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Speculazione elettorale a danno della salute pubblica. Anzi, a danno della salute dei bambini. Si può immaginare una scelleratezza più grave per chi fa politica? Eppure è passata al Senato e, dopo la pausa estiva, passerà alla Camera. Il governo gialloverde ha infilato nel decreto Milleproroghe il rinvio di un anno dell'obbligo di vaccinazione per i bambini che vanno a scuola.

 

E visto che questa follia da sola non bastava, hanno aggiunto anche una contraddizione: il prossimo anno scolastico i genitori dovranno comunque presentare l’autocertificazione delle avvenute vaccinazioni obbligatorie, la più suprema delle buffonate.

 

 

Così Movimento 5 Stelle e Lega mantengono le promesse fatte in campagna elettorale al popolo oscurantista e retrogrado dei no vax. Lo fanno dimostrando anche codardia: non hanno il coraggio di abolire l’obbligo vaccinale, ma lo rinviano e al contempo lo svuotano di significato con la trovata dell’autocertificazione, che naturalmente sarà più facile da falsificare di una qualsiasi assenza per “ragioni familiari”.

 

Purtroppo però cambia poco. Le nuove norme varate dal governo sono di fatto un assist a chi rifiuta i vaccini per paura dell’autismo, degli Ufo o dei Templari. Questo ridurrà le coperture vaccinali (che invece grazie all’obbligo stavano salendo), esponendo al rischio contagio migliaia di bambini.

Tutto ciò avviene a causa di due malintesi: uno sul concetto di libertà, l’altro su quello di uguaglianza.

 

Partiamo dal primo. Invocare la libertà di non vaccinare i propri figli è come rivendicare il diritto di guidare in autostrada bendati. La Polizia non ce lo permetterebbe perché rischieremmo di causare un incidente e di fare del male a qualcuno. Con i vaccini è esattamente la stessa cosa. Vaccinare il proprio figlio non è importante solo per lui (anche se, forse è il caso di ricordarlo, i genitori non hanno potere di vita e di morte sulla prole): è importante per la società, per tutti gli altri bambini con cui verranno in contatto, alcuni dei quali non possono vaccinarsi per ragioni di salute.

 

Il vaccino non è una questione individuale, ma collettiva, e lo scopo è raggiungere una copertura tale da innescare l’effetto gregge. Significa che, superata una certa quota di persone vaccinate, la malattia non circola e i pochi individui che hanno la sfortuna di non potersi vaccinare sono comunque protetti.

 

Nessuno può invocare la libertà di contraddire questo principio, perché la libertà individuale non è mai assoluta, ma termina dove comincia quella degli altri. Come la libertà di parola non è senza limiti (non si è liberi di diffamare o di calunniare), non lo è nemmeno la libertà di scelta dei genitori nei riguardi dei propri figli. Non si può rivendicare il diritto di infettare qualcuno.

 

Il secondo grande equivoco è quello sull’uguaglianza delle opinioni. Quando si va a votare per le elezioni, è giusto che il voto di un analfabeta valga quanto quello di un accademico. Questo però non significa che in qualsiasi campo tutte le opinioni abbiano lo stesso peso. In ambito scientifico, una mamma che ha letto quattro pagine di Wikipedia non può pretendere di discutere alla pari con un professore di Virologia. Il principio di uguaglianza non ha niente a che vedere con il relativismo. Tutti gli uomini nascono e muoiono uguali, ma per prescrivere la morfina serve un medico. E così per parlare di vaccini.

 

Il malinteso sulla “ragione” che “non è mai da una parte sola” si è accoppiato con il complottismo e ha generato mostri. I no vax non conoscono l’importanza del metodo scientifico, non sanno cosa sia la ricerca, ignorano il valore degli esperimenti, delle pubblicazioni, della selezione delle fonti.

 

Eppure credono a chiunque soddisfi il loro desiderio di occulto con scemenze che funzionano da antidoto alla noia delle loro vite. Si riempiono la bocca di Big Pharma, di complotti internazionali, di legami fra vaccini e autismo. E poco importa che i loro profeti siano medici radiati. Anzi, ai loro occhi la radiazione dall’Albo è perfino un vanto.

 

Ci siamo messi in mano a queste persone. Anzi, abbiamo messo nelle loro mani la salute delle creature che più di tutte dovremmo proteggere. È mai possibile che un bambino con la leucemia si debba prendere il morbillo in nome della libertà di scelta di un genitore ignorante? La ministra della Salute, Giulia Grillo, per fortuna si è almeno posta il problema.

 

La soluzione che ha proposto consiste nel creare “classi protette per i 10 mila bambini immunodepressi”. Come se stessimo parlando di locali di quarantena e i ragazzi non avessero occasione di incrociare i loro coetanei delle altre classi, magari in cortile o a mensa. A questo punto manca solo che il ministro Fontana proponga di separare gli immunodepressi cattolici da quelli miscredenti.