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Italia Viva vuole affossare il Ddl Zan per arruffianarsi il Vaticano e aprire una sponda alla destra. Il giochino è talmente scoperto che lo ha capito perfino la strana coppia Pd-M5S: i grillini, dopo i dem, respingono al mittente gli emendamenti dei renziani, sostenendo che il provvedimento deve essere approvato così com’è.

I parlamentari pentastellati del gruppo Pari Opportunità precisano in una nota che “pensare di eliminare i termini orientamento sessuale e identità di genere e tornare alla definizione di omofobia e transfobia rischierebbe di far compiere un altro passo indietro, come già accaduto in passato. Negli anni scorsi, infatti, i disegni di legge per il contrasto all'omotransfobia si fermarono proprio perché le espressioni usate per identificare il movente d'odio, quindi omofobia e transfobia, non vennero ritenute abbastanza precise per garantire la determinatezza del precetto penale, come peraltro ha ricordato recentemente anche il professore di diritto pubblico comparato dell'Università La Sapienza Angelo Achillaci”.

 

I grillini lanciano quindi una sfida ai renziani: “Italia viva – scrivono – dica se sta con la comunità lgbti o se la sta usando per tornaconto politico. Perché tutto indica questa seconda ipotesi”.

La risposta di Iv è delle più paradossali: “Così com'è la legge non passa sotto i colpi dei voti segreti in Senato – scrive in un post Davide Farone, presidente dei senatori renziani – Pensiamo a chi ogni giorno subisce discriminazioni, non a chi deve fare le rivoluzioni muscoli e like”. E il deputato renziano Marco Di Maio rincara la dose con una domanda retorica: “È più importante approvare davvero una legge contro omofobia e discriminazioni o approvare il ddl Zan? Se l'obiettivo è il primo, va detto che il ddl Zan così com'è, al Senato non ha i numeri; mentre con le modifiche proposte, potremmo avere a breve una legge. Il punto è questo”.

Come sempre, i renziani fanno il gioco delle tre carte pensando di essere i più furbi del quartiere, ma stavolta il loro opportunismo è fin troppo scoperto. Se infatti il Ddl Zan non può più contare su una maggioranza parlamentare, la colpa non è dei “voti segreti”, locuzione vaga che accusa tutti e nessuno. In realtà, la colpa è proprio dei renziani, che sfruttano l’ingerenza del Vaticano per rimangiarsi l’appoggio al provvedimento e strizzare l’occhio alla destra. Se Italia Viva fosse un partito popolato da persone con dignità e amor proprio, capaci di mantenere la parola data alla Camera, la maggioranza al Senato ci sarebbe. Risicata, ma ci sarebbe.

Intendiamoci, da Iv non arriva alcuna apertura esplicita alle posizioni di Lega e Fratelli d’Italia. Sarebbe un voltafaccia troppo imbarazzante perfino per i renziani, che quindi per aiutare gli avversari scelgono una strada ben più pelosa: ripropongono il testo presentato nella passata legislatura dal sottosegretario renziano Ivan Scalfarotto. Un provvedimento già naufragato da tempo e senza alcuna speranza di passare, ma utile a tenere il piede in due staffe, per fingersi progressisti e pragmatici mentre si fa il gioco dei reazionari.

“Ridicole le proposte renziane – chiosa Monica Cirinnà, responsabile dei diritti dem – Cercano solo di prepararsi a future alleanze col centrodestra”.

Peraltro, è interessante che il Pd continui a chiamare gli alleati/avversari “centrodestra”, visto che di centro non hanno nulla. Al contrario, lo spostamento verso la destra estrema è sempre più sfacciato e si consuma sotto le insegne di un amico comune a Salvini e a Meloni: il dittatore ungherese Viktor Orban, neofascista impenitente che elegge l’omotranfobia e motivo di vanto.