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di Sara Michelucci

Un altro pezzo di cinema italiano se ne va inesorabilmente. Ettore Scola si è spento ieri all'età di 84 anni al Policlinico di Roma, dopo essere entrato in coma domenica sera. Nella capitale è stata aperta in piazza del Verano la camera ardente del maestro, mentre domani alla Casa del Cinema verrà omaggiato.

Nato a Trevico (Av) nel 1931, Scola si è sempre distinto per il suo cinema impegnato che scandagliava minuziosamente la società contemporanea, senza fare sconti a nessuno.
In Una giornata particolare con Sofia Loren e Marcello Mastroianni, Scola aveva messo a nudo l'orrore e la pochezza del fascismo, guardando attraverso gli occhi dell'omosessuale Gabriele e con quelli di Antonietta, casalinga devota a marito e Duce, ma che ben presto si renderà conto di quello che veramente rappresenta il regime.

In C'eravamo tanti amati, del 1974, Scola sceglie la commistione tra commedia e cinema impegnato per percorrere circa 30 anni di storia italiana attraverso i ricordi di tre partigiani. Nelle sue pellicole è sempre alta la riflessione a una crisi intellettuale che percorre la società italiana. Ne è un esempio La terrazza, dove vengono messi in risalto le crisi e i bilanci di un gruppo di intellettuali idealisti.

Crisi che si riversa anche nel costume stesso e nella politica, incapace di rendere migliore la cosa pubblica. Nel film La Famiglia il regista racconta le vicende di una famiglia borghese attraverso differenti anni. Un racconto che non esce mai dalle mura domestiche, ma che non si limita a narrare fatti privati, perché il rapporto con il mondo e i cambiamenti della società è inesorabile.

“Con Ettore Scola scompare un protagonista del cinema italiano. La cultura e lo spettacolo mondiali perdono un grande maestro che ha raccontato, con acume e sensibilità straordinari, vicende, personaggi e periodi della nostra storia contemporanea”, dichiara il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Ci piace pensare che il vuoto della perdita del grande regista sarà in parte colmato da tutti i capolavori che ha firmato, rivedendo i quali forse la sua assenza risulterà meno amara.