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di Fabrizio Casari

La vittoria della Juventus e il pareggio del Milan, la caduta del Napoli e il ritorno alla vittoria dell’Inter, hanno rappresentato la cifra della scorsa giornata di campionato. Le polemiche di Galliani contro la svista arbitrale che ha negato il gol del Milan (palla respinta oltre o sulla linea? Francamente non è semplicissimo) che ritiene ormai di aver perso ben quattro punti nei confronti della Juventus per errori arbitrali.

Sommano infatti, a via Turati, l’errore clamoroso di Juventus-Milan e quello di domenica scorsa e, in una lettera inviata alla Federazione, lamentano un’alterazione della competizione con i bianconeri per la conquista del titolo. Peccato però che al Catania sia stato annullato un gol regolarissimo (di cui nessuno parla) e che Galliani ometta il gol negato all’Inter nel derby ed altre decisioni discutibili che hanno portato il Milan a collezionare (come sempre) il maggior numero di rigori dati in parallelo al minor numero di quelli subiti. Davvero risulta improbabile un complotto ai danni del Milan, per quanto la “simpatia” dei vertici arbitrali nei confronti della Juventus sia nota.

Il nervosismo che si respira in casa rossonera è ovviamente determinato non solo dallo strabismo di chi ha in questi anni addirittura modificato il calendario a suo vantaggio, ma anche dalla consapevolezza che la sfida di stasera contro il Barcellona potrebbe rappresentare un bivio decisivo per l’annata intera, visto che lo scudetto - che pareva affare ormai certo - rischia di complicarsi in ragione dell’impegno di Champions. Uscito dalla Coppa Italia, infatti, ove il Milan riuscisse nel miracolo di passare il turno si troverebbe a dover disputare la finale senza poter togliere gli occhi dal campionato, mentre nel caso non riuscisse a passare il turno in Europa, nemmeno per lo scudetto ci sarebbe un percorso semplice. La rivalità tra i due club, fino a pochi anni fa complici, è destinata dunque a crescere nel finale di stagione.

La Juventus, dal canto suo, sembra aver trovato le energie migliori per questo finale di campionato. Nelle ultime due gare si è sbarazzata di Inter e Napoli e ha ridotto di due punti la distanza dalla vetta. Ha comunque la finale di Coppa Italia come impegno e anche per lei non saranno rose e fiori da qui alla fine del campionato. Ma sta bene, corre, lotta e segna, pur in assenza di un bomber di razza.

L’Inter di Stramaccioni fa tornare il sorriso sui volti nerazzurri. Serviranno conferme nei prossimi turni, ma sembra che in pochi giorni il giovane tecnico romano abbia già trasmesso indicazioni importanti, sia sul piano tattico che psicologico. L’Inter, infatti, ha rispolverato un calcio piacevole e se la messe di gol (5) non è di per sé indicativa, visto che di fronte aveva la difesa più battuta della Serie A, è però altrettanto vero che cinque gol sono tanti, tantissimi per l’Inter che non riusciva più a vincere in casa da diverso tempo, precisamente dal 22 gennaio contro la Lazio.

Solo l’arbitro Valeri poteva concedere tre rigori contro l’Inter con uno solo meritevole della massima punizione, ma non è la prima volta che l’arbitro romano mostra i denti ai nerazzurri. Il tifo è cosa seria, pare. Ad ogni modo Stramaccioni ha schierato la squadra con un indeito 4-3-3, ha resuscitato Zarate e riproposto un Milito gigantesco. Esordio anche per Guarin, che mancava da mesi dai campi: ottimo inserimento che darà i suoi frutti sia nel finale di stagione che nel prossimo anno.

La vittoria della Roma e la caduta dell’Udinese raccontano due cose: che la squadra allenata da Luis Enrique, che ha scoperto le verticalizzazioni, è naturalmente portata a giocare meglio sui campi primaverili e che l’Udinese, come ormai da due anni, finisce con un mese d’anticipo la benzina nel serbatoio.

Ma le due notizie più importanti del week end pallonaro sono due e ugualmente tristi: la morte di Giorgio Chinaglia, indimenticato bomber della Lazio di Maestrelli campione d’Italia e lo scandalo scommesse, che ha portato all’arresto di Masiello (che ha già confessato la combine) e, sottobanco, annuncia altri provvedimenti giudiziari.

Si può discutere all’infinito sulla giustizia che assegna alle società di calcio la responsabilità oggettiva per quanto commesso dai suoi tesserati, ma si deve ricordare che questo vale per ogni comparto imprenditoriale: davvero non si vede perché per il calcio dovesse vigere una giurisprudenza diversa. Dunque, il tema della lotta per il terzo posto (ultimo tram per l’accesso alla Champions del prossimo anno) sarà oggetto solo in parte delle disputa sul campo; saranno anche il giudice sportivo e gli organi istituzionali del calcio a stabilire, con le penalizzazioni a campionato chiuso, il nome di chi il prossimo anno potrà giocare nell’Europa che conta.