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di Fabrizio Casari

C’è chi dice che le cose migliori si vedono alla fine e, almeno oggi, è difficile dargli torto. E’ stato infatti il posticipo serale la parte più godibile della sedicesima giornata. Due gli incontri ed entrambi di livello: quello del San Paolo, che opponeva il Napoli alla Roma, e quello dell’Olimpico, che metteva contro Udinese e Lazio. La Roma è andata a vincere per 3 a 1 su un Napoli che, quando esce Lavezzi, perde la sua quota migliore. La squadra di Mazzarri ha sì avuto una buona partita da Cavani, ma ha mostrato idee annebbiate e gambe pesanti.

La Roma, che ha disputato la migliore partita di questa prima parte di campionato, sembra aver rinunciato alla mania del possesso palla sterile per tornare ad una maggiore solidità, soprattutto a centrocampo, e Totti, De Rossi e Osvaldo hanno dettato la musica giallorossa. La cosiddetta “vecchia guardia” ha mostrato quindi di saper ancora mordere e il mix con i giovani ha funzionato bene. I giallorossi rientrano così nella prima parte della classifica e se non riparte la solita esaltazione fuori luogo, il risultato di Napoli può essere un momento di svolta per la squadra di Luis Enrique.

All’Olimpico si è vista una bella partita, con un’ottima Lazio che non è però riuscita ad andare oltre il pareggio, grazie anche ad un’Udinese che non ha mai mollato e che, quando ha trovato Di Natale, ha subito ricordato a tutti quanto sia pericolosa. Con questo pareggio i bianconeri hanno agganciato il Milan al secondo posto, a due punti dalla Juve e con altrettanti di vantaggio su una Lazio che avrebbe meritato qualcosa in più. Gli uomini di Reja hanno fatto la partita, ma è Pinzi, l’ex di turno, a decidere il 2-2 finale La squadra di Reja resta comunque quarta in classifica, posizione più che dignitosa.

Il vertice della classifica è comunque ancora questione tra Juventus e Milan. I bianconeri si sono disfatti del Novara senza grande difficoltà. La squadra di Tesser non è mai stata in grado di opporre particolare resistenza, meno che mai di provare ad invertire il pronostico. Conte si è detto poco soddisfatto, ma il campo ha espresso un verdetto addirittura limitato, vista la sproporzione della gara. E il fatto che il Novara abbia rischiato di far male in qualche circostanza non deve far dimenticare con quale e quanta facilità la Juventus poteva segnare.

Il Milan, che ha battuto il Siena, prima della vittoria juventina era tornato per 24 ore in testa alla classifica. Come ormai consuetudine, arrivano i gol di Nocerino e il rigore regalato. La partita, va detto, non ha mai avuto storia, visto anche un possesso palla del Milan vicino al 70%; ben altra compagine  dei toscani sarebbe servita per sfruttare i rimanenti minuti di possesso in termini di occasioni da gol. Ma quello dei penalty inventati a favore dei rossoneri sembra ormai un appuntamento fisso del campionato, medicina politica per sostenere una squadra che, a ben vedere, di regali non dovrebbe avere bisogno.

Illuminante l’imbarazzo di Allegri davanti alle immagini della simulazione di Boateng: il tecnico milanista si affanna a convincere più se stesso che chi vede, senza però che il teatrino di Sky tenti di fare il mestiere d’informare. Ma di regalo in regalo è così che si sommano punti e non si vede andar via gli avversari ed è così che Ibrahimovic conquista la vetta della classifica dei cannonieri. La vittima designata di ieri è stato il Siena, d’altra parte mai accreditato come possibile protagonista di risultato diverso contro la corazzata di Galliani.

L’Inter, per la prima volta in questo campionato, entra in zona Champions. Il successo contro il Cesena porta a tre le vittorie consecutive dei nerazzurri, con la difesa imbattuta da tre giornate e un gol solo subìto nelle ultime cinque. L’Inter deve fare punti e li fa, dovrebbe aumentare la velocità ma non può, dovrebbe giocare bene ma non ci riesce. Il sintetico di Cesena, poi, non ha certo favorito le trame di passaggi a centrocampo, con errori continuati. Ma avere due mancini al centro ha sbocchi obbligati per il gioco e Zanetti, che é straordinario quando gioca dietro ma viene risucchiato quando è schierato a centrocampo, non aiuta certo a far fluire il gioco.

Zanetti, Cambiasso e Thiago Motta sono la carta d’identità di una squadra che gioca a ritmi bassissimi e che vince solo con la classe e l’esperienza, i nervi e il cuore, ma non straccia più gli avversari come sapeva. Magari Poli (che usa i due piedi) potrebbe proporre freschezza e variazioni nella circolazione e nella difesa della palla e forse un po’ di riposo a Pazzini e Milito non sarebbe una cattiva idea, visto che non c’è verso che la buttino dentro.

Tra Fiorentina e Atalanta, invece la noia iniziale e diventata suspance finale, con la viola che ha agguantato un pareggio a tre minuti dalla fine. Una partita che sembrava essersi messa bene per la squadra di Delio Rossi, dopo che era andata in vantaggio con Gilardino dall’ottavo minuto. Ma circa mezz’ora dopo veniva raggiunta da Masiello e verso la fine del secondo tempo subiva anche il vantaggio dei bergamaschi con il solito Denis. Solo un acuto del suo fuoriclasse Jovetic ha impedito una sconfitta tra le mura amiche.

Resta la sensazione che il cambio di panchina non abbia poi giovato molto alla squadra: cinque partite in cinque punti dicono che Delio Rossi non sembra aver scoperto la formula giusta per ottenere prestazioni e risultati all’altezza delle ambizioni della famiglia Della Valle. Che dovrà però prima o poi riflettere bene sulla differenza che passa tra gli investimenti che si fanno e le ambizioni che si hanno.

Vince il Catania il derby contro il Palermo. I ragazzi di Montella battono 2-0 quelli di Mangia e agganciano momentaneamente in classifica il Genoa a 21 punti. Al Massimino decidono una punizione straordinaria di Lodi e il gol su rigore di Maxi Lopez, che poi si commuove salutando i suoi tifosi. Per l'attaccante argentino si fanno sempre più insistenti le voci di un suo addio a gennaio. Destinazione? Milan.

Un rocambolesco pareggio con sei gol ha segnato la partita più divertente della giornata tra Parma e Lecce, che proprio dell’Inter saranno le prossime avversarie. Una doppietta di Di Michele, uno dei quali spettacolari (in rovesciata volante). Due gol arrivano negli ultimi sette minuti di gioco, l’ultimo di questi addirittura al quinto minuto di recupero. Boskov avrebbe giustamente ricordato il suo mantra: “Partita finisce quando arbitro fischia”.