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di Fabrizio Casari

La sfida per eccellenza del miglior calcio italiano di questi anni è stata fedele alle attese. Grande partita ci si aspettava e grande partita è stata. Le due squadre si sono affrontate a  viso aperto e, a fronte di un sostanziale equilibrio a metà campo, sono state decisive delle grandi giocate dei singoli. I migliori in campo per l’Inter sono stati Thiago Motta, Julio Cesar, Snejider ed Eto’o, mentre nella Roma Vucinic, e nel secondo tempo Julio Sergio, sono stati una spanna sopra gli altri. Sono stati invece insufficienti Cordoba nell’Inter e Perrotta nella Roma.

Attacchi straordinari ma difese in difficoltà: questa la storia di una partita con otto gol. Ha vinto la squadra più forte ma chi ha perso non è certo che lo sia meno. L’Inter ha avuto più l’iniziativa ma la Roma, in contropiede, ha messo in apprensione la difesa nerazzurra spesso e volentieri. Quello che sembra fare la differenza è la qualità complessiva dell’organico. A questo punto, la remuntada interista, checchè ne dica Allegri, diventa un fantasma che si aggira per Milanello.

Quando Leonardo arrivò all’Inter i nerazzurri avevano 13 punti in meno del Milan, ora ne hanno 5 e una partita da recuperare. Si può far meglio? Certamente sì. Tredici gol in otto partite spono decisamente troppi. Anche se il dover vincere ad ogni costo sbilancia naturalmente la squadra in avanti, la difesa appare troppo fragile e, senza i miracoli di Julio Cesar, la situazione oggi sarebbe ben peggiore. Non si deve dimenticare, certo, che i tre centrali difensivi migliori dell’Inter (Lucio, Samuel e Chivu) erano fuori per infortuni e squalifiche, ma Ranocchia, pure bravo, non offre sicurezza assoluta, mentre Cordoba è decisamente in calo. E che la differenza nella qualità del gioco la faccia Snejider, è apparso chiaro: bisognerà centellinare le sue assenze e, nel contempo, reinserire gradualmente Milito, che davvero non può, in queste condizioni, togliere spazio a Pazzini.

La Roma lascia la sua ultima grande sfida alla rivale di questi anni con una sconfitta, che segna negativamente anche l’addio della famiglia Sensi alla Roma. Si sentono i nomi di Ancelotti e di altri, ma prima di liberarsi di Ranieri la Roma dovrà pensarci molto bene. Il tecnico testaccino anche in questa occasione ha indovinato i cambi rimettendo la sua squadra in corsa fino a cinque minuti dalla fine della gara. Non può essere colpa sua se Mexes insulta l’assistente dell’arbitro e se Burdisso non ha mai imparato la differenza che c’è tra l’irruenza e la calma. Ora i giallorossi si trovano a meno due dal Napoli, che l’incontreranno nel prossimo turno privi di Mexes e Burdisso. Un pessimo modo di affrontare Cavani e Lavezzi.

Questa volta Ibra non ha segnato, dunque Pato non è bastato e il Milan si è fermato. Due soli punti nelle ultime due partite non sono certo uno score da scudetto e sembra proprio che la pur robusta campagna acquisti, la corsa verso il titolo comincia a farsi molto meno sciolta. I rinforzi arrivati con il mercato (o, meglio sarebbe dire, il supermercato) di Gennaio, saranno anche utilissimi in chiave elettorale per il suo padrone, ma sembrano esserlo molto meno per il Milan. Che dimostra ancora una volta di essere Ibrahimovic e qualcos’altro, ma che conferma, appunto, che quando lo svedesone multi maglie non risolve, la squadra resta monca.

Il Genoa, peraltro, pur sempre temibile tra le mura di casa, non era certo un ostacolo insormontabile, salvo che Floro Flores, appena arrivato nella Lanterna, si dimostra una buona idea di mercato. Il pareggio di ieri tiene comunque i rossoneri a distanza dalle inseguitrici, ma il Napoli, che ha sconfitto il Lecce in casa con un sonoro 4 a 2, si trova ormai a tre punti, cioè con l’alito sul collo della capolista. Lamentarsi delle assenze non basta. Inter, Juventus e Roma ne hanno altrettante e Allegri dovrebbe forse trovare un assetto diverso per una squadra che appare spezzata in due, con scarsa comunicazione tra i diversi reparti e autrice di un solo schema: palla a Ibra e speriamo bene.

La Juventus, invece, torna a vincere e questa, almeno nelle ultime settimane, è una novità. Lo fa con una doppietta del neoacquisto Matri, che sceglie proprio la sua ex-squadra nel suo ex-stadio per ricordare a tutti i tifosi del Cagliari la differenza che passa tra un presidente e Cellino. Del Neri dice che la vittoria e i gol di Matri confermano quanto da lui sostenuto, cioè che la crisi dei bianconeri era dovuta alla mancanza di punte. Vedremo domenica prossima, nella sfida con l’Inter, se Matri ha colmato definitivamente la lacuna e se la Juve riprenderà il suo cammino, che all’inizio del torneo veniva ipotizzato come vittorioso o, almeno con destinazione zona Champions.

Il Napoli batte il Cesena e si porta a tre punti dal Milan. Ancora una volta i suoi giocatori migliori fanno la differenza in una squadra comunque ben messa in campo, veloce e dalla tecnica decisamente superiore alla media. Due a zero senza mai soffrire ai romagnoli. E' stata una buona partita che ha dimostrato come la caduta del turno precedente a Verona sia stata immediatamente metaboilizzata. Il Napoli può davvero rappresentare la novità di quest'anno e a Milanello faranno bene a guardarsi dai partenopei, oltre che dagli interisti.

La Lazio sbatte il muso contro il muro del Chievo, che rimane una delle formazioni minori con maggiore capacità di mettere in difficoltà le squadre più quotate. Una squadra fisica e veloce, tutta sistemata dietro la linea della palla e con Pellissier capace di avventarsi su ogni pallone come un rapace. Ormai pare evidente che la squadra ammirata nella prima parte della stagione abbia perso smalto e, forse, convinzione in se stessa. Molta più la voglia di fare che la lucidità in campo. Reja appare in difficoltà e la sua politica di turn-over, altrove fondamento del successo (vedi Napoli), all’Olimpico miete vittime e soprattutto fischi dei tifosi. Se non vivesse nelle polemiche non sarebbe la Lazio, ma ad ogni modo la posizione in classifica è comunque di tutto rispetto, dal momento che se la zona Champions appare improbabile, la zona Uefa appare invece un obiettivo realistico alla portata. Non male per chi lo scorso anno era con un piede in serie B.

Il Parma pareggia contro la Fiorentina in una partita che vede protagonista il neoacquisto Amauri. Un gol e una traversa nel finale hanno timbrato il via al processo di resurrezione dell’attaccante di origini brasiliane che a Torino era diventato sinonimo d’inutilità. Un rigore un po’ generoso fischiato a favore dei viola ha riportato in parità il risultato, ma al Parma serve a poco. Ha bisogno di ameno tre vittorie nelle prossime sei-sette partite per scacciare definitivamente i rischi di slittamento verso il basso.

E se a Parma si parla di Amauri e di resurrezioni, poco più in basso si parla già di possibili retrocessioni. Il Bologna riesce a cogliere un successo importantissimo contro il Catania, in una partita fortemente caratterizzata da una messe di cartellini gialli e uno rosso, decisivo. La vittoria fa sì che il Bologna vada a pari punti con la Fiorentina e si sganci dalla zona più bassa della classifica, sette punti sopra la zona retrocessione. Il Catania, invece, vi si trova solo ad un punto e dovrà partecipare seriamente alla lotta con Lecce, Cesena, Brescia e Bari per rimanere nella massima serie a fine stagione.

Il Ct azzurro ha diramato le convocazioni per la nazionale che mercoledì a Dortmund affrontarà la Germania. Tornano Buffon, Cassano e Giovinco, mentre Matri e Thiago Motta (che ha festeggiato con una grande prova e un gol la sua prima convocazione) sono le new entry del club azzurro. L’impegno non è certo dei più semplici. La partita è un’amichevole, per quanto possa esserlo un confronto tra Italia e Germania. Nessuno aspetta nuove pagine eroiche, sarebbe sufficiente cominciare a vedere un profilo meno incerto della nuova Italia firmata Prandelli.