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di Alberto Mazzoni

Quando il dito indica lo tsunami i conservatori tentano di spezzare il dito. Il procuratore generale della Virginia ha ordinato che l’università dello stato consegni entro il 26 luglio tutti i documenti, i software, i dati e le mail prodotte dal 1999 da Michael Mann - uno dei più grandi climatologi mondiali. Se queste prove non risulteranno convincenti al procuratore, Mann sarà accusato di frode per aver truffato i soldi dei finanziamenti che gli sono stati concessi negli scorsi anni.

Il procuratore della Virginia, Cuccinelli, ha tutte le credenziali per affrontare l’argomento, dato che dall’inizio dell’anno si è già occupato tanto di ambiente - opponendosi alle misure di limitazione dell’effetto serra dell’ente di protezione ambientale americano - quanto di università, opponendosi alle misure anti-omofobia prese all’interno dei campus del suo stato.

Mann, d’altro canto, è solo un paleo climatologo. I suoi risultati sono stati valutati dalla comunità scientifica per anni e quindi pubblicati sulle riviste più importanti, da Science a Nature. Il suo studio più famoso è quello che ha condotto a determinare che il decennio più caldo degli ultimi mille anni è stato l’ultimo. Il grafico delle temperature è visibile su http://en.wikipedia.org/wiki/File:Hockey_stick_chart_ipcc_large.jpg

Mentre la temperatura degli anni recenti è data dalle registrazioni, per il passato la temperatura è stata ricostruita con metodi geologici (con una certa area d’incertezza). E’ importante sottolineare che per il periodo in cui sono disponibili sia le ricostruzioni geologiche quanto le temperature registrate esse coincidono; quindi i metodi di ricostruzione sono affidabili.

Qual’é il risultato dell’analisi? Dal 1000 al 1900 la temperatura è stata sostanzialmente stabile e, da allora, è cresciuta stabilmente. Il grafico è così famoso da essersi meritato un nome: “Hockey stick” (mazza da hockey) proprio a causa della sua forma. Adesso ci troviamo mezzo grado sopra a 30 anni fa e quasi un grado sopra alla temperatura “standard” della terra. Cos’ è che è iniziato nel 1900 e ha causato il riscaldamento globale? Il jazz? O forse il modello di sviluppo industriale e consumo intensivo delle risorse?

Michael Mann non viene attaccato solo per le sue ricerche, ma soprattutto per quanto sono facilmente comprensibili. La scienza che si reclude nelle discussioni per specialisti non fa paura a nessuno, quella che aiuta veramente a comprendere la situazione sì. Per questo deve essere combattuta da esaltati come Cuccinelli che, non scordiamocelo, sono i meri esecutori dei desideri di quanti da questa situazione traggono profitto, perché hanno investimenti nel petrolio, nelle automobili, nella dislocazione della produzione che necessita lo spostamento continuo di merci, o hanno interesse che gli equilibri politici tra nazioni rimangano determinati dal petrolio.

La scienza deve essere posta continuamente a controllo, sia chiaro, e il metodo è la discussione continua: si presentano i propri risultati, che vengono giudicati, replicati, affinati o smentiti in nuove ricerche. I metodi stessi della discussione sono oggetto di un continuo dibattito.

Procedendo con le ricerche e le conferme si giunge a una convergenza su alcuni punti: la terra gira attorno al sole, la velocità della luce è circa 300.000 km al secondo, il DNA trasmette l’informazione genetica e la terra si sta scaldando a causa dell’attività umana. I risultati di Mann, ad esempio, negli anni successivi sono stati resi più accurati, non smentiti.  I mandanti di Cuccinelli non si vogliono però inserire nella discussione, la vogliono silenziare.

Può sembrare suicida sul lungo termine negare il riscaldamento globale. Ma non scordiamoci che quello in cui viviamo è un capitalismo cieco, senza idea di futuro diversa dalle scommesse sulle fluttuazioni del valore. E non scordiamoci che, come ha mostrato Katrina, quando gli uragani arriveranno ci saranno quelli che rimarranno indietro senza macchina e quelli che scapperanno con l’elicottero, a bordo del quale inizieranno già a pensare agli investimenti per la ricostruzione.