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Leonardo Capuano insieme con Alessandro Bay Rossi, Barbara Chicchiarelli, Fabrizio Croci, Andrea Sorrentino e Giuliana Vigogna, sono i protagonisti de Il libro di Giobbe. Un interessante lavoro, in scena al teatro Secci di Terni, che propone un viaggio insolito, ispirato proprio al famoso testo biblico.

 

 

A firmare la regia, Pietro Babina, che possiamo dire sia uno dei registi italiani più aderenti al contemporaneo, attento a una ricerca sui linguaggi emergenti prodotti dalle nuove tecnologie in relazione alla drammaturgia, alla messa in scena e ai fondamenti teatrali.

 

“Giobbe, o meglio la sua interrogazione – scrive il regista – evoca ogni domanda sul senso dell’esistere, sia che si creda o non si creda nell’esistenza di Dio”.

 

Ci si interroga sull'esistente, appunto, ripercorrendo la storia di Giobbe, momento di ispirazione per un racconto contemporaneo, vicino alla realtà odierna, densa di rimandi metafisici. Lo spettatore si trova di fronte a una indagine sulle ragioni del male, sul valore del bene, sull’esistenza di una dimensione magica, sulle relazioni fra ingiustizia e giustizia, potere e libertà.

 

Giobbe in realtà è più vicino di quanto possiamo immaginare, probabilmente il suo tormento è anche quello dell'uomo contemporaneo, sempre più scisso tra esistenze contrastanti e stati d'animo duali.