Georgia, gli 'agenti' dell’Occidente

di Mario Lombardo

Il parlamento georgiano ha approvato questa settimana in prima lettura una controversa legge sugli "agenti stranieri", nonostante le proteste dell'opposizione e gli avvertimenti di Bruxelles che la legislazione potrebbe mettere a rischio le ambizioni del paese di aderire all’Unione Europea. La misura, ufficialmente nota come "Legge sulla trasparenza dell'influenza straniera", ha ricevuto...
> Leggi tutto...

IMAGE
IMAGE

La memoria scomoda di Euskadi

di Massimo Angelilli

Il prossimo 21 aprile si svolgeranno le elezioni amministrative nei Paesi Baschi. Ovvero, il rinnovamento del Parlamento Autonomo, incluso il Lehendakari - Governatore che lo presidierà e i 75 deputati che lo integreranno. Il numero delle persone aventi diritto al voto è di circa 1.800.000, tra le province di Vizcaya Guipúzcoa e Álava. Il bacino elettorale più grande è quello biscaglino comprendente Bilbao, mentre la sede del Parlamento si trova a Vitoria-Gasteiz, capitale dell’Álava. Le elezioni regionali in Spagna, come d’altronde in qualsiasi altro paese, non sono mai una questione banale. Men che meno quelle in Euskadi. Si inseriscono in una stagione particolarmente densa di ricorso alle urne, iniziata con l’appuntamento...
> Leggi tutto...

di Michele Paris

Per ben undici anni lo stato americano del New Jersey ha combattuto in un’aula di tribunale per cercare di imporre alla compagnia petrolifera ExxonMobil il pagamento di una somma pari a quasi 9 miliardi di dollari perché colpevole di avere gravemente contaminato con sostanze tossiche oltre 600 ettari di zone paludose nei pressi della località di Bayway, dove sorgono due impianti di raffinazione.

Dopo il dibattimento, durato otto mesi, la corte aveva stabilito la colpevolezza della compagnia con sede in Texas ed era pronta ad applicare una richiesta di danni retroattiva probabilmente molto pesante, secondo quanto stabilito da une legge dello stato denominata “Spill Act”. Ciò che mancava per chiudere il procedimento era solo la decisione in merito all’importo della sanzione che sarebbe gravata su ExxonMobil.

La richiesta dei procuratori dello stato ammontava a un totale di 8,9 miliardi di dollari, di cui 2,6 sarebbero serviti per bonificare l’area contaminata, mentre il resto (6,3 miliardi) era da considerarsi come puro risarcimento danni.

A questo punto, però, il giudice Michael Hogan ha ricevuto una richiesta da parte del vice procuratore generale del New Jersey per rinviare il verdetto definitivo, poiché l’amministrazione del governatore repubblicano, Chris Christie, avrebbe raggiunto un accordo con la ExxonMobil fuori dal tribunale.

A rigor di logica, una richiesta di sospensione della sentenza a questo punto del procedimento sarebbe stata motivata solo da un eventuale accordo con la compagnia petrolifera per il risarcimento di una somma vicina a quella chiesta dallo stato, vista la riduzione che avrebbe potuto essere decisa dalla corte.

Invece, il governatore, nonché probabile candidato alla Casa Bianca nel 2016, si sarebbe accordato per una somma pari ad appena 250 milioni di dollari, cioè meno del 3% di quanto richiesto complessivamente dallo stato del New Jersey o, se si vuole, meno del 10% di quanto sarebbe necessario per ripulire la zona contaminata.

Oltretutto, secondo una legge proposta da Christie lo scorso anno, solo 50 milioni di dollari del risarcimento sarebbero destinati a opere di bonifica, mentre il resto del denaro potrebbe essere dirottato ad altre voci di bilancio.

Il governatore Christie e i vertici di ExxonMobil hanno per ora evitato qualsiasi commento sull’accordo, ma le polemiche nel New Jersey sono subito esplose. Giovedì i giornali della costa orientale hanno riportato la testimonianza dell’ex numero uno del Dipartimento per la Protezione Ambientale dello stato, Bradley Campbell, il quale ha puntato il dito direttamente contro l’ufficio del governatore.

Secondo Campbell, i protagonisti dell’accordo da 250 milioni di dollari sono da ricercare nello staff di Christie e, in particolare, il primo consigliere di quest’ultimo, Christopher Porrino, “si è intromesso nel caso, emarginando il procuratore generale e gli impiegati di carriera che avevano condotto la controversia legale, così da giungere a un esito favorevole a ExxonMobil”.

Come quasi sempre accade negli Stati Uniti nei casi di vicende politiche o giudiziarie che si risolvono a favore delle grandi aziende, anche in questo caso gli indizi che spiegano la decisione di Christie sono da ricercare in questioni legate al denaro.

Se finora non sono emersi finanziamenti elettorali diretti a favore del governatore, ExxonMobil nel 2014 ha donato più di 700 mila dollari all’Associazione dei Governatori Repubblicani, il cui presidente fino a qualche mese fa era appunto Chris Christie.

Ai politici americani e, in particolare, a quelli repubblicani, l’industria petrolifera elargisce ogni anno milioni di dollari e la decisione di Christie sul caso ExxonMobil sembra essere perciò una mossa per mettersi in luce con finanziatori generosi in vista di una probabile candidatura alla presidenza degli Stati Uniti.

Quest’ultima vicenda è comunque solo l’ultima di una serie di imprevisti che stanno tarpando le ali a un politico a cui la stampa ufficiale ha offerto ampia visibilità sulla scena nazionale. I problemi che rischiano di frustrare le ambizioni di Christie sono in ogni caso determinati dalla sua più che evidente attitudine a servire gli interessi dei potenti e da un malcelato disprezzo per la gente comune, sia pure a fronte di un’immagine proprio da “uomo comune” attentamente coltivata.

Grave imbarazzo gli aveva causato ad esempio l’esplosione lo scorso anno di uno scandalo risalente a una decisione presa nel settembre 2013 da un membro del suo staff, il quale aveva ordinato la chiusura per alcune ore di due trafficatissime corsie di un ponte a Fort Lee, nel New Jersey.

Il provvedimento, secondo molti sanzionato dallo stesso Christie, aveva causato un colossale ingorgo, nonché la morte di una donna per arresto cardiaco su un’ambulanza bloccata nel traffico, e sarebbe stato preso come ritorsione contro il sindaco di Fort Lee, colpevole di non avere appoggiato il governatore repubblicano nelle elezioni del 2013.

Inoltre, Christie era stato fortemente criticato per avere gestito in maniera inadeguata la ricostruzione delle aree del New Jersey devastate dall’uragano Sandy nel 2012. Nel New Jersey continuano a essere accese anche le polemiche nei confronti del governatore a causa della situazione precaria del fondo pensioni dei dipendenti dello stato.

Una recente sentenza di un tribunale ha infatti ritenuto il governatore responsabile del mancato finanziamento che aveva promesso nel 2011 a favore di questo stesso fondo, per “salvare” il quale ha oltretutto proposto nuovi tagli ai “benefit” destinati ai pensionati.

Christie, infine, era apparso in un ritratto del New York Times ben poco lusinghiero poco più di un mese fa, nel quale venivano descritti i suoi numerosi viaggi negli Stati Uniti e all’estero, tutti all’insegna del lusso grazie al denaro di facoltosi sostenitori, spesso con interessi economici nel suo stato.

Sulla vicenda legata al disastro ambientale di ExxonMobil, ad ogni modo, l’assemblea legislativa statale del New Jersey, a maggioranza democratica, ha annunciato iniziative per provare a bloccare l’accordo voluto dal governatore. La discussione in aula al Senato statale dovrebbe inizare il 19 marzo prossimo.

L’accordo, per essere definitivo, dovrà comunque essere approvato dal giudice che presiede il processo, dopo la pubblicazione sul “Registro” ufficiale del New Jersey e un periodo di trenta giorni durante i quali verranno raccolti eventuali commenti o proposte di modifica da parte degli abitanti dello stato.

Pin It

Altrenotizie su Facebook

altrenotizie su facebook

 

 

ter2

Il terrorismo contro Cuba
a cura di:
Fabrizio Casari
Sommario articoli

 

Trump, intrigo a New York

di Mario Lombardo

Si è aperto questa settimana a New York il primo dei quattro processi in cui l’ex presidente repubblicano Donald Trump è coinvolto negli Stati Uniti. Il caso è quello collegato al pagamento alla vigilia delle elezioni del 2016 di una cifra superiore ai 130 mila dollari alla pornostar Stormy Daniels (Stephanie Gregory...
> Leggi tutto...

IMAGE

Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy