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di Fabrizio Casari

La Lazio non comanda più la classifica. Un missile terra-aria di Parola a pochi minuti dalla fine riporta l’aquila sul trespolo. Le scorie del derby non sono state ancora smaltite, evidentemente. Il Milan di Allegri, sospinto da arbitraggi al limite dell’indecenza, mette la freccia e vola in testa e il Napoli, che vince all’ultimo minuto di recupero sul campo del Cagliari con un contropiede pazzesco di Cavani e Lavezzi, si trova al terzo posto. Il rischio, ora, è che ci toccherà sentire vanesio Mazzarri in tutte le salse su tutte le reti.

Le inseguitrici - Inter e Juve - non vanno oltre un pareggio. Delle candidate a vincere mantengono quindi le previsioni solo Milan e Roma: la prima grazie all’arbitro, la seconda a se stessa. La Lazio quindi avverte i suoi tifosi: la festa è finita, ora ci toccherà sudarci tutto. La Roma, d’altro canto, avverte tutti: la vittoria nel derby è stato l’inizio della ripresa e appare all’orizzonte la zona Champions League..

Ne fa le spese la Fiorentina che lascia la pelle all’Olimpico. Un’ottima partita quella dei giallorossi, che rispetto alle prime cinque giornate dimostrano di voler provare a insediarsi stabilmente nei posti alti della classifica. I giallorossi, pure alle prese con qualche problema di assetto, sembrano aver trovato un buon livello di serenità e, soprattutto, hanno ricominciato a correre.

Già, correre. Cosa che non può certo dirsi dell’Inter che è, semplicemente, irriconoscibile. Il ritmo è quello di una partita di beneficienza e alcuni dei suoi giocatori - Pandev, Coutinho e Biabiany non sono all’altezza delle ambizioni di un club come quello nerazzurro. Se poi si aggiungono giocatori visibilmente fuori forma e svogliati, come Chivu, allora davvero tutto si fa più difficile.

Se l’Inter non perde è grazie ad una magia di Eto’o che mette Milito a pochi centimetri dalla porta. Se non vince è per colpa di Pandev che si divora un gol che avrebbe segnato anche un bambino. Il gioco non esiste: passaggi di pochi metri in orizzontale, nessuna profondità o verticalizzazione, meno che mai sovrapposizioni o inserimenti offensivi. Se non è colpa di Benitez sarà colpa delle stelle. Il derby che arriva, però, rischia di essere la prova decisiva per l’allenatore spagnolo che ha trasmesso la sua flemma a tutta la squadra.

La Juventus, prima in vantaggio con il solito Quagliarella, viene raggiunta da un gol bellissimo di Diamanti e ottiene quindi un punto che non cambia in alcun modo la sua classifica. Per soffrire ha sofferto, va detto; il primo tempo è stato di chiaro segno bresciano. Colpita duramente dagli infortuni, la squadra di Del Neri mostra comunque una buona condizione fisica e, in attesa dei rientri dei suoi giocatori infortunati, si accontenta di non perdere contatto con la zona alta della classifica.

Il Genoa di Ballardini, appena subentrato a Gasperini, batte il Bologna. Sorride anche il Catania, che ritrova la vittoria contro l’Udinese e il gol per Maxi Lopez. Pari in bianco a Verona tra Chievo e Bari. Domani si chiude con Sampdoria-Parma, i ducali al momento sono ultimi da soli con otto punti. Peggio di come stanno non potranno stare.