Trump, intrigo a New York

di Mario Lombardo

Si è aperto questa settimana a New York il primo dei quattro processi in cui l’ex presidente repubblicano Donald Trump è coinvolto negli Stati Uniti. Il caso è quello collegato al pagamento alla vigilia delle elezioni del 2016 di una cifra superiore ai 130 mila dollari alla pornostar Stormy Daniels (Stephanie Gregory Clifford) per ottenere il suo silenzio sulla relazione extraconiugale che...
> Leggi tutto...

IMAGE
IMAGE

Nicaragua, il dovere del Diritto

di Fabrizio Casari

Le recenti iniziative del Nicaragua nello scenario internazionale hanno scosso potenti e impotenti dal torpore dell’ovvio. La difesa coerente del Diritto Internazionale ha previsto, insieme all’atto d’accusa contro i suoi violatori, azioni di risposta che, dignitosamente, non hanno tenuto conto di dimensioni, peso, incidenza e alleanze, bensì tra ciò che è giusto e ciò che non lo è.
> Leggi tutto...

di Carlo Musilli

La cattolicissima Irlanda ha detto sì alle nozze gay. Anzi, lo ha strillato. Il referendum sull'introduzione del matrimonio omosessuale è passato con il 62,1% di voti favorevoli. I contrari, con il loro 37,9%, sono stati quasi doppiati nel conteggio delle schede: 1,2 milioni contro 734mila (su una popolazione totale di 5 milioni di persone, con 3,2 milioni iscritti al voto). A livello nazionale, l'affluenza è stata del 60,5%, con una punta del 71% di sì nella circoscrizione di Dublino sud.

Sul risultato finale ha pesato in modo decisivo il voto dei giovani fra i 18 e i 25 anni, ovvero 400mila elettori cresciuti in un Paese lontanissimo da quello dei loro genitori. Pur continuando a essere una delle popolazioni più cattoliche d'Europa, oggi gli irlandesi sperimentano un livello di secolarizzazione impensabile anche solo negli anni Novanta.

L'allontanamento delle nuove generazioni dal bigottismo oscurantista del recente passato è stato alimentato dagli scandali a ripetizione legati alla pedofilia nel clero irlandese, ma ha anche a vedere con il ritorno ad una massiccia emigrazione.

Fra il 2006 e il 2012 il 70% degli irlandesi espatriati erano giovani, una massa di persone costretta a cercare fortuna oltreconfine dall'esplosione della bolla speculativa che ha prostrato l'economia irlandese e soprattutto dalla successiva cura d'austerità inflitta dalla Troika. Lo scorso finesettimana quegli stessi giovani sono tornati a casa per votare sì, intonando su Twitter l'urlo di battaglia #hometovote.

In termini di civiltà, hanno concesso all'Irlanda un riscatto di proporzioni storiche, considerando che il reato di omosessualità - o meglio, di sodomia - è stato cancellato dal codice penale soltanto nel 1993, quando ormai l'età vittoriana era finita da un'era geologica. 

L'entusiasmo per la clamorosa sterzata progressista dell'Irlanda non deve però trasformarsi in facile venerazione. Dublino non è la nuova El Dorado dell'uguaglianza e della modernità. Sul piano dei diritti civili, ad esempio, le donne irlandesi non sono ancora libere di abortire, a meno che non si trovino in pericolo di vita.

Quanto al modello economico, l'Irlanda è da anni complice spudorata di colossi globali come Google e Apple, che per eludere il fisco in tutta Europa sfruttano proprio gli espedienti legislativi concessi da Dublino (il più noto è il "Double Irish", abolito quest'anno su pressioni internazionali e prontamente sostituito con un trucco equivalente).

Ce n'è abbastanza per non essere d'accordo con il ministro della Sanità irlandese, Leo Varadkar, che nel post voto si è lasciato andare all'esaltazione: "Questo risultato ci rende un faro - ha detto - una luce di libertà ed eguaglianza per il resto del mondo".

Non è così, gli irlandesi non sono un modello da seguire in tutto, ma è innegabile che stavolta abbiano aperto una via. E non perché hanno legalizzato il matrimonio omosessuale, ma per come lo hanno fatto. Prima dell'Irlanda, le nozze gay erano un diritto riconosciuto già in 21 Paesi nel mondo, di cui 14 in Europa.

La vera novità quindi non è la legge in sé, ma il referendum. Quello irlandese è il primo in assoluto su questo tema, il che può sembrare strano, visto che parliamo di applicare a un diritto civile il principale strumento di democrazia diretta. 

E nel nostro Paese? "Dall’Irlanda una spinta in più. È tempo che anche l’Italia abbia una legge sulle unioni civili. Essere europei significa riconoscere i diritti", ha twittato  la presidente della Camera, Laura Boldrini.

Il governo sembra sulla stessa linea: "Nel mio partito, su questo tema c'è chi vorrebbe di più - avrebbe detto in privato il premier Matteo Renzi, secondo alcune fonti stampa, alludendo alla possibilità d'istituire il matrimonio omosessuale -, ma le unioni civili non sono più rinviabili".

Da Maria Elena Boschi è arrivato poi un chiarimento: "Stiamo lavorando in Parlamento a una proposta di legge che riconoscendo le unioni civili tra persone dello stesso sesso riconosca i diritti di tutti - ha detto il ministro delle Riforme -, siamo a buon punto, sono già stati presentati gli emendamenti e c'è la volontà di arrivare fino in fondo".

Almeno per il momento, quindi, in Italia il matrimonio gay è irraggiungibile, ma le unioni civili sembrano a portata di mano, visto che anche il centrodestra afferma di essere d'accordo. Alla fine qualcuno si dirà soddisfatto, qualcuno si accontenterà, qualcuno sarà deluso, qualcuno protesterà. L'importante però è iniziare a riempire il vuoto attuale, che di civile non ha nulla.


Pin It

Altrenotizie su Facebook

altrenotizie su facebook

 

 

ter2

Il terrorismo contro Cuba
a cura di:
Fabrizio Casari
Sommario articoli

 

Anselm

di Sara Michelucci

Wim Wenders omaggia Anselm Kiefer, uno dei più innovativi e importanti artisti del nostro tempo. Il regista tedesco, dopo il grande successo di Perfect Days, torna al cinema con Anselm, girato in 3D e risoluzione 6K. Il film racconta il percorso di vita del pittore e scultore tedesco, la sua visione, il suo stile...
> Leggi tutto...

IMAGE

Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy