Stampa

di Fabrizio Casari

Un muro vero e proprio quello eretto dalla Lazio a Torino, che ha consentito ai biancoazzurri di pareggiare la partita. Protagonista assoluto Marchetti, il portiere laziale, che si è esibito in una serie di interventi decisivi. Juventus aggressiva, come sempre, ma capace di sterilizzare negli ultimi sedici metri quanto propone nei primi cento, come sempre. La Lazio avrebbe potuto e dovuto osare di più, ma le assenze di Mauri e Lulic hanno pesato non poco sul piano della spinta e dell’imprevedibilità.

La Juventus ha così attaccato per tutti i novanta minuti e, in alcuni spezzoni di gara, ha letteralmente assediato il fortino laziale. L’assenza di Pirlo, ovviamente, ha pesato nella capacità di verticalizzare negli ultimi trenta metri, ma il problema maggiore resta l’assenza di un finalizzatore che sappia concludere a rete le continue occasioni che la squadra crea, particolarmente sulla sinistra dove agisce Asamoah che è un bruttissimo cliente per chiunque decida di contrapporvisi.

A centrocampo, dove la Lazio mostrava migliori capacità di palleggio e dove solo l’aggressività del pressing juventino rendeva possibile non mandare in profondità Klose, Vidal si è immolato nel compito di interdizione e spinta, riuscendo a rendere meno grave la scarsa forma di Marchisio. Petkovic non ha colpe sull’atteggiamento troppo difensivo della squadra, dal momento che le assenze di Mauri e Lulic non sono supportabili dalla panchina, ma certo che giocare con una sola punta (e fuori forma, per giunta) rende piuttosto agevole il lavoro delle difese avversarie.

Quando Mauri è in campo insieme a lulic, la capacità di produrre pericoli da parte di Hernanes e Klose resta alta, ma se è il solo tedesco a dover fare reparto, tutto diventa difficilissimo. Ad ogni modo, la Lazio ha interrotto la serie di gol subìti. Il pareggio sono due punti persi per la Juve e uno guadagnato per la Lazio.

Il Napoli, ancora una volta, perde l’occasione di riproporsi come principale avversaria della Juventus e si fa rimontare due gol da un Milan che è solo El Shaarawy più altri dieci. Anzi, altri nove, considerando le papere a ripetizione che il suo portiere, Abbiati, inanella con sconcertante continuità. Il n.1 milanista, che ha fatto perdere la pazienza a Galliani, para ormai come se volesse emulare Dida, tanto per restare in casa Milan. L’esplosione dell’attaccante italo-egiziano, comunque, mitiga in qualche modo sia i rimpianti di Ibrahimovic che i dolori per una classifica che non riesce proprio a diventare tranquillizzante.

La Fiorentina, pure orfana di Jovetic, strapazza l’Atalanta e si porta nella zona altissima della classifica. Gioca bene davvero la squadra di Montella e la campagna acquisti low-cost ha comunque, grazie all’abile lavoro di Pradè, portato giocatori di alta qualità e versatilità, ai quali l’allenatore sa trasmettere perfettamente compiti e ruoli sul campo.  L’ex aereoplanino si guarda bene dal proporre i viola per il ruolo di antagonista della Juve, se non altro per motivi scaramantici.

L’Inter non approfitta del pareggio di Torino e chiude in parità la sfida con il Cagliari. I sardi giocano benissimo e l’Inter trova un Milito che sbaglia tutto quello che può, ma la decisione dell’arbitro (che durante tutta la gara ha avuto due pesi e due misure) di non concedere ad un minuto dalla fine un evidentissimo rigore per fallo su Ranocchia, ipoteca seriamente il risultato e anche la classifica.

A parte Massimo Mauro, che non dimentica mai il suo amore per la Juve che lo ha reso famoso, tutti i commentatori hanno rilevato l’errore arbitrale ai danni dell’Inter. L’Inter ha deciso il silenzio stampa, ritenendo che quanto successo contro la Juventus a Torino (gol irregolare subito e mancata espulsione del terzino bianconero), a Bergamo contro l’Atalanta (con un rigore almeno molto generoso a favore degli orobici) e ieri a Milano, siano anelli di una catena di torti che sembra difficile ritenere ormai casuali.

Senza gli ultimi due errori dei direttori di gara, oggi i nerazzurri sarebbero a meno uno e non a meno quattro dai bianconeri. La sensazione della società nerazzurra è che ogni volta che si creino le possibilità di avvicinare la Juventus,l’Inter non riesca ad approfittarne: forse per demeriti suoi ma certamente anche grazie agli interventi arbitrali che la penalizzano. Si potrà concordare o meno, ma resta il fatto che l’Inter appare comunque stanca e che in assenza di brillantezza fisica da parte dei tre attaccanti e dei centrocampisti, la squadra si allunga e soffre. Che poi Moratti attacchi gli arbitri e risponda la Juventus é stranezza tutta italiana. Ma se fosse vero quanto il presidente dell'Inter ha raccontato, relativamente all'arbitro Giacomelli che alle proteste degli interisti in campo rispondeva "voi dell'Inter dovete stare zitti", allora ben più grave che una stranezza apparirebbe e la questione dev'essere affrontata dall'ufficio indagini. Anche solo per sapere se l'Inter é "voi" chi sarebbe il "noi".

Il Bologna ritrova la vittoria asfaltando il Palermo con un 3 a 0 che non lascia dubbi su quanto visto in campo. Gasperini non trova il bandolo della matassa e i rosanero cominciano a vedere la classifica con ansia e preoccupazione. Ottimo il Catania, invece, che batte anche il Chievo e che, in attesa della partita della Roma, si porta ad un punto dalla Lazio in classifica superando l’Atalanta.

La Sampdoria si aggiudica il derby con il Genoa, mai giocato con posizioni da ultima e penultima. Finisce tre a uno e poteva diventare una goleada senza Frey. Se Ferrara vede ora un raggio di luce, per Del Neri é buio pesto.