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di Rosa Ana De Santis

L’Imperatore e la Signora, alla vigilia delle elezioni europee e subito dopo i giorni del trionfo in terra abruzzese, sono finiti a rivendicare, a reti unificate, diatribe coniugali e beghe di eredità e patrimoni. La vicenda è privata, ripetono tutti, eppure va in onda in prima serata. Colpa di lei - dice lui - sobillata dai soliti noti. Fatto sta che AVVENIRE di fronte alle puntate della spiacevole telenovela che tartassa gli italiani, non troppo rammaricati - va detto - dell’ennesimo reality, riconosce al nostro premier la mancanza di uno stile sobrio, come si converrebbe alla carica istituzionale che riveste. E perché mai dovrebbe - direbbe forse lui - come é solito fare dopo i commenti ardenti di ogni sua malparata. Venditore nato, come lo descrive sapientemente Scalfari, sa rialzarsi sempre pulito dalla polvere. Nel 2007 i quotidiani erano stati investiti dalle scuse pubbliche di Berlusconi alla moglie infuriata. Era la notte dei Telegatti e alla promettente Carfagna il nostro premier aveva detto candidamente che l’avrebbe sposata, non fosse stato già coniugato. La riservatezza di Veronica Lario era stata vinta in nome della dignità personale. Suo marito, ben consigliato, scusandosi dell’esuberanza da buontempone latino, aveva riconosciuto la dignità della propria sposa come un “bene prezioso”. Apicella benedì l’unione in un bagno di note e la grottesca pax familiare tornò a ricomporsi.

Berlusconi è uomo di TV, alla ricerca di un’impennata del consenso popolare che non faccia sentire nostalgie di Andreotti. E' sopra le righe e si cura poco dell’etica, del costume e delle regole, se tutto questo non porta vantaggi misurabili sullo scacchiere dell’audience e del tifo ad personam. E’ un modello, quello di Berlusconi, che parla agli uomini del gusto e del giusto di un certo atteggiamento da seduttore brillante, nulla di accademico né dai sofisticati tratti boehiem, per carità. E racconta di donne di dubbie passerelle dai connotati estetici per fare curriculum. L'uomo si vanta di essere un conquistatore, ma forse la ricchezza e il potere non sono estranei alle sue fortune col gentil sesso. Non si ha del resto memoria di un uomo basso, calvo, con le orecchie a sventola ed il cerone diffuso che abbia strappato centinaia di cuori. Se fosse stato un operaio edile sarebbe stato così circondato da fanciulle entusiaste?

E’ Veronica Lario a uscire dal silenzio, affidando all’agenzia ANSA uno sfogo che supera i limiti della rottura coniugale e che arriva a dare un giudizio globale sul paese delle TV e delle donne in vetrina. Il paese su misura del Premier. Lo chiama “ciarpame senza pudore” e subito le donnine bellissime, candidate possibili alle elezioni, vengono depennate dalle liste. Interviene Silvio Berlusconi a specificare che non sono veline, ma laureate. Come se la laurea, ammesso che l’avessero conseguita davvero tra uno stacchetto televisivo e un cruciverbone, fosse il criterio necessario e sufficiente a intraprendere una carriera politica.

Una specie di pratica burocratica, di rappresentazione formale degna, del resto, di una legge elettorale che permette di designare candidati non eletti, manovrabili ancora più facilmente se privi di spessore e competenze, con candidate gradite al pubblico degli elettori soprattutto se dotate delle misure giuste. Così tra nomination e uscite dalle case dei grandi fratelli, sfide di balletto e canto, quale differenza sostanziale potrà rimanere con un dibattito politico e i suoi protagonisti é difficile a dirsi. Ancelle o camerieri, questi i ruoli previsti al tavolo dell'imperatore.

La Signora va oltre e dopo i giudizi severi sullo squallore mediatico, chiede il divorzio. Non lo fa in un duetto serrato e custodito gelosamente con il consorte, ma in pubblico, portando ragioni private che ricadono inevitabilmente sulla figura pubblica del Premier. Umiliata in pubblico, in pubblico risponde. La misura è colma quando Berlusconi fa la sua la comparsata "così normale e invece sapientemente manipolata dalla stampa di sinistra" - dice lui - a Casoria, per i 18 anni di una tale Noemi Letizia. Un’amica del Cavaliere. Un compleanno diverso da quelli dei suoi figli "ripetutamente disertati", gli rimprovera la Signora. Una biondina che chiama il nostro Presidente del Consiglio confidenzialmente “papi”. Le foto escono non come un’indiscrezione nel privato, ma come una normalità che Berlusconi non ha il pudore di correggere o scusare e che piuttosto ribadisce e giustifica con un atteggiamento di candido stupore. Del resto, chi delle nostre figlie non chiama "papi" qualcuno che padre loro non risulta essere?

Sono questi i toni con cui il Cavaliere commenta sul Corriere della sera e La Stampa la decisione della Lario: “Veronica dovrà chiedermi scusa pubblicamente”. Lo ripete persino davanti al suo amico Vespa a "Porta a Porta", rifugio delle sue marachelle e teatro delle sue boutade. Ma questa volta la sensazione generale è che Veronica gli abbia giocato un brutto tiro. Sarà difficile mantenere l'apprezzamento di quella fetta ingombrante dell’elettorato cattolico, salvata in extremis nell’ultima crociata per la vita, al capezzale di Eluana. L’ipotesi del divorzio “per colpa” qualche imbarazzo lo darà a Ghedini e al suo assistito.

Rischia di diventare uno stillicidio mediatico di cui, per una volta, non sarà l’Imperatore il regista indiscusso e dove non sarà facile evitare accuse pesanti come macigni con il solito spot dei comunisti manipolatori. Sarà difficile - ad esempio - accusarli del gineceo, fotografato tempo fa da Oggi, che torna ad essere attuale e a spiegare molte delle accuse mosse dalla Lario al Cavaliere. Difficile trovare attenuanti per il casting delle formose candidate, giustificate con non poca fatica, dalle veterane della tv Carlucci e Gardini. Veterane la cui ignoranza politica é stata documentata a più riprese, dunque le meno adatte a profferire parola.

Sul sipario che scopre il lato oscuro del premier, il PDL non parla. E non è il rispetto del privato ricordato da Di Pietro o dall’opposizione. Tace per non dover prendere le distanze, per non dover recuperare il senso del limite e disperatamente recuperare un distacco da casa Arcore che protegga la dignità di una storia politica. Tace perché è una storia politica che non esiste senza le invenzioni mediatiche di Berlusconi. Tace perché non è un partito, ma un manipolo di fedeli, un tappeto di gente sedotta e premiata.

Chissà quale sarà la prossima puntata, magari dai salotti di Vespa a quelli di Matrix, se la Lario annuncia di farsi difendere da una giovane donna: Maria Cristina Morelli, preparatissima e già nota alle cronache, per quanto riservata e lontana dai media, per l’inizio della vicenda giudiziaria di papà Beppino Englaro. Intanto Berlusconi schiera lo staff dei suoi consiglieri e si rivolge alla consorte con toni compassionevoli di comprensione e superba tolleranza.

Chissà quale clamore e contestazioni per la divisione della torta Mediaset e Mondadori con i due primogeniti Marina e Piersilvio. Chissà la Signora come proteggerà i suoi tre figli, “vittime”e non complici del circolo mediatico del padre, come ha tenuto a ribadire. Forse per una volta Berlusconi è preoccupato e per una volta non maschera e non occulta con troppa disinvoltura. Il gendarme è in riunione permamente. E magari anche per i fan più scatenati qualche crepa nel tifo per il Premier arriverà. Il castrum di Napoleone a luci spente e senza abiti di scena non é poi cosi attraente. Finisce e sbiadisce, basta spegnere la TV.