che nella nostra tradizione teologica si chiama pentimento".

A precedere il Congresso, 10 novembre, si era tenuto sempre a Roma una “contro-conferenza” dal titolo "Accendi l'energia verde: Una conferenza alternativa al WEC", cui hanno partecipato fra gli altri i Ministri Alfonso Pecoraro Scanio ed Emma Bonino. Una protesta nei confronti del Congresso mondiale dove, secondo i Verdi, viene portata avanti l'idea che il carbone possa essere pulito e che il nucleare sia sicuro.