Il pugno di ferro del Piano Ruanda

di redazione

Dopo due anni di ostruzionismo da parte della Camera dei Lord, il governo conservatore britannico ha alla fine incassato l’approvazione definitiva della legge che consente di deportare immigrati e richiedenti asilo in Ruanda. La “Safety of Rwanda (Asylum and Immigration) Bill” ha chiuso il suo percorso al parlamento di Londra poco dopo la mezzanotte di lunedì. Il provvedimento, introdotto...
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Gaza, terremoto nei campus

di Mario Lombardo

Le proteste degli studenti americani contro il genocidio palestinese a Gaza si stanno rapidamente diffondendo in molti campus universitari del paese nonostante le minacce dei politici e la repressione delle forze di polizia. Alla Columbia University di New York è in atto in particolare un’occupazione pacifica di alcuni spazi all’esterno dell’ateneo e nella giornata di lunedì i manifestanti hanno ottenuto l’appoggio dei docenti, i quali hanno sospeso le lezioni per protestare a loro volta contro l’arresto di oltre cento studenti nei giorni scorsi. Esponenti del Partito Democratico e di quello Repubblicano, così come il presidente Biden, hanno denunciato la mobilitazione, rispolverando le solite accuse di antisemitismo e a...
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di Carlo Musilli

Se fosse in vita, qualcuno dovrebbe intervistare George Orwell. Al suo Grande Fratello simbolico, quello del romanzo 1984, nessuno poteva sfuggire. Oggi invece, a oltre 60 anni da quel capolavoro visionario, l'occhio che tutto vede e tutto controlla esiste davvero, ma non fa che prodursi in brutte figure. Prima si fa beccare mentre spia la cancelliera tedesca, poi si lascia sfuggire "il più vasto e apparentemente pericoloso assembramento di terroristi islamici degli ultimi anni".

La definizione è della Cnn, che la settimana scorsa ha mandato in onda un video a dir poco imbarazzante per l'intelligence degli Stati Uniti. Secondo fonti citate dalla rete americana, il filmato è di recente produzione: le immagini sono state girate nello Yemen e mostrano un centinaio jihadisti riuniti in un summit en plein air. Ad arringarli c'è Al-Wuhayshi, numero due di al Qaida nel mondo e capo di al Qaida nella penisola arabica, la divisione più pericolosa dell'intera organizzazione terroristica.

"Dobbiamo eliminare la croce....Chi porta la croce è l'America", dice il leader islamista ai guerrieri raccolti intorno a lui, alcuni dei quali hanno il volto coperto, mentre altri si mostrano senza alcuna preoccupazione all'occhio della telecamera. Già in passato Al-Wuhayshi aveva detto di voler attaccare nuovamente gli Stati Uniti e la scena riprodotta nel video ricorda un famoso filmato di Osama Bin Laden attorniato dai fedelissimi in Afghanistan.

Quello che colpisce, al di là del contenuto del nuovo messaggio, è la scelta di organizzare la riunione di massa non in un posto segreto, non in una grotta sperduta del Pakistan, ma all'aria aperta, in pieno giorno, in un punto qualsiasi del Paese che tutti sanno essere la culla di al Qaida nella penisola arabica. Le interpretazioni possibili, a quanto pare, sono solo due: o i jihadisti hanno inventato una nuova forma di roulette russa su larga scala, oppure semplicemente non avevano alcun timore di essere bersagliati da un drone americano. 

Per quanto affascinante sia la prima ipotesi, la seconda è senz'altro più realistica. Eppure è strano, visto che proprio in questo periodo la Cia sta intensificando le operazioni dei velivoli senza pilota nello Yemen. Dal punto di vista degli Usa, si potrebbe dare la colpa ai droni stessi, perché per coprire l'intero territorio yemenita sarebbe necessario un gran numero di aeromobili. Oppure si potrebbe puntare il dito contro il meccanismo delle autorizzazioni, che a volte (ma solo a volte) pone dei limiti alle incursioni aeree.

Il punto però non è questo. Le immagini diffuse la settimana scorsa hanno preoccupato non poco i cittadini americani perché è assolutamente evidente che né la Cia né il Pentagono avevano alcuna informazione sulla kermesse organizzata nel deserto dai terroristi. Vuoto totale anche negli uffici della Nsa, l'agenzia finita in un mare di guai per i suoi metodi alla Big Brother.

Peter Bergen, un analista di geostrategia citato da Federico Rampini su La Repubblica, ha definito "sconcertante che l'intelligence non sapesse nulla di un assembramento così ampio". Milioni di americani che non hanno mai sentito la parola "geostrategia" sono d'accordo con Bergen, per cui non sorprendono le polemiche sull' "occasione mancata" di far fuori in un colpo solo un bel manipolo di nemici qaedisti.

Insomma, per quanta tecnologia sovrumana gli statunitensi possano vantare, stavolta hanno scontato un deficit a livello d'intelligence, ovvero a livello umano, visto che gran parte degli attacchi aerei made in Usa sono favoriti, di solito, dalle cimici piazzate dagli informatori sul posto. Morale: se nessuno spiffera niente, anche i droni possono rivelarsi inutili. E al Grande Fratello si appannano gli occhiali. 

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