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di Laura Bruzzaniti

La finanziaria 2008 in una parola? Deludente. Questo il giudizio sintetico di Sbilanciamoci!, la campagna che raccoglie quarantasette organizzazioni della società civile impegnate a promuovere un’economia giusta. Il giudizio è affidato ad un documento di sessantacinque pagine presentato a Roma e che, dopo l’esame punto per punto dei provvedimenti della finanziaria, descrive la “Controfinanziaria” 2008, cioé la finanziaria che poteva essere e non è stata. La manovra del governo è deludente, dice Sbilanciamoci!, perché legata ad un vecchio modello di sviluppo e perché incapace di progettare futuro. Ancora più deludente perché questa volta, a differenza degli anni scorsi, le condizioni per una finanziaria diversa c’erano – risanamento, crescita dell’economia, maggiori entrate fiscali - e invece non si è colta l’occasione per affrontare in modo incisivo i problemi sociali e ambientali del Paese. Certo, qualcosa di buono in finanziaria c’è. Tanto per cominciare non si tagliano risorse agli enti locali, alla sanità e alle politiche sociali e questo già è un segnale importante. Poi ci sono alcuni provvedimenti che vanno nella giusta direzione: le misure per la casa per esempio (programma straordinario di edilizia residenziale, agevolazioni fiscali fino a 300 euro per gli affitti per redditi fino a 15.000 euro) e poi le risorse per i redditi bassi, le agevolazioni per le energie rinnovabili, i fondi per la cooperazione allo sviluppo. Il problema, però, è che si tratta in buona parte di misure limitate, piccoli segnali e una tantum che fanno della finanziaria una creatura timida e poco coraggiosa, priva di un disegno organico. Insomma, si poteva fare di più e fare meglio. Sulla casa per esempio, si poteva pensare a contrastare il mercato nero degli affitti, stabilendo aliquote ICI più alte su seconde e terze case non affittate. Sull’ambiente, ben vengano gli interventi sull’efficienza energetica nelle abitazioni e nei trasporti, ma poi ci si dimentica di finanziare il Fondo per l’attuazione del protocollo di Kyoto. Su scuola e università, bene le risorse in più per assunzioni, sicurezza e funzionamento ordinario, ma mancano i fondi per l’offerta formativa e quelli stanziati per il diritto allo studio sono insufficienti.

Particolarmente forte, poi, la critica alle spese militari, che aumentano di oltre l’11% rispetto all’anno scorso, checché ne dica il Ministero della Difesa. In effetti, per rendersi conto dell’aumento bisogna studiarsela bene questa finanziaria, che “ fa il gioco delle tre carte” per confondere le idee e nasconde le spese militari sotto altri capitoli di spesa. Lo stanziamento complessivo per la funzione Difesa (spese per esercito mariana e aeronautica) è di oltre 15.000 milioni di euro, 775 milioni in più rispetto allo scorso anno. Un quarto di questa cifra è dedicato all’ “investimento”, che è un termine neutro per indicare la spesa per le armi. “Non si hanno i soldi per carburante e pezzi di ricambio – accusa Sbilanciamoci! - ma ci si imbarca in progetti faraonici con ambizioni di superpotenza”: 1.390 milioni di Euro per la portaerei Cavour, circa 18 miliardi di euro entro il 2015 per il programma “Eurofighter 2000” che sviluppa veivoli per la difesa aerea (già criticato dalla Corte dei conti) e ancora, 158 milioni di dollari da qui al 2011 - più altri 745 milioni spalmati nei prossimi 40anni - per 131 aerei da combattimento “Joint Strike Fighter”, che viaggiano alla velocità del suono (ma chi dobbiamo andare a bombardare?). Sul fronte spese per il personale, se è vero che la finanziaria comincia ad affrontare il problema della magistratura militare ormai inutile, lascia però insoluto quello dei 40.000 marescialli in eccesso. A quanto pare, ci sono più comandanti che comandati nelle file delle forze armate italiane.

Niente aerei da combattimento e marescialli in soprannumero nella "Controfinanziaria 2008". Un bel risparmio. Ma di suggerimenti per risparmiare, la manovra di Sbilanciamoci! ne ha ancora molti altri: intanto via i 30 milioni di euro stanziati per il prossimo G8 a La Maddalena, che dopo Genova non è neanche il caso e che sarebbe meglio usare per finanziare eventi dell’altra economia e progetti nei Paesi in via di sviluppo; via Windows dai computer degli uffici pubblici, sostituito da software “open source” libero e gratuito, con un risparmio di circa 2 miliardi l’anno; via i finanziamenti alle scuole e alle cliniche private; tagli sui costi della politica grazie al “modello Zapatero” per i parlamentari e al “modello Sarkozy per i ministri”.

Il primo propone di portare il costo medio dei parlamentari italiani (1 milione e 531 mila euro) allo stesso livello di quello dei parlamentari spagnoli (257.000 euro), mentre il modello francese prevede di dimezzare il numero di ministri e sottosegretari e di pagarli quanto Sarkozy: circa 6 mila euro al mese. I risparmi realizzati grazie alle due misure ammonterebbero a circa 1 miliardo e 60 milioni di Euro. Un altro miliardo verrebbe risparmiato eliminando le Province.

Risparmi che nella “Controfinanziaria” vengono utilizzati per misure diverse, che vanno dalle politiche abitative, agli incentivi all’agricoltura biologica e ai GAS ( gruppi di acquisto solidale), dal piano straordinario per la costruzione di 3.000 asili, al credito di imposta di 4.000 euro per lavoratore alle imprese che trasformano i contratti a progetto in assunzioni a tempo determinato, all’aumento del 30% degli assegni familiari per le famiglie povere, all’indennità di disoccupazione per sei mesi per i lavoratori precari. E molto altro.

Ma dove le prenderebbe le risorse questa “Controfinanziaria”? Dati alla mano, Sbilanciamoci! dimostra che le risorse, volendo, si trovano. Oltre che dai risparmi già descritti, le entrate arrivano da una riforma delle tasse improntata alla progressività e alla giustizia fiscale: aliquota del 45% per chi guadagna più di 70.000 euro e fino al 49% per i redditi superiori ai 200.000 euro, armonizzazione delle rendite finanziarie al 23% (adesso gli interessi sulle obbligazioni, le plusvalenze e i rendimenti delle gestioni individuali e collettive sono tassati solo al 12,5%). E poi nuove tasse: tasse sul porto d’armi, tasse sull’imbottigliamento dell’acqua minerale che produce grandi quantità di plastica da riciclare, tasse sugli enormi profitti della pubblicità e tasse sui diritti televisivi per lo sport-spettacolo. Un elenco che a leggerlo fa venire voglia di dare ragione al Ministro Padoa Schioppa: le tasse in certi casi possono essere “una cosa bellissima”.