Georgia, gli 'agenti' dell’Occidente

di Mario Lombardo

Il parlamento georgiano ha approvato questa settimana in prima lettura una controversa legge sugli "agenti stranieri", nonostante le proteste dell'opposizione e gli avvertimenti di Bruxelles che la legislazione potrebbe mettere a rischio le ambizioni del paese di aderire all’Unione Europea. La misura, ufficialmente nota come "Legge sulla trasparenza dell'influenza straniera", ha ricevuto...
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La memoria scomoda di Euskadi

di Massimo Angelilli

Il prossimo 21 aprile si svolgeranno le elezioni amministrative nei Paesi Baschi. Ovvero, il rinnovamento del Parlamento Autonomo, incluso il Lehendakari - Governatore che lo presidierà e i 75 deputati che lo integreranno. Il numero delle persone aventi diritto al voto è di circa 1.800.000, tra le province di Vizcaya Guipúzcoa e Álava. Il bacino elettorale più grande è quello biscaglino comprendente Bilbao, mentre la sede del Parlamento si trova a Vitoria-Gasteiz, capitale dell’Álava. Le elezioni regionali in Spagna, come d’altronde in qualsiasi altro paese, non sono mai una questione banale. Men che meno quelle in Euskadi. Si inseriscono in una stagione particolarmente densa di ricorso alle urne, iniziata con l’appuntamento...
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di redazione

A vederla così, ripresa da una ventina di chilometri, lattiginosa, seviziata da un cinese ubriaco addetto ai replay, con la palla che va dove le pare perché il campo ricorda la spiaggia dello sbarco in Normandia e in aria spira quel che resta del tifone ''Souledor'', con il bordocampista Rai che fracassa 15 microfoni per raccontare le sue ciarle, con il commentatore tecnico Rai che sproloquia in un tono da Actors Studio, con il primo cronista Rai che chiede perdono dando la colpa di tutto alla regia cinese, mentre un altro cinese ubriaco gli parla sopra nel goffo tentativo di passare una comunicazione interna...

A vederla così, più che la Supercoppa Italiana sembra una Superciofeca cinese. Eppure è la realtà del calcio nostrano traghettato per motivi di sponsor a Shanghai. Purtroppo, la qualità del gioco non aiuta a risollevare lo spettacolo, ma siccome ''vincere è l'unica cosa che conta'', alla fine vince la Juventus. E con il minimo sforzo, due reti a zero contro una Lazio inconsistente, friabile in difesa e anestetica in attacco.

A onor del vero, per un'oretta buona le due formazioni si equivalgono nel nulla assoluto (zero tiri in porta in tutto il primo tempo). Poi, i campioni d'Italia sbrigano la pratica nel giro di cinque minuti. Trasfigurati dagli addii di Pirlo, Vidal e Tevez, i bianconeri la risolvono con due nuovi arrivati: Mandzukic, che - dopo un erroraccio solo davanti a Marchetti - si riscatta incocciando di testa indisturbato nell'area piccola fra De Vrij e Basta, e Dybala, lesto nello scaraventare sotto la traversa da distanza ravvicinata un assist facile di Pogba, mentre la difesa biancoceleste, in perfetto schieramento, marca con lo schema di Madame Tussauds.

Nonostante tutte le chiacchiere da ombrellone su calciomercato, motivazioni, progetti e sogni di gloria, alla fine, lo spettacolo grottesco di questa Supercoppa lascia dietro di sé solo conferme.

Primo, la Juve rimane la squadra da battere anche nel 2015-2016, perlomeno in Italia. Secondo, Pioli è un allenatore competente, serio e volenteroso, ma non vince uno scontro diretto contro una grande neanche sotto tortura e la Lazio resta lontana dal salto di qualità che i tifosi si aspettavano.

Terzo, la Rai si affanna a prendere le distanze dalla scarsa professionalità cinese, ma, vista la qualità del servizio che continuano a propinare nonostante il canone e la pubblicità, ieri in molti avrebbero preferito completare lo scempio con una più avvincente telecronaca in mandarino.

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