Georgia, gli 'agenti' dell’Occidente

di Mario Lombardo

Il parlamento georgiano ha approvato questa settimana in prima lettura una controversa legge sugli "agenti stranieri", nonostante le proteste dell'opposizione e gli avvertimenti di Bruxelles che la legislazione potrebbe mettere a rischio le ambizioni del paese di aderire all’Unione Europea. La misura, ufficialmente nota come "Legge sulla trasparenza dell'influenza straniera", ha ricevuto...
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Assange, le “non garanzie” USA

di Michele Paris

Nelle scorse settimane si erano intensificate le voci di una possibile risoluzione del caso di Julian Assange, con il presidente americano Biden che aveva anche ammesso di valutare la richiesta del governo australiano di lasciare cadere definitivamente le accuse contro il fondatore di WikiLeaks. Per il momento, il governo di Washington sembra essere però deciso a continuare la battaglia per ottenerne l’estradizione dal Regno Unito. Martedì, infatti, nell’ultimo giorno utile stabilito dall’Alta Corte di Londra, il dipartimento di Giustizia USA ha presentato ai giudici le “rassicurazioni” richieste a fine marzo circa il trattamento legale che verrà riservato ad Assange una volta giunto in territorio americano. Erano due le...
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di Emanuela Pessina

BERLINO. Si è conclusa ieri con la messa di Friburgo (Sud-Ovest) la visita del Papa in Germania: 90mila fedeli hanno raggiunto l’aeroporto della città per l’ultima celebrazione del pontefice nella sua terra natia, dopo quattro giorni di tappe importanti che hanno richiamato centinaia di migliaia di fedeli da tutto il Paese. Eppure c’è stata anche una parte di Germania che non ha risparmiato critiche a Benedetto XVI: al centro, inutile dirlo, la politica sessuale della Chiesa, considerata antica e ormai slegata dalla realtà.

Particolarmente discusso è stato l’incontro del Papa con alcune vittime di molestie sessuali condotte da preti e incaricati religiosi. Il colloquio è avvenuto venerdì sera in un collegio ecclesiastico di Erfurt, nella Germania centrale, dove il Papa ha poi pernottato. Dal Vaticano si sono impegnati a spiegare che l’appuntamento non era previsto, né tantomeno ufficializzato dal programma, che si è trattato di una “sorpresa”, un atto straordinario: anche se qualcuno, in realtà, già se lo aspettava.

Perché lo scandalo che ha colpito la Chiesa cattolica tedesca nel 2010 è ancora fresco nella memoria di tutti e, nella sua visita in Germania, Papa Ratzinger non poteva certo fingere indifferenza. L’anno scorso un’indagine interna partita dal collegio Canisius di Berlino ha portato alla luce una realtà di circa duecento casi di pedofilia avvenuti dal 1995 in istituzioni cattoliche in tutto il Paese, suscitando vergogna in tutto il mondo.

Con l’incontro di venerdì il Papa ha dimostrato di non rinnegare il problema della pedofilia nel clero, di aver quindi preso atto di ciò che è accaduto, e il gesto è stato particolarmente apprezzato dai credenti tedeschi, che sono accorsi a decine di migliaia per festeggiare l’appuntamento. Ma è proprio nell’attimo in cui tutte le luci erano puntate verso la questione “pedofilia nelle istituzioni cattoliche”, con la presenza importante del supremo pontefice che attirava l’attenzione, che qualcuno ha pensato bene di illuminare anche il rovescio della medaglia.

Perché venerdì, a Erfurt, c’erano un migliaio di persone che dimostravano contro Benedetto XVI e la Chiesa cattolica: i manifestanti hanno puntato il dito contro l’ambiguità e la “doppia morale” della Chiesa, un atteggiamento che ha portato a decenni di vergognoso silenzio, di cui nessuno sembra volersi prendere la responsabilità. È difficile pensare che l’incontro di Ratzinger con le vittime dell’ambiguità, in questo gesto simbolico a Erfurt, possa cambiare qualcosa e impedire altri abusi. Concretamente ci si aspetta più chiarezza da una Chiesa che sembra esprimersi con opinioni sociali fuori dal tempo.

Il rappresentante supremo della Chiesa cattolica è stato anche criticato per la discriminazione degli omosessuali, così come per l’obbligo del clero al celibato e la disparità di trattamento delle donne. La voce di protesta più potente è venuta da Berlino, dove si sono raccolte quasi 10mila persone - tra cui i membri di settanta associazioni omosessuali, antifasciste e sindacali - per chiedere alla Chiesa una politica sessuale più legata alla realtà. La contromanifestazione ha avuto luogo in occasione del discorso di Benedetto XVI nel Parlamento tedesco, evento per i manifestanti già di per sé controverso: come si può permettere di tenere un discorso in Parlamento, un’istituzione della democrazia, a qualcuno che rifiuta l’omosessualità, e dimostra quindi di non rispettare la libertà e i diritti dell’essere umano?

Come ha scritto il tedesco Werner Tzscheetzsch, ex-professore cattolico di teologia, la dottrina cattolica non prevede l’autonomia dell’essere umano e non accetta nessun pensiero indipendente, due condizioni tuttavia imprescindibili della nostra esistenza razionale. Finché non ci sarà un’evoluzione in questo senso è difficile immaginarsi una maggiore adesione del cattolicesimo alla realtà sociale, soprattutto a livello sessuale, e con ciò esso rimarrà sempre a rischio “doppia morale”: da una parte la dottrina, legata a dogmi antichi fuori dal tempo, dall’altra le necessità dell’uomo, due linee parallele che non si incontreranno mai nella realtà.

Tant’è che il viaggio del Papa a Berlino rimane, per Tzscheetzsch, pura scena, un grande spettacolo: “Quando [il Papa] se ne andrà sarà tutto come prima, non cambierà nulla”, scrive il teologo. Anche se quest’ultima costatazione non è del tutto esatta: dopo il discorso del Papa in Parlamento, ora i Verdi tedeschi cominciano a chiedersi perché non invitare anche il Dalai Lama. E già questo potrebbe essere visto come un piccolo passo avanti.

 

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