USA, l’imbroglio del Mar Rosso

di Mario Lombardo

A quasi tre mesi dall’inizio della “missione” americana e britannica nel Mar Rosso, per contrastare le iniziative a sostegno della Resistenza palestinese del governo yemenita guidato dal movimento sciita Ansarallah (“Houthis)”, nessuno degli obiettivi fissati dall’amministrazione Biden sembra essere a portata di mano. Gran parte dei traffici commerciali lungo questa rotta, che collega...
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Sahra Wagenknecht, nuova stella (rossa) tedesca

di redazione

Sahra Wagenknecht: «Ue troppo centralista, l’Ucraina non può vincere. È vero che molti elettori della vecchia sinistra sono andati a destra, non perché razzisti o nazionalisti, bensì perché insoddisfatti» BERLINO — Sahra Wagenknecht è di sinistra, conservatrice di sinistra, dice lei. Ha fondato un partito che porta il suo nome, perché – sostiene – il principale problema dei progressisti europei è che «la loro clientela oggi è fatta di privilegiati». I detrattori la accusano di essere populista, ma il partito cresce e in alcune regioni dell’Est è la seconda o terza forza. Abbastanza da poter rompere gli equilibri della politica tedesca. Insomma, è diventata un fenomeno. Ci accoglie nel suo studio, con i colleghi del...
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di Luca Mazzucato

NEW YORK. Flash back di cinque mesi. Gli Stati Uniti guardano impotenti la marea nera di petrolio, che come un cancro impesta le coste del Golfo del Messico. Obama ha appena ottenuto da BP venti miliardi di dollari per ripulire il Golfo e risarcire i pescatori. L'amministratore delegato di BP viene grigliato vivo come un novello San Lorenzo di fronte al Congresso. Un'unica voce solitaria si leva in difesa della compagnia petrolifera: “Chiedo scusa a BP a nome del popolo americano, per l'estorsione a cui l'Amministrazione l'ha sottoposta.” Parole del deputato repubblicano Joe Barton, in diretta tv di fronte a milioni di americani.

Prima di essere eletto al Congresso, Barton lavorava per una grossa azienda. Sì, avete indovinato: si trattava proprio di BP (all'epoca nota come ARCO). Il deputato texano ha il record assoluto di contributi elettorali da parte della lobby del petrolio: un milione e quattrocentomila dollari, per la maggior parte di BP. Barton è stato l'artefice dell'Energy Policy Act del 2005, strumento con cui Darth Vader, altrimenti noto come Dick Cheney, ha ridisegnato la mappa energetica degli Stati Uniti, a base di sgravi fiscali per i giganti petroliferi. Che funzionano alla grande: nonostante i 40 miliardi spesi per la marea nera, BP ha comunque annunciato due miliardi di profitti nell'ultimo trimestre.

Ebbene, il futuro energetico degli Stati Uniti verrà deciso proprio dal nostro eroe: Joe Barton. Grazie alla schiacciante vittoria dei Repubblicani al Congresso, il petroliere texano si accinge a tornare a presiedere il Comitato per l'Energia e il Commercio e decidere il futuro energetico del Paese (e del resto del mondo). Chissà di quali idee innovative si farà portavoce...

Queste elezioni hanno premiato un nuovo modo di fare politica negli Stati Uniti. Finalmente le grandi corporations sono riuscite a scassinare la cassaforte della democrazia, grazie alle loro illimitate risorse finanziarie. Pochi mesi fa la Corte Suprema ha infatti stabilito che le aziende hanno gli stessi diritti delle persone, in particolare il diritto di parola. La Corte ha stabilito che la lingua delle aziende è il denaro, con il quale possono esprimere il proprio favore per un candidato piuttosto che un altro. Proprio così, illimitati finanziamenti elettorali da parte delle grandi aziende. I risultati sono stati straordinari: per i Repubblicani!

Cerchiamo di sviscerare il meccanismo in atto. Le corporation creano un network di attivisti ben pagati che, su internet, inventano e propagano messaggi bislacchi. Per esempio che Barack Obama è musulmano. Oppure che con la riforma sanitaria Obama vuole uccidere gli anziani che votano repubblicano. Oppure che in Oklahoma si accingono a introdurre la sharia e gli imam stanno costruendo una moschea sul sito di Ground Zero; ci credo, d'altra parte il Presidente è musulmano!

Citando internet come fonte, la notizia viene ripresa dai media conservatori, prima fra tutte Fox News, che annovera fra i propri dipendenti molti politici repubblicani, vedi Sarah Palin e Mike Huckabee. A questo punto la notizia bislacca diventa “vera,” e viene rimbalzata dai senatori e deputati repubblicani per fare campagna elettorale, sempre usando le illimitate risorse finanziarie fornite dalle corporations. Le notizie bislacche aizzano la paura nella base conservatrice e acquistano un vasto consenso popolare: ecco come è nato il famoso Tea Party, animatore dell'ultima vittoria elettorale repubblicana. Interpellati dai sondaggi, si è scoperto infatti che buona parte dei simpatizzanti di questo movimento credono fermamente in tutte le fandonie di cui sopra, e molte altre.

Una volta eletti, i politici repubblicani, forti del consenso popolare basato su queste notizie false, si apprestano a eseguire gli ordini delle corporations che li hanno piazzati al Congresso. Come nel caso di Joe Barton e di BP. Niente di nuovo, si dirà: non è altro che la solita strategia populista in azione. Ma questa volta si è entrati in una nuova fase.

Rachel Maddow, giornalista di MSNBC, ha notato che la cosiddetta macchina del fango è oramai fuori controllo. Ovvero, i repubblicani non possono più far marcia indietro una volta eletti e sono costretti a continuare a recitare lo stesso copione. Se tutt'a un tratto ammettessero che Obama non è musulmano, i loro elettori penserebbero che son diventati pazzi, avendoli eletto proprio per quel motivo! Si è venuta a creare dunque una realtà parallela all'interno del Paese, in cui le baggianate usate per vincere le elezioni si sono trasformate in realtà inconfutabili. Mentre una volta i media smantellavano queste idiozie in pochi giorni, il tumore si è ora incistato nella macchina e non è più estirpabile.

Fatto trenta, i politici repubblicani hanno pensato bene di fare trentuno e ripagare subito i loro datori di lavoro. La nuova parola d'ordine repubblicana è diventata: ridurre il deficit a tutti i costi! Come fare? Semplice, estendendo gli sgravi fiscali di Bush per chi guadagna più di duecentocinquantamila dollari, ad un costo totale di 700 miliardi di dollari. Essendo priva di copertura, la manovra andrebbe a pesare direttamente sul deficit. Ma nella matematica parallela del Tea Party, due più due evidentemente fa zero.

Quando un giornalista di NBC ha incalzato il nuovo speaker del Congresso John Boehner, chiedendogli come pensa di coprire gli sgravi fiscali, il leader repubblicano per ben tre volte ha accusato l'altro di parlare il politichese di Washington e che gli americani sono stufi del vecchio modo di fare politica. Ma la leggerezza di Boehner, prestarsi ad un contraddittorio televisivo, è presto rimediata: d'ora in poi i politici repubblicani rifiuteranno di apparire su network televisivi che non siano Fox News e affini, parte di quella realtà parallela dove due più due fa zero.

Riassumiamo la situazione. Il Congresso e il Senato americano sono stati rimpinguati di una quarantina di neo-eletti membri del Tea Party, che rappresentano ora l'avanguardia più agguerrita del Partito Repubblicano. Secondo il sindaco di New York, Michael Bloomberg, molti dei neo-eletti addirittura “non sanno leggere.” Credono che il Presidente degli Stati Uniti, segretamente musulmano e nato in Kenia, stia complottando per introdurre la legge islamica e cerchi di uccidere gli anziani elettori repubblicani usando la riforma sanitaria, ispirata alla Germania nazista e allo stalinismo sovietico. Tutte notizie "vere" e quotidianamente ripetute dal megafono di Fox News.

Si tratta del concetto di "truthiness", termine coniato dal comico Stephen Colbert (potremmo tradurlo come veridicità) per descrivere le dichiarazioni dell'ex-presidente George W. Bush completamente false, ma che acquistano una graduale verità a forza di essere ripetute: vedi ad esempio la leggenda armi di distruzione di massa in Iraq, oppure il mito delle toghe rosse in Italia. In un sistema politico equilibrato, queste posizioni assurde scomparirebbero spontaneamente di fronte alla schiacciante evidenza della loro falsità. Ma negli Stati Uniti del 2010, le corporations sono riuscite a creare un network autosufficiente di media conservatori in cui la veridicità prolifera fuori controllo. Obiettivo: scongiurare a tutti i costi che nei prossimi due anni Obama metta in atto il suo pur timido programma riformista (Wall Street non gli perdonerà mai la riforma della finanza).

Il giorno dopo le elezioni, il Presidente si è accollato la responsabilità della sconfitta e ha proposto ai repubblicani di sedersi intorno a un tavolo per affrontare insieme i problemi della crisi economica. I leader repubblicani al Senato e alla Camera gli hanno risposto che può prendere il suo rametto di Ulivo e ficcarselo in quel posto. Tutti gli sforzi del GOP “saranno rivolti a scongiurare la rielezione di Obama nel 2012,” dice il senatore Mitch McConnell: puntando tutto sull'aggravarsi della crisi economica, sabotando ogni iniziativa democratica e soprattutto cercando (invano) di cancellare la riforma sanitaria.  Tattica che pare vincente, i primi frutti sono stati raccolti martedì scorso. Come faranno i democratici a denunciare il bluff repubblicano?

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