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di Fabrizio Casari

Juventus, Napoli, Lazio e Inter vincono, e il campionato procede senza grandi variazioni di rilievo rispetto alla settimana precedente, almeno per quanto riguarda la zona alta della classifica. Anche perché la Fiorentina, bloccata dalla Sampdoria, non coglie l'occasione per affiancare l'inter al terzo posto. La Juventus strapazza il Torino portandosi a casa il derby giocato per la prima volta nella storia in uno stadio di proprietà di una delle due squadre. Troppa Juventus e troppo poco Torino per rendere equilibrata una sfida che già dalla vigilia non sembrava offrire eventualità diverse dall’epilogo avuto.

Da segnalare in positivo quanto visto sul campo: una bella partita e il ritorno ad altissimi livelli di Marchisio. In negativo, invece, va segnalato e deprecato lo schifoso striscione esposto dalla curva bianconera che dileggiava la tragedia di Superga. Bisogna trovarsi al gradino più basso dell’essere umano per pensare ad una frase come quella esposta, scriverla ed esibirla, magari anche ridendoci sopra. E’ la stessa feccia umanoide che espose uno striscione simile ironizzando sulla scomparsa di Giacinto Facchetti, dunque recidiva nello schifo. E che i dirigenti juventini protestino, giustamente, per uno striscione ironico su Pessotto e tacciano però su questi, non gli fa onore. I due pesi e le due misure diverse, con le quali si accarezza il pelo delle frange più stupide del proprio tifo, rendono difficile evidenziare le differenze tra ultras e dirigenti.

L’Inter fatica assai contro il Palermo e porta a casa i tre punti solo grazie ad un autogol. La squadra di Gasperini ha giocato un’ottima partita ma l’assenza di Miccoli non è semplice da sopportare sul piano della pericolosità offensiva, al punto che Handanovic (come del resto è rimasto inoperoso il portiere palermitano) ha dovuto effettuare una sola parata in novanta minuti. Il fatto che poi il Palermo ogni volta che va in svantaggio non riesca più a ribaltare il risultato è questione di carattere oltre che di attacco. Gasperini, dunque, continua a perdere a San Siro come quando allenava l’Inter. Inter che, comunque, resta indietro rispetto a quanto dovrebbe mostrare.

Le polemiche della settimana trascorsa sono state incentrate tutte sulla crisi del rapporto tra Snejider e la società, che ha prodotto un muro contro muro che si rivela controproducente per tutti. Il problema, però, non è risolvibile con Snejider, dal momento che è un regista basso quello che manca. Sebbene il fantasista olandese potrebbe risolvere i problemi di sbocco offensivo in assenza di Cassano, è nel centro del campo il limite preoccupante. Non c’è impostazione della manovra e mancano gli inserimenti verticali. Ma, prima di ogni altro problema di assetto in campo, l’Inter non ha brillantezza fisica: quando il gioco si velocizza va in difficoltà. Il che non sembra poi così strano: in campo dal 2 agosto é la squadra con il numero maggiore di partite giocate e di infortuni subìti. Proprio qui sta la questione: senza ricambi giocano sempre gli stessi e la stanchezza si vede in un campionato dove la qualità sarà anche scarsa, ma il numero di partite tra campionato e coppe é elevato e l’intensità di gioco è notevole.

Anche per questo la maggior parte dei nerazzurri non arriva mai prima degli avversari sul pallone e quasi mai le opzioni di passaggio sono qualcosa di diverso dall’inevitabile scarico al compagno più vicino. Insomma, se aggredita, la squadra patisce oltremodo e sia Zanetti che Cambiasso non tengono il passo degli avversari, costringendo Gargano a correre a perdifiato e, inevitabilmente, sbagliare nell’appoggio. In attesa dei rientri, i tre punti sono una manna.

Trascinata da uno strepitoso Totti, la Roma continua il suo momento positivo e conquista i tre punti a Siena dopo essere stata in svantaggio.  Sembra aver ritrovato ritmo e gol Destro, che aveva patito non poco i primi mesi in giallorosso e che ha realizzato una doppietta alla sua ex-squadra. Terza vittoria consecutiva e un solo gol subìto in tre partite permettono a Zeman di guardare con più fiducia all’ultimo scorcio di girone d’andata.

Una buona Lazio batte il Parma e con la terza vittoria nelle ultime quattro gare tiene aperta la tabella di marcia della squadra, davvero migliorata rispetto allo scorso anno. Biava e Klose firmano la vittoria, ma è Bizzarri, sostituto di Marchetti, che la mette in cassaforte. Errore della terna nel non concedere un rigore al Parma per mano di Klose in area, ma vittoria meritata pur se faticata, visto il secondo tempo in costante difficoltà.

L’Udinese strapazza il Cagliari e il Bologna riesce a battere l’Atalanta portandosi a 14 punti, comunque pochi, affiancando il Palermo. Nell’anticipo il Napoli ha maciullato il Pescara, che ormai termina le partite con le grandi con rovesci di tipo tennistico e il Milan ha avuto ragione del Catania anche grazie agli errori arbitrali, che sommati a quelli contro la Juventus fanno sei punti. Mica poco, no? Pare che l’intenzione di ripartire da parte di Berlusconi abbia effetti e ricadute anche sulla sua squadra. Galliani avrà bisogno di altri due telefonini per ricordare le cappelle dei direttori di gara.