Georgia, gli 'agenti' dell’Occidente

di Mario Lombardo

Il parlamento georgiano ha approvato questa settimana in prima lettura una controversa legge sugli "agenti stranieri", nonostante le proteste dell'opposizione e gli avvertimenti di Bruxelles che la legislazione potrebbe mettere a rischio le ambizioni del paese di aderire all’Unione Europea. La misura, ufficialmente nota come "Legge sulla trasparenza dell'influenza straniera", ha ricevuto...
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La memoria scomoda di Euskadi

di Massimo Angelilli

Il prossimo 21 aprile si svolgeranno le elezioni amministrative nei Paesi Baschi. Ovvero, il rinnovamento del Parlamento Autonomo, incluso il Lehendakari - Governatore che lo presidierà e i 75 deputati che lo integreranno. Il numero delle persone aventi diritto al voto è di circa 1.800.000, tra le province di Vizcaya Guipúzcoa e Álava. Il bacino elettorale più grande è quello biscaglino comprendente Bilbao, mentre la sede del Parlamento si trova a Vitoria-Gasteiz, capitale dell’Álava. Le elezioni regionali in Spagna, come d’altronde in qualsiasi altro paese, non sono mai una questione banale. Men che meno quelle in Euskadi. Si inseriscono in una stagione particolarmente densa di ricorso alle urne, iniziata con l’appuntamento...
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di redazione

Per la Juventus, contro questo Barcellona, la sconfitta era un destino. Le analisi tecnico-tattiche del post finale di Champions si potrebbero ridurre a quattro parole: manifesta superiorità dell'avversario. Eppure, di carattere la squadra di Allegri ne ha dimostrato da vendere, compiendo l'impresa di rimanere in partita fino all'ultimo. Non è poco, visto che prima dei bianconeri né il Manchester City, né il Psg né il Bayern Monaco erano riusciti a tenere il risultato in bilico fino alla fine, cedendo di schianto sotto i colpi del terrificante attacco blaugrana.

Purtroppo, però, questo non vuole nemmeno dire che la Juventus sia andata vicina alla Coppa. La squadra di Allegri è stata abile a sfruttare nella ripresa l'unica vera palla gol concessa dal Barça, trovando con Morata il momentaneo pareggio alla rete in avvio di Rakitic, ma le occasioni create dai catalani sono state moltissime, e se i bianconeri non sono crollati prima del 96esimo lo devono in gran parte ai colpi da campione di cui è ancora capace Buffon.

Certo, è lo stesso portierone ad avere le responsabilità maggiori sul 2-1 di Suarez (quel tiro di  Messi andava bloccato o spinto di lato, non certo consegnato al tap in del pistolero), ma - come diceva Mourinho - di solito i portieri delle grandi squadre devono fare una sola grande parata a partita. Sabato Buffon ne ha fatte almeno tre, rimediando all'affanno di Barzagli e Bonucci, in prevedibile difficoltà nel marcare il tridente extraterrestre del Barça.

La verità è che al momento il Barcellona è l'unica vera corazzata d'Europa. Tutte le altre big hanno dimostrato lacune e amnesie più o meno preoccupanti nel corso della stagione, e oggi abbiamo le prove che in Europa non esiste una sola difesa che Messi, Neymar e Suarez non siano in grado di bucare almeno tre volte nel corso dei novanta minuti. L'unico modo per sconfiggere una squadra del genere lo hanno insegnato negli anni scorsi l'Inter di Mou e - in modo meno elegante, ma più evidente - il Chelsea di Di Matteo: per dirla in metafora, occorre parcheggiare il pullman della squadra davanti alla linea porta. Supercatenaccio muscolare, e poi contropiede.

Se alzi la difesa, se ti fai ingolosire dagli spazi che ogni tanto s'intravedono nella retroguardia blaugrana - com'è avvenuto alla Juventus dopo il momentaneo pareggio - vieni inevitabilmente punito dalla ripartenza degli alieni. Era vero cinque anni fa, quando a centrocampo giocavano le migliori versioni di Xavi e Iniesta, e lo è a maggior ragione oggi che la potenza di fuoco dell'attacco catalano ha raggiunto lo zenit.  

La Juve, insomma, non poteva vincere, ma è comunque uscita dal campo con la testa più alta del previsto. I bianconeri, in qualche modo, hanno legittimato i ripetuti baci della fortuna arrivati negli ultimi mesi dall'urna magica. Perché incontrare il Borussia Dortmund agli ottavi e il Monaco ai quarti non è cosa da tutti i giorni e anche pescare in semifinale il Real Madrid è stato un colpo di buona sorte notevole, considerando che le alternative erano Barça o Bayern.

A voler considerare soltanto la qualità del gioco, è probabile che la palma di seconda miglior squadra europea spetti proprio ai tedeschi di Guardiola, che però - pur essendo sulla carta superiori alla squadra di Allegri - sono stati annichiliti ancor peggio della Juve dagli stessi catalani. A dimostrazione del fatto che, nel calcio, la fortuna conta (si pensi agli infortuni di Robben e Ribery), mentre la proprietà transitiva non funziona. E soprattutto che Lionel & Co. sono una falce in grado di livellare tutte le regine d'Europa al livello di comprimarie.

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a cura di:
Fabrizio Casari
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