Il pugno di ferro del Piano Ruanda

di redazione

Dopo due anni di ostruzionismo da parte della Camera dei Lord, il governo conservatore britannico ha alla fine incassato l’approvazione definitiva della legge che consente di deportare immigrati e richiedenti asilo in Ruanda. La “Safety of Rwanda (Asylum and Immigration) Bill” ha chiuso il suo percorso al parlamento di Londra poco dopo la mezzanotte di lunedì. Il provvedimento, introdotto...
> Leggi tutto...

IMAGE
IMAGE

Ucraina, l’illusione delle armi

di Michele Paris

L’approvazione di una nuova all’apparenza consistente tranche di aiuti americani da destinare all’Ucraina è stata per mesi invocata come la soluzione alla crisi irreversibile delle forze armate e del regime di Kiev di fronte all’avanzata russa. Il via libera della Camera dei Rappresentanti di Washington nel fine settimana ha perciò scatenato un’ondata di entusiasmo negli Stati Uniti e in Europa. I quasi 61 miliardi appena stanziati non faranno però nulla per cambiare il corso della guerra e, se anche dovessero riuscire a rimandare la resa ucraina, aggraveranno con ogni probabilità i livelli di distruzione e morte nel paese dell’ex Unione Sovietica. La propaganda di governi e media ufficiali, scattata subito dopo il voto in...
> Leggi tutto...



Talento purissimo, classe cristallina, Totti è stato il giocatore di calcio più importante della storia ultra centenaria della Roma, che ha visto buoni giocatori e anche grandi campioni, ma solo lui è stato il suo fuoriclasse assoluto. Più di mezzo secolo con una maglia che è stata, in realtà, una seconda pelle. Romano e romanista, simbolo vivente della “romanità”, ovvero di quel modo di essere sfrontato, scanzonato e sopra le righe; quel paradosso, quell’iperbole di una città che, comunque la si giudichi, non ha eguali al mondo. E Totti, il ragazzo di Porta Metronia, è stato molto più di un giocatore. E’ stato appunto un simbolo, un’icona, una rappresentazione di un modo di essere carico di tutte le idiosincrasie romane, che in Totti si sono riverberate, nel bene e nel male, come uno specchio d’acqua.

Più di 70.000 spettatori sono accorsi ieri a riempire ogni spazio di uno stadio che è divenuto per un tempo cattedrale. Sono andati per lui, il piazzamento della squadra non interessava nessuno. Sono andati a dare il loro ultimo applauso al loro idolo, a un giocatore arrivato ragazzo e fattosi uomo vittoria dopo vittoria, sconfitta dopo sconfitta, illusione dopo illusione e delusione dopo delusione.

Non ha vinto molto Totti, nemmeno una minima parte di quello che il suo talento calcistico, la sua classe purissima avrebbero potuto permettergli. I tifosi della Roma ricordano che sarebbe potuto andare a vincere in piazze dove il profumo della vittoria è facile da intercettare, ma ha scelto di rimanere a Roma per amore. C’è anche però chi sostiene che Roma era l’unico luogo al mondo in cui Totti era Totti e che nessun’altra piazza lo avrebbe visto sul podio dell’assoluto, icona della devozione totale di un pubblico che ha nel tifo un religione, un certificato di appartenenza che prescinde dal calcio.

Sono molte le bandiere del calcio che hanno addolorato con il loro addio: da Zanetti dell’Inter a Maldini del Milan, da Antognoni della Fiorentina a Del Piero della Juventus. Ma costoro hanno rappresentato le vicende delle loro squadre, mentre Totti ha rappresentato una città. Ne ha costruito una mistica che prescindeva dai risultati sul campo. Per questo le lacrime di ieri che sapevano della fine di una storia irripetibile a qualunque latitudine.

Perché da 25 anni a questa parte la squadra della Roma era composta da Totti più altri dieci. Giocatori, allenatori, presidenti: adesso tutto potrà e dovrà cambiare, ma senza Totti sembrerà di giocare senza la bandiera, senza i colori, senza quella rassegnazione atavica che grazie al suo fuoriclasse aveva imparato a trasformarsi in un atteggiamento gladiatorio, ai limiti dell’arroganza calcistica anche nelle sue cadute.

La catarsi dell’Olimpico è piombata sul calcio rendendo anche l’esito del campionato un dettaglio rispetto all’emozione di un addio che ha riempito di lacrime curve e tribune, tutti consapevoli che da domani la Roma sarà altra cosa.

Da domani, infatti, la Roma sarà una squadra di calcio. Particolare, con un tifo appassionato, esagerato com’è nella sua natura, ma diversa dalla Roma di Totti. E quella catarsi collettiva di ieri racconta soprattutto la paura di diventare normali in una città che, in più di duemila anni, alla normalità ha sempre fatto spallucce.

Pin It

Altrenotizie su Facebook

altrenotizie su facebook

 

 

ter2

Il terrorismo contro Cuba
a cura di:
Fabrizio Casari
Sommario articoli

 

Cattiverie a domicilio

di Luciano Marchetti

Quando si riduce tutto a questo, le parole sono solo parole, non importa come siano messe insieme. È come vengono interpretate che conta. Ciò che è offensivo per te potrebbe non esserlo per me. Tali sono le macchinazioni in gioco in Cattiverie a domicilio, uno di quei giochini britannici pieni di personaggi stravaganti...
> Leggi tutto...

IMAGE

Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy