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di Alessandro Iacuelli

Stavolta a quanto pare non ci saranno proroghe o ulteriori ritardi. Dal primo giugno parte a pieno regime il Sistri, il sistema elettronico di controllo che consente la tracciabilità dei rifiuti speciali su tutto il territorio nazionale e di quelli solidi urbani nella regione Campania. Non ancora operativo a pieno titolo, soprattutto a causa dei freni posti dal mondo industriale, non si sa ancora se sarà, come promette il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo, "una rivoluzione di legalità e di efficienza nel settore dei rifiuti, uno strumento serio ed efficace per contrastare le ecomafie, una sfida che il Governo ha lanciato a chi ha massacrato il territorio, soprattutto in Campania e al Sud facendolo diventare una immensa discarica di veleni".

Di sicuro, è un passo in avanti, visto che in realtà la cattiva gestione, soprattutto illecita, dei rifiuti speciali ha massacrato oltre mezza Italia. Non è la soluzione, ma è almeno un possibile giro di vite, l'occasione di un’inversione di rotta che promette maggiore trasparenza e controllo della movimentazione dei rifiuti, con la possibilità di monitorare tutti i dati in tempo reale.

Non è solo con il Sistri che si può affrontare il problema: prima di tutto occorre conoscerlo e studiarlo. Invece in Italia le ultime informazioni complete relative ai rifiuti speciali al 2006, e stiamo ancora attendendo dati più recenti. Anche su questo il Sistri, sostituendo l'attuale sistema cartaceo ed informatizzando tutti i processi di conteggio, potrebbe assicurare, se funzionerà, i dati in tempo reale.

Per ora sappiano che la quantità di rifiuti speciali prodotta in Italia nel 2006 è stata di 134,7 milioni di tonnellate. Di questi, 125,5 milioni di tonnellate erano rifiuti speciali non pericolosi e 9,2 milioni di tonnellate rifiuti speciali pericolosi. Il sistema Sistri prevede un dispositivo elettronico Usb per accedere al sistema, trasmettere i dati e memorizzare informazioni. In pratica, una "scatola nera" da installare su ciascun veicolo che trasporta rifiuti speciali e che ha la funzione di monitorare il percorso del carico dal produttore al centro di smaltimento; infine, apparecchiature di videosorveglianza negli impianti di discarica, di incenerimento e di coincenerimento per controllare l'ingresso e l'uscita degli automezzi.

Dal prossimo primo giugno quindi l'iscrizione al Sistri diventerà obbligatoria per tutti i produttori di rifiuti speciali. Il ministero spiega che la consegna dei dispositivi è ormai quasi ultimata: al 28 febbraio sono stati distribuiti 476.150 dispositivi Usb alle imprese, sono state consegnate 85.985 black box di cui 58.674 risultano già installate sui veicoli per il trasporto rifiuti. Sono stati selezionati oltre 500 impianti e discariche di smaltimento rifiuti su cui installare le apparecchiature di video sorveglianza e su 402 impianti il sistema è già attivo.

Il Sistri dovrebbe comportare anche un risparmio significativo per le aziende. Il ministero della Pubblica amministrazione e dell'Innovazione ha valutato nel "Primo rapporto 2007-2008: misurazione e riduzione onere amministrativi" una spesa di 671 milioni di euro a carico delle imprese piccole e medie (quelle fino a 249 addetti) per la predisposizione del sistema cartaceo ambientale e un costo medio che varia da 1.183 euro l'anno per le imprese da 5 a 249 addetti a 464 euro l'anno per le imprese da uno a 4 addetti. Il Sistri ha ridotto questi costi abbattendoli dal 50% all'80 per cento.

Il sistema funziona in modo apparentemente semplice. L'azienda che produce rifiuti speciali inserisce in rete i dati sul tipo e la quantità di rifiuti da smaltire. La società di trasporto prescelta indica i mezzi utilizzati, le generalità degli autisti e il percorso. Le aziende di stoccaggio e smaltimento infine forniscono i dati relativi alla immondizia ricevuta. In tal modo, tutta la filiera dei rifiuti speciali dovrebbe essere controllata. Il sistema, poi, segnala automaticamente ogni sosta particolare o deviazione dal percorso dei camion che trasportano rifiuti.

Secondo l'ultimo rapporto di Legambiente sulle ecomafie, in Italia il giro d'affari legato alla gestione criminale dell'ambiente è di circa 20 miliardi di euro. Nel 2009, dice il rapporto, sono cresciute di oltre il 33%, a 5.217, le infrazioni accertate relative allo smaltimento dei rifiuti. All'aprile 2010, poi erano 151 le inchieste in corso su traffici illeciti di rifiuti, coinvolgendo oltre 600 inchieste.

A metà maggio però si svolgerà la prima udienza davanti al Tar del Lazio per discutere il ricorso presentato da una serie di aziende che contestano l'assegnazione del Sistri alla Selex senza gara d'appalto. E dunque il Sistri rischia di essere bloccato ancora prima del suo avvio ufficiale. L'assegnazione del lavoro era avvenuta sotto segreto di Stato e sotto il diretto controllo dell'Arma dei Carabinieri. Procedura alquanto strana.

"La procedura segreta doveva scongiurare il fatto che eventuali imprese criminali interessate potessero partecipare", ha dichiarato tempo fa il ministro, difendendo la scelta operata dal precedente governo di centrosinistra di Romano Prodi, a cui si deve il progetto. Prestigiacomo ha reso noto che il ministero ha già trasmesso i dati secretati al Tar, e ha annunciato di aver chiesto alla presidenza del Consiglio di desecretare gli atti relativi al Sistri "per eliminare qualsiasi dubbio".

Non mancano, sull'altro fronte, le "resistenze" da parte delle aziende, soprattutto di trasporto, a essere controllate. A nessuno fa piacere essere sorvegliato 24 ore al giorni, ma i rifiuti pericolosi sono un problema di tutti, un problema nazionale. Le operazioni e i trasporti vengono monitorati da una sala controllo presso la Selex a Roma e dai carabinieri. Inoltre, secondo quanto riferito da un dirigente del Ministero, presto i dati saranno disponibili per tutte le forze di polizia.

Tramonta l'era della documentazione cartacea. Tutti i produttori di rifiuti speciali, pericolosi e non, con più di dieci dipendenti, le imprese e gli enti che effettuano operazioni di recupero e smaltimento di rifiuti speciali dovranno presentare il modello unico di dichiarazione dei rifiuti prodotti e/o smaltiti nel 2010, il vecchio documento cartaceo in pratica, entro il prossimo 30 aprile.

Soddisfatto il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, che ha parlato di rivoluzione nella gestione dei rifiuti avvisando tutte le imprese che producono rifiuti speciali, per le quali l'adesione al sistema sarà obbligatoria: "Non ci saranno più sconti per nessuno e non saranno concesse proproghe". Staremo a vedere, augurandoci che stavolta si faccia sul serio.