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di Michele Paris

Un’interessante proposta per combattere le violenze e gli abusi nei confronti degli animali è arrivata in questi giorni da un politico locale californiano. L’idea avanzata dal leader di maggioranza al Senato statale della California, il democratico Dean Florez, è quella di istituire un registro pubblico, consultabile in rete, di quanti siano stati protagonisti di maltrattamenti su animali. Secondo il progetto di legge, chiunque verrà condannato per questo genere di violenze sarà tenuto a registrarsi presso un ufficio di Polizia, fornendo una propria fotografia e i dati relativi alla residenza e al posto di lavoro. Il tutto finirà quindi su Internet, assieme alle informazioni sul tipo di crimine commesso.

Se attuata, la proposta del parlamentare democratico della California - presidente della Commissione Agricoltura al Senato statale e fondatore di uno speciale Comitato per la Protezione degli Animali - introdurrebbe per la prima volta negli USA un registro simile ad altri che lo stato americano più popoloso già utilizza per piromani e condannati per reati sessuali. Nonostante le resistenze mostrate da più parti per le possibili implicazioni relative alla privacy, il disegno di legge sembra raccogliere consensi bipartisan nell’Assemblea statale di Sacramento.

Stato tradizionalmente molto sensibile ai diritti degli animali, la California si è già distinta di recente per altre iniziative all’avanguardia. Qualche mese fa, ad esempio, è stata proibita l’amputazione della coda per le vacche da latte, una pratica impiegata per facilitare le operazioni di mungitura. Nel 2008, invece, un referendum popolare contestato dagli allevatori (Proposition 2) aveva fissato l’obbligatorietà di predisporre spazi dignitosi negli allevamenti di suini, galline e vitelli.

La nuova proposta di legge è stata redatta con l’aiuto del gruppo animalista californiano Animal Legal Defense Fund, i cui membri hanno sottolineato come il registro potrà essere utile anche per prevenire reati di altro genere. “È risaputo che esiste un legame tra chi esercita violenza sugli animali e chi si rende protagonista di altre forme di violenze”, ha spiegato il responsabile degli affari legali per l’organizzazione di stanza a Cotati, nei pressi di San Francisco. In questo modo, inoltre, sarà possibile rintracciare i responsabili degli abusi anche in caso di un loro trasferimento in un altro stato.

Iniziative di legge negli Stati Uniti per introdurre un registro simile erano in realtà già state provate, senza successo, nel recente passato in Colorado, Rhode Island e Tennessee. In quest’ultimo stato, nel 2008 il Senato locale aveva dato il via libera al provvedimento, che si è però successivamente arenato alla Camera bassa del parlamento statale. Un registro analogo, poi, risulta già esistente sul sito web Petabuse.org, dove è pubblicato un elenco parziale di persone coinvolte in violenze contro gli animali negli USA, in Canada, Gran Bretagna, Nuova Zelanda, Australia e Spagna.

In attesa di sviluppi in California, lo stesso Animal Legal Defense Fund ha lanciato intanto negli Stati Uniti un nuovo sito (ExposeAnimalAbusers.org) e una campagna per sensibilizzare l’opinione pubblica e spingere gli elettori a chiedere ai loro rappresentanti politici di introdurre anch’essi registri pubblici di questo genere nel resto del paese.

A dare il proprio sostegno al progetto è stata anche la Humane Society degli Stati Uniti (HSUS), cioè la più importante organizzazione animalista del mondo, la quale ha tuttavia messo in guardia dall’impopolarità del metodo di finanziamento previsto, soprattutto in tempi di crisi economica. Per coprire le spese del registro, sarà infatti applicata una piccola tassa sul cibo per animali, un’idea già fortemente contrastata dalle aziende del settore e dagli stessi politici repubblicani, tradizionalmente riluttanti ad appoggiare aumenti di tasse, soprattutto in campagna elettorale.

Per il promotore del registro, il democratico Dean Florez, il costo dell’operazione non dovrebbe però superare il milione di dollari e i voti per la sua approvazione sembrano già assicurati. Per gli animalisti californiani, in ogni caso, si tratta di una scelta di civiltà ed un’iniziativa indispensabile per valutare i rischi per la società di cui sono portatori gli individui che si macchiano di crimini ai danni degli animali.