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di Fabrizio Casari

Una serata in stile Hallowen, con diversi scherzetti e scarsi dolcetti. Gli scherzetti hanno riguardato Napoli e Roma e i dolcetti sono andati invece nelle fauci di Juventus e Lazio, con la prima che ha avuto ragione del Bologna un minuto prima della fine e la seconda che ha ottenuto un pareggio dopo essere stata per diverso tempo sotto di un gol. Ma è l’Inter che si prende doppia razione di dolcetti, battendo la Sampdoria e, causa sconfitta dei partenopei,  conquistando la seconda posizione in classifica a quattro punti dalla Juventus.

Nuovamente sconfitta la Roma e ancora una volta dopo essere passata in vantaggio. Qui è chiaro che la capacità della squadra di gestire il flusso della partita, scandirne i tempi e controllarne gli sviluppi è decisamente scarso. Sono ormai un numero esagerato le partite nelle quali i giallorossi vanno all’attacco, segnano e poi si fanno riprendere e, spesso, addirittura superare. Zeman non può non porsi domande nette sulla sua capacità di trovare soluzioni in campo e feeling nello spogliatoio, anche solo per non doversi caricare sulle spalle le responsabilità sue e anche quelle che gli appartengono solo in parte, essendo a carico della dirigenza che ha voluto impostare una campagna acquisti senza raziocinio. Ma certamente non può andare avanti sostenendo di non dover cambiare niente. La coerenza è una virtù, la cocciutaggine è un difetto.

Sull’altra sponda del Tevere, la Lazio appare stanca e non attraversa un momento felice. In due turni di campionato ha perso cinque punti nei confronti dell’Inter che ora la precede. Le assenze di Ledesma e Hernanes sono pesanti oggettivamente, ma diventano pesantissime proprio per la mancanza di alternative in panchina. Peraltro, l’unico giocatore che potrebbe svolgere con decenza i compiti di Hernanes si chiama Matuzalem, ma tanto per restare nella tradizione, Lotito lo ha messo fuori rosa causa contrasti circa il mercato. Il presidente a costo zero della Lazio non solo infatti non compra quanto sarebbe necessario, ma non cerca nemmeno di garantire una formazione di qualità sui 15-16 elementi. Inevitabilmente, dunque, Petkovic dovrà fare buon viso a cattiva sorte, tentando di ridurre al minimo le difficoltà.

Il Napoli pare trovarsi decisamente in una fase problematica. Le difficoltà della Champions si ripercuotono sul campionato e viceversa e, anche qui, una panchina ridotta all’osso in termini di qualità non può che far pagar pegno. A questo si aggiunge l’ormai evidente disagio di Mazzarri e la situazione di gelo con De Laurentiis che non può che riflettersi nello spogliatoio. Puntare sulla coppia d’oro Cavani-Hamsick non può bastare. Ogni partita dove i due non sono al massimo dei giri, rischia di diventare un’occasione butatta e punti mancanti per il Napoli.

Non perde colpi invece l'Inter, che batte la Sampdoria esibendo il suo trio d'attacco con l'aggiunta di un Guarin in netta ripresa. Ottava vittoria consecutiva per gli Strama-boys e la sensazione che la crescita della squadra continui senza sosta. Aver raggiunto il secondo posto solitario in classifica racconta bene una squadra che sa vincere giocando bene e meno bene, che sa essere camaleontica nell'assetto e che riesce a non perdere mai il controllo sostanziale delle partite. Un avversario degno per la sfida alla Juve.

Già, perché dopo tante settimane a domandarsi chi possa essere “l’anti-Juventus”, ecco che proprio sabato sera, a Torino, Juve e Inter s’incontreranno in una gara che, oltre ad essere il “classico” del campionato italiano, stavolta è anche la sfida tra prima e seconda in classifica. Troppo presto per definirla una sfida decisiva per il campionato, troppo riduttivo definirla solo uno scontro tra le due antagoniste per eccellenza del calcio nostrano.

La Juventus acciuffa all’ultimo minuto la vittoria contro il Bologna e riesce così a mantenere il distacco in classifica di quattro punti. Il risultato potrebbe far pensare ad una prestazione sotto tono, ma così non è stato. Solo che alla Juventus manca l’attaccante che risolve la gara e per questo a volte il gol diventa un’operazione più difficile. Per risparmiare alcuni giocatori in vista della partita contro l’Inter, Conte e i suoi vari sostituti hanno risparmiato mezza squadra.

Atteggiamento diverso da parte di Stramaccioni, che ha invece mandato in campo persino due giocatori diffidati nella partita vinta contro la Sampdoria. L’allenatore dell’Inter ha spiegato che voleva inviare un messaggio chiaro ai giocatori e, forse, anche alla Juventus. Alla partita si arriva anche con un ambiente - quello interista - che tiene i toni bassi, mentre quello juventino protesta, urla e punta il dito contro non meglio precisati nemici, quasi a doverne intravvedere per poter riuscire a tenere alta la concentrazione.

Ma comunque vada a finire la sfida di Sabato, due cose sono certe: la Juventus resta la squadra più forte e il venir meno della migliore forma da parte di alcuni dei suoi big non le impedisce di vincere e mantenersi al comando. L’Inter, su cui pochi avrebbero scommesso, di partita in partita costruisce gioco e vittorie e le statistiche dicono che i numeri sono straordinari.

Peraltro, la vittoria di ieri porta Stramaccioni ad eguagliare Trapattoni nel numero di vittorie consecutive dalla panchina dell’Inter. Sabato prossimo, quindi, Juventus e Inter saranno chiamate a confermare quanto visto fino ad ora e sarà una partita che, per la sua importanza “classica” e quest’anno persino di classifica, riporta alla storia di sempre della lotta tra le due squadre per il vertice del calcio italiano.