Georgia, gli 'agenti' dell’Occidente

di Mario Lombardo

Il parlamento georgiano ha approvato questa settimana in prima lettura una controversa legge sugli "agenti stranieri", nonostante le proteste dell'opposizione e gli avvertimenti di Bruxelles che la legislazione potrebbe mettere a rischio le ambizioni del paese di aderire all’Unione Europea. La misura, ufficialmente nota come "Legge sulla trasparenza dell'influenza straniera", ha ricevuto...
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La memoria scomoda di Euskadi

di Massimo Angelilli

Il prossimo 21 aprile si svolgeranno le elezioni amministrative nei Paesi Baschi. Ovvero, il rinnovamento del Parlamento Autonomo, incluso il Lehendakari - Governatore che lo presidierà e i 75 deputati che lo integreranno. Il numero delle persone aventi diritto al voto è di circa 1.800.000, tra le province di Vizcaya Guipúzcoa e Álava. Il bacino elettorale più grande è quello biscaglino comprendente Bilbao, mentre la sede del Parlamento si trova a Vitoria-Gasteiz, capitale dell’Álava. Le elezioni regionali in Spagna, come d’altronde in qualsiasi altro paese, non sono mai una questione banale. Men che meno quelle in Euskadi. Si inseriscono in una stagione particolarmente densa di ricorso alle urne, iniziata con l’appuntamento...
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di Carlo Benedetti

MOSCA. Gratta un russo e troverai un tartaro. E' un vecchio detto che risale a Napoleone. Ma ora nel Kirghizistan della nuova rivoluzione lo slogan è "Gratta e scopri un israeliano". Tutto questo perché dietro alle proteste e alle manifestazioni di massa contro i corrotti del clan di Kurmanbek Bakiev - che agitano le piazze di Biskek - si scoprono vicende nebulose e si delineano alcuni personaggi che sembravano sepolti nell'anonimato.

I loro nomi sono ora sulla bocca di tutti. Si parla, ad esempio, della "Pasionaria" Roza Otumbaieva, che ha avviato, nelle ultime ore, iniziative politico-diplomatiche che gettano nuova luce sui fatti delle settimane scorse. Perché a sua prima missione all'estero ha avuto come meta Israele, dove si è incontrata con alcuni oligarchi israeliani (usciti dall'ex area sovietica) con l'obiettivo di ottenere da loro fondi per portare avanti la nuova rivoluzione.

Altri nomi (restati sino ad ora in secondo piano) sono quelli di due loschi personaggi - Evghenij Gurevic e Michail Nadel - che in tutti questi anni si sono arricchiti sino all'inverosimile sfruttando il caos della situazione socio-economica del Kirghizistan. Sono stati loro a ricoprire il ruolo di forze brute del potere.

Vediamoli da vicino. Gurevic (che è stato sino a ieri il consulente della famiglia "imperiale" del presidente Bakiev) è un personaggio che ha sempre navigato nel mondo delle trame economiche vivendo negli ambienti dell'economia sommersa. Con in tasca un passaporto americano e forti appoggi politici, diplomatici ed economici da parte di Tel Aviv, è sempre riuscito a volgere in suo favore le grandi transazioni commerciali e bancarie effettuate dal potere di Biskek.

Implicato, tra l'altro, anche in un’indagine che l’ha visto "agganciato" a cosche mafiose italiane,  si è distinto nella direzione  del gruppo finanziario "Mgn Capital" effettuando operazioni per 300milioni di dollari (in favore dell'allora presidente Bakiev) e guidando nello stesso tempo due holding kirghise - "Severelekto" e "Kirghiztelekom" - impegnate su basi internazionali in affari (somme da 2,7 miliardi di dollari) con "Telecom Italia" e con "Fastweb".

Gurevic è anche impegnato nella direzione dell'americana "Virage Consulting Ltd." e ha le mani sul pacchetto azionario dell'aeroporto nazionale "Manas" e sull’azienda proprietaria di tutte le stazioni elettriche kirghize. Negli "intervalli" si diletta svolgendo lezioni nell'università della California e nella "Haas School of Business" di Berkeley.

C'è poi il suo "socio" Nadel, azionista principale della "Asia Universal Bank", anche lui associato alle vicende israeliane e non solo per vincoli familiari. Nadel, tra l'altro, è riuscito ad accreditarsi in Italia grazie alla sponsorizzazione della Camera di Commercio che l’ha portato in missione nelle Marche per propagandare le opportunità commerciali dell’area dell’Asia centrale e della zona franca di Biskek. E tutto questo nonostante la "Asia Universal" di questo oligarca asiatico-israeliano sia stata esplicitamente accusata di riciclaggio di denaro sporco dalla principale banca di Stato russa, la Centrobank.

Sul piano politico del Kirghizistan di oggi c'è poi da rilevare che la Russia non ha comunque perso tempo nel riconoscere la leadership della Otumbaieva, offrendole il suo sostegno politico, economico e militare. Nello stesso tempo, i tentativi di Bakiev e del suo clan (relegati nelle provincie periferiche di Jalal-Abad e nelle confinanti Osh e Batken) di tentare di ribaltare la situazione, sembrano più che mai destinati a fallire. Le manifestazioni di piazza in favore del vecchio regime raccolgono solo un migliaio di sostenitori. E, per di più, l'ex presidente ha anche perso l'appoggio dei servizi segreti kirghizi e delle forze di sicurezza e di polizia, che credeva dalla sua parte.

Intanto a Mosca si apprende che nell'area asiatica sono stati inviati nuovi reparti delle forze speciali con l'obiettivo di rafforzare la base russa di Kant, a pochi chilometri dalla capitale Biskek. Il Cremlino, è chiaro, teme lo sviluppo di movimenti nazionalisti e autoritari che potrebbero - mettendo a rischio il centro di Kant - compromettere ulteriormente  l'equilibrio eurasiatico.

 

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