Georgia, gli 'agenti' dell’Occidente

di Mario Lombardo

Il parlamento georgiano ha approvato questa settimana in prima lettura una controversa legge sugli "agenti stranieri", nonostante le proteste dell'opposizione e gli avvertimenti di Bruxelles che la legislazione potrebbe mettere a rischio le ambizioni del paese di aderire all’Unione Europea. La misura, ufficialmente nota come "Legge sulla trasparenza dell'influenza straniera", ha ricevuto...
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La memoria scomoda di Euskadi

di Massimo Angelilli

Il prossimo 21 aprile si svolgeranno le elezioni amministrative nei Paesi Baschi. Ovvero, il rinnovamento del Parlamento Autonomo, incluso il Lehendakari - Governatore che lo presidierà e i 75 deputati che lo integreranno. Il numero delle persone aventi diritto al voto è di circa 1.800.000, tra le province di Vizcaya Guipúzcoa e Álava. Il bacino elettorale più grande è quello biscaglino comprendente Bilbao, mentre la sede del Parlamento si trova a Vitoria-Gasteiz, capitale dell’Álava. Le elezioni regionali in Spagna, come d’altronde in qualsiasi altro paese, non sono mai una questione banale. Men che meno quelle in Euskadi. Si inseriscono in una stagione particolarmente densa di ricorso alle urne, iniziata con l’appuntamento...
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di Michele Paris

Pur senza particolare entusiasmo, nella giornata di mercoledì il presidente Obama ha nominato ufficialmente l’economista Janet Yellen alla guida della Federal Reserve degli Stati Uniti. L’attuale vice del presidente uscente, Ben Bernanke, non ha infatti legami particolarmente solidi con l’amministrazione democratica ma era recentemente diventata l’unica candidata per dirigere la Banca Centrale più influente del pianeta in seguito al ritiro di Larry Summers.

Jenet Jellen, 67enne nativa di Brooklyn, dopo gli studi in economia a Yale,  ha insegnato all’università di Berkeley per un decennio prima di entrare a far parte, nel 1994, del consiglio direttivo della Fed. Nel 1997 lasciò quest’ultimo incarico per diventare la prima consigliera economica del presidente Clinton, mentre a partire dal 2004 ha guidato la sede della Banca Centrale americana di San Francisco per poi essere promossa, nel 2010, all’incarico attualmente ricoperto che l’ha infine proiettata verso la presidenza di quella che viene universalmente considerata come l’istituzione finanziaria più importante del pianeta.

Il naufragio della candidatura di Summers é stato la diretta conseguenza dei malumori espressi dalle banche di Wall Street nelle ultime settimane per il possibile ritiro in tempi brevi delle misure di “stimolo” all’economia che il controverso segretario al Tesoro durante l’amministrazione Clinton si era permesso di ipotizzare.

Janet Yellen è considerata invece una degli architetti dell’aggressiva politica monetaria messa in atto dalla Fed di Bernanke da qualche tempo a questa parte (“quantitative easing”) e fondata principalmente su tassi di interessi prossimi allo zero e sull’immissione nei mercati finanziari di liquidità pari a 85 miliardi di dollari al mese tramite l’acquisto di bond.

Questa strategia, secondo la versione ufficiale, dovrebbe servire a stimolare la crescita economica e a ridurre il livello di disoccupazione ma si risolve in realtà in una promozione della speculazione finanziaria, come dimostra la crescita artificiosa dei mercati con il rischio di una nuova bolla pronta ad esplodere nel prossimo futuro. Se confermata dal Senato, colei che dovrebbe diventare la prima donna a capo della Banca Centrale di una delle prime economie del pianeta, garantirà dunque quasi certamente la prosecuzione del “quantitative easing” gradito da Wall Street.

Per questo motivo, sia i democratici che alcuni repubblicani stanno già esprimendo il loro gradimento per la scelta di Obama, facendo intravedere perciò un processo di conferma tutt’altro che faticoso. Molti compagni di partito del presidente, d’altra parte, avevano manifestato durante l’estate la loro opposizione alla candidatura di Summers, ufficialmente per il suo coinvolgimento durante l’amministrazione Clinton nel processo di deregolamentazione dell’industria finanziaria, spianando di fatto la strada a Janet Yellen.

Obama, da parte sua, facendo cinicamente riferimento alle credenziali “liberal” della neo-nominata alla presidenza della Fed, nel dare l’annuncio della sua decisione ha definito la Yellen come “una campionessa delle famiglie e dei lavoratori americani”, quando la scelta è stata determinata invece dalle pressioni fatte più o meno apertamente dai colossi finanziari di Wall Street, spaventati per le conseguenze di un eventuale rallentamento delle misure di “stimolo” di cui essi stanno ampiamente beneficiando.

Come già anticipato, inoltre, i senatori democratici appaiono entusiasti per la scelta di Janet Yellen, tanto che qualche settimana fa una ventina di loro aveva preso un’iniziativa insolita a favore di quest’ultima, inviando cioè una lettera a Obama per chiedergli di optare per la vice di Bernanke alla guida della Fed.

Con l’ormai quasi certezza della nomina di Janet Yellen, così, già martedì gli indici di borsa avevano fatto segnare sensibili rialzi, anche se i segni negativi sono riapparsi in fretta per l’effetto dello stallo al Congresso sul bilancio federale e l’innalzamento del tetto del debito pubblico.

Sulla sponda repubblicana sembra esserci maggiore freddezza, in particolare per il timore che l’aggressiva politica monetaria messa in atto in questi anni possa far risalire i livelli di inflazione e riesplodere una rovinosa bolla speculativa. L’approvazione per la Yellen mostrata da Wall Street, tuttavia, dovrebbe garantirle l’ottenimento dei 60 voti al Senato necessari per farla succedere al suo attuale superiore a partire dal primo febbraio prossimo. Se così sarà, Janet Yellen sarà la prima presidente della Fed installata da un presidente democratico dal 1979, quando Jimmy Carter scelse Paul Volcker.

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