Georgia, gli 'agenti' dell’Occidente

di Mario Lombardo

Il parlamento georgiano ha approvato questa settimana in prima lettura una controversa legge sugli "agenti stranieri", nonostante le proteste dell'opposizione e gli avvertimenti di Bruxelles che la legislazione potrebbe mettere a rischio le ambizioni del paese di aderire all’Unione Europea. La misura, ufficialmente nota come "Legge sulla trasparenza dell'influenza straniera", ha ricevuto...
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Trump, intrigo a New York

di Mario Lombardo

Si è aperto questa settimana a New York il primo dei quattro processi in cui l’ex presidente repubblicano Donald Trump è coinvolto negli Stati Uniti. Il caso è quello collegato al pagamento alla vigilia delle elezioni del 2016 di una cifra superiore ai 130 mila dollari alla pornostar Stormy Daniels (Stephanie Gregory Clifford) per ottenere il suo silenzio sulla relazione extraconiugale che avrebbe avuto con Trump. La vicenda legale è di importanza decisamente trascurabile. Sia il merito sia i tempi del processo sono stati calcolati per colpire politicamente l’ex inquilino della Casa Bianca durante una campagna elettorale che entrerà nel vivo nei prossimi mesi. Trump ha partecipato alla prima udienza in aula nella giornata di...
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di Luca Mazzucato

NEW YORK. Le elezioni di mediotermine sono alle porte e i Democratici sono terrorizzati dall'astensione a sinistra. Che sconfiggeranno, ritengono, portando a votare in massa i consumatori di marijuana. Una trovata paradossale, che in caso di successo varrà come exit strategy dalla “guerra alla droga” e, perché no, potrebbe fare scuola in altri Paesi. Rastrellare un paio di punti in più dell'avversario è quello che serve per vincere le elezioni. Mai come quest'anno i sondaggi sono incerti e l'elettorato polarizzato, in un'America in crisi, facile preda della strategia della paura perseguita dai Repubblicani.

Quel paio di punti in più valsero a Bush la vittoria nel 2004, grazie alla geniale intuizione del suo stratega Karl Rove, che trasformò le elezioni in un referendum contro i matrimoni omosessuali. Bush riuscì così a portare alle urne l'estrema destra cristiana, che non avrebbe altrimenti votato.

La popolarità di Obama è in caduta libera, sotto la pesante propaganda dei Repubblicani. Il GOP infatti può attingere a finanziamenti illimitati da parte di Wall Street, dei petrodollari e delle grosse corporations, che puntano a paralizzare il Congresso e bloccare con ogni mezzo le pur blande riforme che i Democratici hanno in cantiere.

L'ondata di entusiasmo popolare per Obama è ormai svanita e gli strateghi democratici devono portare a votare quella parte dell'elettorato liberale che votò una tantum nel 2008, ma che non pare intenzionato a ripresentarsi a novembre. Si tratta in particolare delle donne single sotto i quarant'anni e degli ispano-americani. I sondaggi mostrano che, nel caso il quesito sulla legalizzazione della marijuana fosse sulla scheda, la metà di questo elettorato astensionista tornerebbe alle urne. E nei due terzi dei casi voterebbe a favore della legalizzazione.

Gli americani favorevoli alla legalizzazione delle droghe leggere sono in aumento stabile di anno in anno, soprattutto dopo aver scoperto che la legalizzazione ad uso medico in molti Stati non ha portato all'Apocalisse che tutti temevano, anzi ha aperto nuove opportunità. In un periodo di recessione, le tasse provenienti dalla vendita di marijuana sono una manna dal cielo per le amministrazioni locali in bancarotta.

La legalizzazione ad uso medico ha portato alla luce una grossa fetta di consumo e rappresenta anche un notevole risparmio per la polizia e il sistema carcerario. Persino i maggiori network televisivi, tra cui CNN e NBC, dedicano speciali in prima serata alle mille possibilità di fare affari legalmente con la canapa. Per non parlare del colpo mortale ai sanguinari cartelli messicani della droga, che controllano il traffico di marijuana (e di tutte le altre droghe).

Martedì è stata lanciata la campagna nazionale "Just say now", che mette insieme un'inedita coalizione di attivisti, giudici e poliziotti con l'intenzione di legalizzare la marijuana. Con l'appoggio bipartisan della ultra-destra conservatrice dei "Tea parties", la cui bandiera è la riduzione dell'invadenza del governo nella vita dei cittadini e dunque anche per quanto riguarda l'uso di droghe. L'organizzazione “Forze dell'ordine contro il proibizionismo,” formata da poliziotti e giudici, daranno la copertura tecnica ai politici che decideranno di fare outing in favore della legalizzazione.

In Arizona, Oregon, California, Colorado e South Dakota, "Just say now" appoggerà i referendum che accompagneranno le elezioni del 2010. Anche se i Democratici stanno lavorando per portare la marijuana sulla scheda, la strategia del partito nel merito del referendum resta però ambigua, evitando di schierarsi apertamente a favore della legalizzazione e usando i referendum come trucco per portare a votare gli astensionisti. Assumendo che questi, in maggioranza, voteranno a sinistra. E soprattutto, con la speranza che gli amanti dello spinello si ricordino di andare a votare...

Se il trucco escogitato dal Partito Democratico funzionerà, Obama ha già pronto il bis per le presidenziali del 2012. Per andare sul sicuro, questa volta le schede elettorali saranno stampate su cartine King Size...

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