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di Giovanna Pavani

Luisa Santolini Se qualcuno aveva sperato che, con la vittoria dell'Unione, la Jihad integralista dell Cdl contro la 194 si sarebbe fermata, ha sbagliato di grosso. Perché nonostante i pesanti problemi che attanagliano il Paese, all'indomani della chiusura delle urne e con un Parlamento ancora tutto da formare, il centrodestra sembra non avere altro scopo prioritario se non quello di abbattere la legge sull'aborto attraverso una pretestuosa riforma dell'operatività del consultori.
Una proposta di legge in questo senso è già in cantiere e sarà depositata alla riapertura dei lavori parlamentari dall'Udc. Con la tipica, ottusa determinazione di chi non accetta l'evoluzione culturale di un Paese né, tanto meno, una sconfitta elettorale che forse è scaturita anche da questa medioevale battaglia di principio oscurantista, la neo eletta alla Camera nel partito di Casini, Luisa Santolini, ex presidente del Forum delle famiglie, ha dichiarato con grande risolutezza: "I consultori devono essere luoghi di prevenzione dell'interruzione volontaria di gravidanza, come del resto dice la legge. Deve essere garantita la libertà di abortire ma, allo stesso modo, anche quella di non abortire". Ma perché, se una donna decide di non abortire, dovrebbe rivolgersi ad un consultorio? Non v'è risposta: le solite contraddizioni, la solita propaganda.
La proposta di legge, prima di una rosa di quattro sullo stesso argomento che, con ogni probabilità, vedrà il sostegno di quanti nella Cdl già nella scorsa legislatura hanno insistito su questi punti, apre ovviamente all'accesso di volontari nei consultori, a cominciare, com'è ovvio, da quelli aderenti al famigerato Movimento per la vita. "Di certo - ha spiegato la neo onorevole della Repubblica - non è nostra intenzione mandare nei consultori le "guardie svizzere" per fare terrorismo psicologico, ma vogliamo tornare alla filosofia originaria della legge considerando i consultori una sorta di welfare per aiutare le donne anche a non abortire". E come? Agitando lo spettro della dannazione eterna o proponendosi di mantenere il bambino per i successivi vent'anni a spese dello Stato?

Il problema, però, è anche un altro. La deputata dell'Udc conta di trovare "ampie sponde" anche nel centrosinistra per far passare il suo articolato, specie dalle componenti cattoliche della Margherita, anche se non sembra tener di conto che all'interno della Cdl il tema aborto non raccoglie certo la coesione più totale. Nella scorsa legislatura la contrapposizione ideologica è stata, infatti, del tutto politicamente trasversale. "Lo so - ha candidamente ammesso la Santolini - ma sono culturalmente attrezzata per le battaglie difficili: la mia esperienza di dodici anni in prima linea nella società civile è un bagaglio importante che spero di poter mettere ora a disposizione del mio impegno politico".

Noi speriamo di no. Ma una cosa bisogna dirla. L'onorevole dell'Udc ha già trovato compagnia nella leghista Francesca Martini e in Carla Castellani di An. Il formidabile trio vuole ripartire dall'inutile indagine conoscitiva sulla 194 che Casini ha ordinato a fine legislatura per far contenti i suoi, a partire da Cesa, segretario del suo partito. E che, ovviamente, per la Cdl non è stata affatto inutile, visto che a loro dire sarebbe emerso con grande risalto, "che la 194 non è applicata nella sua interezza" specie in quella parte che riguarda i consultori, "del tutto inadeguati a svolgere le funzioni a loro demandate".

Non è vero affatto, è tutto pretestuoso. Un esempio? Per il centrodestra, ad esempio, il fatto che i consultori dipendano dalle Asl "dimensiona il loro lavoro e toglie loro potere". Per questo, nella proposta Udc si punta ad una competenza sia del ministero della Salute che di quello del Welfare per la gestione e l'organizzazione dei consultori. Argomentazioni che, ovviamente, non hanno convinto il centrosinistra, che si era opposto da subito all'iniziativa di Cesa. Tanto che gli esponenti dell'allora opposizione non hanno partecipato per protesta al voto conclusivo sull'indagine conoscitiva."Un vero e proprio boomerang nei confronti di chi l'ha proposta", avevano detto ad esempio le deputate diessine Marida Bolognesi e Katia Zanotti, entrambe componenti della commissione Affari sociali di Montecitorio. Anzi, a giudizio del centrosinistra, proprio l'indagine voluta dalla Cdl ha confermato che la 194 "è una buona legge, che funziona" e che i consultori "non sono un abortificio, ma una rete essenziale di assistenza e prevenzione, che va potenziata, per la salute della donna e per l'aiuto alle giovani ed alle immigrate che più delle altre fanno ricorso alla 194".

L'indagine, casomai, ha messo in evidenza un'altra cosa: che nel Mezzogiorno i consultori sono meno del previsto. Una carenza che secondo il documento votato dall'allora maggioranza si potrebbe colmare con risorse finanziarie aggiuntive: la legge parla di un consultorio ogni 20 mila abitanti, al Sud siamo a 0,64 per ogni 30mila abitanti. Dunque, un fatto è coprire delle evidenti smagliature nella copertura territoriale delle strutture, un altro è cambiare radicalmente la funzione per trasformarli in organismi di pressione psicologica sulle donne per convincerle a non esercitare un loro diritto. Ma è su questa equivoca lettura del concetto di "potenziamento dei consultori" che il centrodestra conta di riuscire ad insinuarsi tra le maglie più sottili del centrosinistra per scardinarne la coesione (non granitica) sull'argomento.

E segnali già inquietanti che questa sorta di "moral suasion" nei confronti di alcune frange dell'Unione stia dando i suoi frutti, li svela la stessa Santolini, non senza un pizzico di soddisfazione. "Esponenti del centrosinistra come Rosy Bindi e Livia Turco - ha spiegato - non hanno del tutto chiuso la porta ad ipotesi di riforma dei consultori. Magari hanno usato un tono da campagna elettorale, ma non è detto che una modifica della 194 solo per quel che riguarda il ruolo e la funzione dei consultori, non possa vedere la luce proprio in questa legislatura". Ne dubitiamo. Perché di un fatto siamo sempre state certe: le donne del centrosinistra vigilano, dialogano, mediano per il bene di tutte anche contro le proprie convinzioni personali. Ma non tradiscono.