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di Emanuela Pessina

BERLINO. Nuovi sconcertanti sviluppi nella vicenda di Stuttgart 21, la mega infrastruttura che dovrebbe andare a sostituire la vecchia stazione di Stoccarda, nel Land del Baden-Wuerttember (Germania del Sud). A tre settimane dal referendum che dovrà decidere definitivamente delle sorti del progetto, la stampa tedesca rivela i costi reali previsti per la realizzazione del gigantesco nodo ferroviario, in realtà molto più alti di quelli resi pubblici nel 2009. E i cittadini, che più e più volte hanno espresso il loro dissenso per uno spreco considerato eccessivo e superfluo tanto dal punto di vista economico quanto ambientale, non possono che interpretare la taciuta verità come un ulteriore schiaffo morale da parte dell’allora governo regionale cristianodemocratico.

L’informazione proviene da un conto spese redatto nell’autunno 2009 da funzionari regionali del Baden- Wuerttemberg, oltre che da annotazioni molto dettagliate dell’allora ministero regionale degli Interni. Secondo lo scritto, per Stuttgart 21 è prevista una spesa tra i 5  e i 6,5 miliardi di euro: è quest’ultima cifra ad essere comunque considerata la più probabile. L’allora governatore cristianodemocratico, Guenther Oettinger, si è poi riservato dei nuovi calcoli, ammettendo che già le cifre in questione potevano essere “comunicate con difficoltà all’opinione pubblica”. Cui, in effetti, è stato raccontato tutt’altro.

Perché agli occhi della dieta regionale e dei cittadini del Baden-Wuerttember, il governo cristianodemocratico di Oettinger si era accordato con il gruppo ferroviario tedesco Deutsche Bahn per una spesa massima di 4,5 miliardi di euro. Una reticenza che difficilmente può apparire accidentale, soprattutto in considerazione degli avvenimenti politici che hanno segnato la Germania degli ultimi mesi. La nuova infrastruttura Stuttgart 21, dal nome tedesco della città di Stoccarda, non è mai piaciuta ai cittadini, che protestano regolarmente ormai da quasi due anni, e nella regione del Baden-Wuerttemberg a marzo ci sono state le elezioni: in tempi di campagna elettorale, si sa, è meglio tacere le questioni più spinose.

E gli esiti delle regionali sembravano aver dato voce proprio alle manifestazioni degli oppositori di Stuttgart 21: il governatore cristianodemocratico Stefan Mappus (CDU), resosi impopolare proprio come accanito sostenitore del progetto, ne è uscito sconfitto. Il successo indiscusso è andato ai Verdi e al candidato ambientalista Winfried Kretschmann, ora governatore del Land.

Essendo i Verdi tra i maggiori organizzatori delle proteste, l’elezione di Kretschmann è stata festeggiata come la fine di ogni dibattito, ma i fatti si sono sviluppati in maniera differente. In coalizione con i Socialdemocratici (SPD), i Verdi hanno deciso di indire un referendum, fissato fra tre settimane.

Referendum significherà pure democrazia, ma la mossa del nuovo governo di Kretschmann è stata interpretata come un tradimento dei propositi iniziali. All’opposizione, i Verdi erano contro il progetto a priori e senza compromessi, ora sono al potere per chiedere ai cittadini la loro opinione.

La vittoria degli oppositori non è sicura e il referendum, più che una scelta di alta democrazia, sembra una mezza scelta per appianare i dissensi, o forse per trasformarli in consensi utili a legittimare una eventuale approvazione. Sostenuto fin dall’inizio da cristianodemocratici e liberali, alla luce dei vantaggi nei collegamenti a lunga percorrenza, il progetto dovrebbe regalare alla capitale dello stato federato del Baden-Wuerttemberg una maggiore visibilità a livello europeo, oltre che un volto più moderno.

La tradizionale stazione esterna dovrebbe essere sostituita da un moderno tunnel sotterraneo lungo diversi chilometri e la nuova infrastruttura, tappa fondamentale nel più ampio collegamento Parigi- Bratislava, farebbe guadagnare sulla tratta circa 15 minuti. Che questo risultato giustifichi l’investimento di svariati miliardi di euro, rimane tutto da valutare. I cittadini, da parte loro, preferirebbero un rinnovamento delle comunicazioni metropolitane dell’hinterland di Stoccarda, giudicati insufficienti. L’unico vantaggio certo sono gli interessi della lobby degli investitori: che, a quanto pare, non hanno partito.