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di Alessandro Iacuelli

Che Napoli abbia il primato dello smaltimento illecito di rifiuti speciali, non è affatto una novità. Analogamente, non è una novità che nel settore dei reati ambientali la Procura di Napoli sia tra le più attive d'Italia, con centinaia di avvisi di garanzia l'anno. Forse la novità sta nel fatto che l'ultimo avviso di garanzia emesso vede come destinatario Mario Scaramella, l'ex consulente della commissione Mitrokin che sta dominando la cronaca di questi giorni per l'affare Litvinenko, attualmente ricoverato in ospedale a Londra in quanto contaminato da Polonio 210. L'inchiesta della sezione ambiente della Procura di Napoli, affidata al PM Giuseppe Noviello, è partita alla fine della scorsa estate e riguarda una serie di illeciti commessi nello smaltimento dei rifiuti nell’area del Parco Nazionale del Vesuvio. Durante le indagini è venuta alla luce una serie di sversamenti abusivi di rifiuti speciali, derivanti da abbattimenti di edifici, in piena area protetta del Parco Nazionale. L'ex consulente della Commissione parlamentare era stato tra l'altro consulente dell'ente Parco nazionale del Vesuvio, in qualità di esperto di sicurezza ambientale, proprio in materia di abbattimento degli edifici abusvi costruiti all'interno del parco. Proprio da questo filone dell'inchiesta, è emersa la necessità prima della perquisizione, poi del sequestro, ordinato con provvedimento d'urgenza, per reati ambientali, della sede della Ecpp, "Environmental Crime Protection Program", in via Foria 178 a Napoli, società di cui Scaramella è titolare. La “Ecpp” è anche la società che, per conto dell'Ente Parco Nazionale del Vesuvio, si è occupata di abbattimenti di immobili abusivi in zone protette dal punto di vista ambientale.

Le perquisizioni, oltre quella dell'abitazione-ufficio di via Foria, hanno riguardato anche tre sedi di aziende a Torre del Greco, Marigliano e San Sebastiano al Vesuvio, delle quali Scaramella è titolare o socio. La tesi della Procura napoletana è che Scaramella avrebbe gestito in maniera illecita le macerie ed i detriti risultanti dagli abbattimenti, avendo affidato lo smaltimento dei rifiuti speciali a società non titolate per compiere l’operazione. Rifiuti finiti poi in una discarica abusiva all'interno dello stesso Parco Nazionale. Da parte degli inquirenti c'è massimo riserbo circa i nomi delle aziende alle quali sono stati affidati tali rifiuti.

Scavando nel recente passato, non è la prima volta che Scaramella viene alla ribalta per motivi legati ai rifiuti nel napoletano. Nel 2004, proprio quando lavorava per l'Ente Parco del Vesuvio, con l'incarico specifico di sovrintendere alla demolizione delle case abusive, durante un sopralluogo nei dintorni di Ercolano, dove era stata abbattuta la villa di un boss locale, si ritrovò nel bel mezzo di una sparatoria.
Stando alla ricostruzione dei fatti, sembra che Scaramella non fosse lì per dare un'occhiata alle macerie: voleva perlustrare la zona, con un collega e due agenti di polizia penitenziaria, per scovare una fantomatica antenna trasmittente collegata ad altrettanti fantomatici venti missili nucleari depositati nel golfo partenopeo. Solo che nella villa demolita era custodito un piccolo arsenale della camorra. Ne scaturì una sparatoria con alcuni uomini inviati dai boss e uno dei malviventi rimase ferito.

Poi, negli anni successivi, Scaramella ha più volte tirato fuori la storia dell'antenna trasmittente nascosta sul Vesuvio, oramai divenuta una vera e propria leggenda metropolitana, a Napoli. Così come è leggenda metropolitana la presenza di missili nucleari lasciati dai russi sul fondale del golfo di Napoli oltre 30 anni fa. Nel frattempo il consulente sarebbe indagato per traffico d'armi e per violazione del segreto d'ufficio dalla procura di Roma.
Per quanto riguarda il traffico d'armi, gli accertamenti della magistratura romana hanno preso il via in seguito ad una trasmissione di atti da parte della procura di Napoli, la quale aveva ricevuto l'incartamento dall'ufficio giudiziario di Teramo nel quadro di un'indagine partita, proprio su segnalazione di Scaramella, dal ritrovamento di alcuni lanciarazzi di tipo RPG, arma antiveicolo di fabbricazione russa. I magistrati partenopei, investiti della questione per verificare se l'autore della segnalazione potesse essere coinvolto nel traffico d'armi, hanno trasmesso il fascicolo ai colleghi romani per competenza territoriale in quanto Scaramella figura nei ruoli della magistratura onoraria del distretto di Napoli. Distretto nel quale ricade la Procura che ora lo indaga.

Mentre il quotidiano La Repubblica rende note alcune intercettazioni telefoniche, tra le quali una tra Scaramella e il procuratore Agostino Cordova, il capogruppo dell'Ulivo nella commissione bicamerale d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti, Egidio Banti, non esita a dichiarare “che dietro personaggi dal profilo equivoco come Scaramella ci fosse anche un possibile traffico dei rifiuti non deve stupire". Infatti non stupisce affatto.