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di Fabrizio Casari

Un’Inter attenta, contratta ma concentrata, dura e schierata come una muraglia cinese, ha sconfitto il Milan per uno a zero nel derby di Milano. A dire il vero il risultato giusto sarebbe stato più rotondo, ma il solito, indecente Copelli, uomo vicinissimo al Milan e non da oggi, come da tutti risaputo e appurato dal team d'investigatori di Calciopoli, ha fatto annullare un gol regolarissimo di Thiago Motta. Non c’era nessuna possibilità di errare, la segnalazione è stata...spontanea. Sconcerta la sua designazione, ma fino a un certo punto. I favori al Milan sono stati costanti anche in questo torneo. Per fortuna, però, il Palazzo amico non sempre é sufficiente. Il Milan ha provato ad allargare il gioco e a penetrare centralmente e i tre inserimenti di Robinho e Seedorf e El Saharawi nel corso della partita avevano proprio l’obiettivo di allargare la difesa dell’Inter e cercare l’inserimento dei centrocampisti in zona tiro. Niente da fare.

Perché Ranieri, come si sa, è l’uomo dei derby. Ha inserito Chivu per chiudere la strada a Robinho e quindi Snejider per infoltire il centrocampo. Con otto giocatori dietro la linea della palla e una mediana di piedi buoni, le possibilità di gioco sono comunque due: pressing basso nella propria metà campo e ripartenze con la difesa attestata davanti all’area o spostamento di venti metri avanti del baricentro, pressing alto vicino l’area avversaria e possesso palla allargando il gioco a Maicon e Nagatomo sulle fasce per i cross ai centrali offensivi e per l’inserimento dei centrocampisti al tiro (non per caso l’Inter ha mandato a segno quattordici giocatori diversi fino ad ora). Con le grandi si usa il primo, con le piccole il secondo.

Ma nell’analizzare il successo dell’Inter si deve in primo luogo soffermarsi sulla straordinaria coppia centrale: Samuel e Lucio sono straordinari, ancora la coppia di centrali tra le prime al mondo la loro condizione brillante con la ritrovata forma di Julio Cesar trasforma la difesa dell’Inter in una roccaforte. Non è un caso, infatti, che nelle ultime sette partite l’Inter ne abbia vinte sei e nelle ultime 4 non abbia subìto un gol.

Si riapre dunque la lotta per le prime posizioni della classifica, dal momento che la distanza tra i nerazzurri (quinti) e la capolista è di soli 6 punti e in quattro punti ci sono tre squadre. Quando Ranieri si sedette sulla panchina dell’Inter il distacco era di tredici punti. E a dire quali possono essere le possibilità dei nerazzurri di migliorare ulteriormente lo dice anche la panchina che ieri era a disposizione di Ranieri: Snejider, Forlan, Ranocchia, Chivu. Se queste sono le riserve…

Il Milan, invece, conferma che le squadre di Allegri soffrono molto la ripresa dopo le soste come l’inizio di campionato. Il sole di Dubai non deve aver scaldato muscoli e cervello, perché con la conferma di Pato, ha invece creato i presupposti per la freddezza futura di Ibrahimovic, l’arma letale dei rossoneri. Lo svedese, infatti, ha bisogno di giocatori che si allarghino e non che cerchino il centro dell’attacco, obbligando lui ad allargarsi e rifinire invece che concludere. L’impressione è che la conferma di Pasto cominci ad avviare la fase dei “mal di pancia” di Ibra.

Ma questa è stata una settimana durissima per il club di Via Turati: la figuraccia rimediata da Galliani nella vicenda Tevez e i mugugni di Gattuso verso lo staff medico si uniscono al nervosismo di Ibra e alla sconfitta nel derby, oltre che al rilancio della nemica Inter. Particolare segnalazione per il pirla dell’anno va a Boateng, che aveva detto di essere preoccupato dell’Atalanta, non certo dell’Inter. Complimenti per la sapienza calcistica e la preveggenza.

Si riapre dunque questo campionato anche perché le sorprese arrivano, se si considera che le prime tre squadre della classifica - Juventus, Milan e Udinese - hanno ottenuto complessivamente un punto. Nel dettaglio, un Genoa pimpante, pur ingiustamente punito da un rigore e un’espulsione che non c’erano, ha ragione di una Udinese che trova una squadra che corre tanto quanto lei e, soprattutto, trova Frey in una di quelle giornate di grazia che ricordano a tutti le qualità straordinarie del portiere francese. La Juventus non riesce ad imporsi, bloccata sul pareggio dal Cagliari. Resta comunque, la squadra di Conte, l’unica a non aver ancora conosciuto la sconfitta in questo campionato ed è arrivata a diciotto risultati utili consecutivi. E la vitttoria dell’Inter contro il Milan, con la contemporanea sconfitta dell’Udinese, è comunque una benedizione per le ambizioni scudetto dei bianconeri.

Sembra aver parzialmente smaltito la sbornia anche la Lazio, che batte l’Atalanta all’Olimpico con un 2 a zero firmato Hernanes e Klose. Se per il bomber tedesco è inutile trovare parole per definirne la micidiale qualità e quantità di gol, per la Lazio va detto che non costruisce gioco ma almeno, nell’occasione, non ne ha subito. A volte sembra noiosa e cupa come il suo allenatore, ma comunque si mantiene in una situazione di classifica buona.

Mentre si attende la fine della telenovela relativa al contratto di De Rossi, la partita tra Catania e Roma è stata sospesa causa nubifragio. Una partita solitamente calda quella che si vede quando i giallorossi scendono a Catania per via di polemiche antiche, ma stavolta l’acqua a catinelle aveva spento ogni ardore ultras.

L’imperizia del Catania in attacco (nel primo tempo si è divorata tre occasioni enormi) e la pioggia battente hanno salvato la Roma, che sembrava davvero in difficoltà con i suoi palleggiatori su un terreno pesante, ma un rigore a favore dei giallorossi ci stava. Poi, Giove pluvio ha deciso che poteva finire così, con un arrivederci invece che un risultato.

Il Lecce, in trasferta, batte la Fiorentina di Delio Rossi, che pare addirittura peggiore rispetto a quella di Mihaijlovic che, va detto, non ha potuto disporre di Jovetic per mesi interi. Le contestazioni dei tifosi dovrebbero suggerire un bagno di realtà da parte della dirigenza viola, che invece di cambiare allenatore farebbe bene a mettere in discussione la presunta genialità di Corvino nell’allestimento della squadra. Che poi Corvino si muova secondo le direttive dei Della Valle conta poco: è l’incapacità di trovare giocatori low cost e giovani all’altezza delle ambizioni della Firenze calcistica che pesa sulla qualità complessiva dell’organico.

A proposito di allenatori c’è da registrare la sconfitta del Palermo (ennesima) che testimonia come Mutti non vada meglio di Mangia. Qui il problema del Direttore sportivo entra relativamente, Zamparini basta e avanza per creare (poco) e distruggere (molto) nelle ambizioni dei rosanero. Il Parma di Donadoni sembra aver dato uno scrollone serio e la vittoria rotonda sul Siena dice che l’allenatore conta, eccome se conta.

Nell’area emiliana-romagnola rispunta anche il capino del Cesena, che tenta di vedere la luce fuori dal tunnel battendo il Novara, diretto competitor per la salvezza. Vittoria maturata nei primi 45 minuti con una doppietta di Mutu, che supera il traguardo dei cento gol in serie A. Cosa non da tutti.