Il pugno di ferro del Piano Ruanda

di redazione

Dopo due anni di ostruzionismo da parte della Camera dei Lord, il governo conservatore britannico ha alla fine incassato l’approvazione definitiva della legge che consente di deportare immigrati e richiedenti asilo in Ruanda. La “Safety of Rwanda (Asylum and Immigration) Bill” ha chiuso il suo percorso al parlamento di Londra poco dopo la mezzanotte di lunedì. Il provvedimento, introdotto...
> Leggi tutto...

IMAGE
IMAGE

Ucraina, l’illusione delle armi

di Michele Paris

L’approvazione di una nuova all’apparenza consistente tranche di aiuti americani da destinare all’Ucraina è stata per mesi invocata come la soluzione alla crisi irreversibile delle forze armate e del regime di Kiev di fronte all’avanzata russa. Il via libera della Camera dei Rappresentanti di Washington nel fine settimana ha perciò scatenato un’ondata di entusiasmo negli Stati Uniti e in Europa. I quasi 61 miliardi appena stanziati non faranno però nulla per cambiare il corso della guerra e, se anche dovessero riuscire a rimandare la resa ucraina, aggraveranno con ogni probabilità i livelli di distruzione e morte nel paese dell’ex Unione Sovietica. La propaganda di governi e media ufficiali, scattata subito dopo il voto in...
> Leggi tutto...

di Michele Paris

Il primo turno delle elezioni “dipartimentali” in Francia nella giornata di domenica ha confermato la profondissima avversione degli elettori per il governo del Partito Socialista e per il presidente, François Hollande, protagonisti dell’implementazione di politiche di austerity senza precedenti nel paese transalpino. I risultati finali hanno però fatto segnare alcune differenze relativamente significative rispetto ai dati proposti dai sondaggi alla vigilia del voto.

Per cominciare, l’alleanza della destra “moderata” capeggiata dai gollisti dell’UMP (Unione per un Movimento Popolare), dallo scorso anno guidato nuovamente dall’ex presidente Sarkozy, e il Fronte Nazionale (FN) di estrema destra erano dati alla pari alla vigilia della consultazione.

L’UMP e i suoi alleati hanno invece ottenuto nettamente il maggior numero di voti, cioè poco più del 36% su scala nazionale. L’FN di Marine Le Pen ha così perso lo status di primo partito del panorama politico francese, conquistato nelle elezioni comunali e nelle europee del 2014, attestandosi attorno al 25%. Per i neo-fascisti del Fronte, il risultato di domenica è comunque di una decina di punti superiore rispetto alle ultime elezioni simili, le “cantonali” del 2011.

Il Partito Socialista ha incassato una nuova batosta a partire dall’elezione di Hollande, superando di poco il 20%, cioè leggermente meglio di quanto prospettato dai sondaggi. Questo dato, assieme alla mancata prima posizione nazionale dell’FN, ha spinto i vertici socialisti a manifestare una certa soddisfazione nella serata di domenica.

Come ha fatto notare il portavoce del PS, Carlos Da Silva, la prestazione del “blocco di sinistra” nel suo insieme è stata presoché simile a quella della destra tradizionale. L’analisi puramente aritmetica di questo dato non fa altro che confermare però l’ostilità nei confronti dei socialisti. Il Fronte della Sinistra si è infatti presentato da solo agli elettori, nel tentativo di distanziarsi dal governo di un presidente impopolare e che aveva contribuito in maniera determinante a fare eleggere.

Il risultato non del tutto negativo del Fronte della Sinistra e dei Verdi (EELV), complessivamente sopra l’8%, assieme alla somma di questi voti con quelli del PS, è ad ogni modo il segnale di una certa resistenza tra i lavoratori e la classe media francese alle politiche dei gollisti e del Fronte Nazionale, nonostante lo scoraggiamento nei confronti dei socialisti. A ciò va aggiunto poi il dato dell’astensionsimo - vale a dire di coloro che non vedono la destra o l’estrema destra come possibili alternative al governo in carica - inferiore rispetto alle europee del 2014 e alle “cantonali” del 2011 ma comunque oggettivamente molto elevato (49%).

Le dimensioni della sconfitta del PS sono in ogni caso evidenti, soprattutto in quelli che erano considerati i suoi feudi. Nel dipartimento del Nord, al confine con il Belgio e governato ininterrottamente dai socialisti fin dal 1998, i candidati del partito di governo sono stati ad esempio esclusi dal secondo turno in ben 27 dei 41 cantoni che lo compongono.

Che il Fronte Nazionale non si sia confermato il primo partito francese è inoltre una magrissima consolazione per il PS e le altre forze “repubblicane”. Le politiche anti-sociali del governo del presidente Hollande e del primo ministro, Manuel Valls, hanno ormai finito per legittimare l’FN come unica formazione in grado di combattere austerity e diktat dell’UE, così che una prestazione di quest’ultimo leggermente al di sotto delle aspettative nel quadro di un’imponente avanzata decennale risulta di ben scarso conforto.

Il partito di Marine Le Pen, anche se non sembra avere sfondato, ha ottenuto praticamente lo stesso numero di voti degli appuntamenti elettorali del 2014, mentre in 43 dipartimenti (su 101) i suoi candidati hanno spravanzato quelli degli altri partiti.

Come di consueto, il Fronte Nazionale potrebbe conquistare solo una manciata di dipartimenti al secondo turno di domenica prossima, visto che gli elettori di UMP e PS sono tradizionalmente indirizzati a votare per l’uno o per l’altro partito nei casi in cui uno dei due si trovi al ballottaggio con un candidato dell’FN.

Il modello per questa sorta di “Fronte Repubblicano” risale alle elezioni presidenziali del 2002, quando Jean-Marie Le Pen eliminò clamorosamente dal primo turno il candidato socialista, Lionel Jospin, e i vertici del PS lanciarono una campagna nazionale per convincere i propri elettori a votare Jacques Chirac al ballottaggio.

In questa occasione, il primo ministro Valls ha già chiesto a “tutti i repubblicani di creare uno sbarramento di fronte all’estrema destra per il secondo turno”. Questo appello post-elettorale fa seguito alla campagna orchestrata dal premier nelle scorse settimane contro l’FN con l’obiettivo primario di distogliere l’attenzione dei francesi dalla condotta del suo governo.

Il clima politico in Francia è però estremamente cambiato rispetto agli anni scorsi e la risposta della destra “moderata” all’appello di Valls è stata tutt’altro che incoraggiante per il PS. Sarkozy ha infatti proposto una strategia che i giornali d’oltralpe hanno battezzato “ni-ni”, ovvero “né-né”.

L’ex presidente ha spiegato che “nei cantoni dove i nostri candidati non saranno presenti al secondo turno… l’UMP non farà alcun appello a votare né per il Fronte Nazionale, con il quale non abbiamo nulla in comune, né per i candidati della sinistra, le cui politiche intendiamo combattere”.

Se altri alleati dell’UMP hanno invece risposto positivamente all’appello di Valls, come il leader dell’UDI (Unione dei Democratici e Indipendenti), la posizione del partito di Sarkozy è la conseguenza delle divisioni al suo interno circa l’approccio al Fronte Nazionale, di fatto sdoganato da quasi tutti i partiti principali, protagonisti essi stessi di un drammatico spostamento a destra negli ultimi anni.

Solo poche settimane fa, la questione era esplosa nell’UMP in seguito all’elezione speciale per rimpiazzare un seggio al parlamento di Parigi nel dipartimento di Doubs, nella regione orientale della Franca Contea.

Qui, il candidato gollista era stato eliminato al primo turno e al ballottaggio erano andati quelli di FN e PS. Nella direzione dell’UMP, Sarkozy era stato messo in minoranza quando aveva chiesto al partito di votare contro il Fronte Nazionale ed era giunto a minacciare l’espulsione dal partito di coloro che avrebbero contravvenuto alle sue indicazioni. La vicenda ha lasciato evidentemente il segno nell’UMP, convincendo il suo leader a respingere l’invito del primo ministro Valls.

L’atteggiamento che i partiti sconfitti terranno al secondo turno sarà comunque prevedibilmente al centro del dibattito politico francese fino a domenica prossima. In questo modo, verranno in gran parte oscurate le questioni più importanti legate al voto, a cominciare dal fatto che tutte le amministrazioni elette sul territorio della repubblica saranno chiamate a implementare pesantissimi tagli alla spesa pubblica, determinati dalle drastiche riduzioni degli stanziamenti agli enti locali previste dal bilancio del governo socialista di Parigi.

Pin It

Altrenotizie su Facebook

altrenotizie su facebook

 

 

ter2

Il terrorismo contro Cuba
a cura di:
Fabrizio Casari
Sommario articoli

 

Cattiverie a domicilio

di Luciano Marchetti

Quando si riduce tutto a questo, le parole sono solo parole, non importa come siano messe insieme. È come vengono interpretate che conta. Ciò che è offensivo per te potrebbe non esserlo per me. Tali sono le macchinazioni in gioco in Cattiverie a domicilio, uno di quei giochini britannici pieni di personaggi stravaganti...
> Leggi tutto...

IMAGE

Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy