Proprio mentre a Roma arriva l’estate, nella maggioranza cala il gelo più intenso. Ormai nessuno finge più di credere alla favola del governo di legislatura: la crisi c’è già, si tratta solo di capire quando scatterà ufficialmente. E, soprattutto, quale sarà la data delle elezioni anticipate.

 

Oggi il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, farà un discorso al Paese in cui probabilmente chiederà a Lega e Movimento 5 Stelle di mettere da parte i toni da campagna elettorale. Una tregua, insomma. Se non sarà ascoltato – com’è probabile – l’avvocato degli italiani tornerà a fare l’avvocato e basta.

 

In ogni caso, la decisione su quando richiamare il Paese alle urne dovrà passare per il Colle. La priorità di Sergio Mattarella è fare in modo che l’Italia abbia un governo capace di far approvare la legge di Bilancio entro il 31 dicembre. Gli obiettivi sono due: evitare l’esercizio provvisorio – che avrebbe conseguenze pesanti sui mercati – e disinnescare un ulteriore motivo di scontro con Bruxelles. “Soltanto la via della collaborazione e del dialogo permette di superare i contrasti e di promuovere il mutuo interesse nella comunità internazionale”, ha detto sabato il Presidente della Repubblica.

 

 

Visto che in Parlamento non esistono maggioranze alternative (tantomeno per un governo tecnico), il Quirinale potrebbe sciogliere le Camere già nella seconda metà di luglio, in modo da convocare le elezioni per fine settembre. Sarebbe la prima volta nella storia repubblicana: fin qui, gli italiani hanno mai seguito una campagna elettorale sotto l’ombrellone.

 

D’altra parte, l’alternativa è molto meno verosimile. Si tratterebbe di affidare la manovra all’Esecutivo in carica, per poi tornare alle urne a febbraio-marzo dell’anno prossimo, com’è già accaduto nel 2018. Ma è davvero ipotizzabile che questo governo sia in grado di scrivere una finanziaria in armonia con l’Europa? La risposta è semplice: no. Anche perché né Di Maio né Salvini sarebbero mai così autolesionisti da sottoporsi al voto subito dopo aver approvato una legge di bilancio pesantissima, con tanto di aumento dell’Iva.

 

Al contrario, in questi giorni il leader della Lega va favoleggiando di una manovra 2020 da quasi 50 miliardi (di cui 23 per sterilizzare le clausole Iva e un’altra quindicina per la Flat tax), suggerendo ai suoi elettori l’idea del tutto fuorviante che l’Italia possa decidere per sé, ignorando l’Europa. È un po’ la riedizione farsesca del “tirare dritto” contro “le potenze plutocratiche”, espressioni peraltro già farneticanti nella prima versione – quella tragica – pronunciata dal Mascelluto.

 

Anche perché, a meno di un’improvvisa riscossa del raziocinio italiano, nel frattempo l’Unione europea avrà aperto una procedura d’infrazione contro il nostro Paese per il mancato rispetto delle regole sul debito. Da Bruxelles hanno già fatto sapere al governo di Roma che la lettera di giustificazioni inviata venerdì da Tria non è sufficiente. Impegni troppo vaghi, oltre alle solite previsioni buttate lì poco meno che a caso.

 

I numeri sicuri sono solo negativi: fra 2018 e 2019 Lega e Movimento 5 Stelle hanno aperto nei conti pubblici italiani un buco da 11 miliardi di euro. Soldi che non sono serviti a riattivare la crescita, perché il Pil è in stagnazione (dopo un breve passaggio addirittura in recessione), mentre il debito continua ad aumentare. Senza nemmeno considerare la follia della Flat tax, l’anno prossimo il deficit-Pil sarebbe già al 3,5%, mentre il rapporto debito-Pil sfonderebbe il muro del 135%. Abbastanza per esporre il nostro Paese al pericolo di un nuovo attacco speculativo capace di contagiare il resto dell’Eurozona.

 

Avendo ben chiara questa prospettiva, mercoledì la Commissione concluderà il suo rapporto sull’Italia e quasi certamente darà il via libera alla procedura d’infrazione. L’ultima parola sulla decisione – che ci imporrebbe manovre restrittive per almeno cinque anni – spetterà però ai ministri delle finanze dell’Ue, che si riuniranno per l’Ecofin il 9 luglio. Nel frattempo, forse, avremo perlomeno capito di che morte dovrà morire questo governo.

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