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di redazione

Il Milan doveva andare in Champions League, non importa come. Un po' come l'Imu, che secondo il patròn Silvio Berlusconi va abolita (in quel caso non si sa come...). Sul campo da calcio a fare le spese della legge di Arcore è il già retrocesso Siena, l'ultimo ostacolo fra i rossoneri e l'obiettivo minimo della stagione. I toscani lottano come leoni e chiudono perfino in vantaggio il primo tempo. A Firenze intanto i viola archiviano la pratica Pescara in una mezzoretta (5-1 il risultato finale) e incollano l'orecchio alla radiolina per sentire se ai cugini senesi riesce l'impresa. Niente da fare.

Negli ultimi 10 minuti il Milan ribalta il risultato: il pareggio arriva con un rigore inventato e trasformato da Balotelli, il secondo gol con un rocambolesco doppio tiro di Mexes nell'area piccola. Ma è quel penalty a lasciare con molte perplessità. L'attaccante rossonero viene strattonato, eppure cade quando ormai la sua maglia non si muove più. Pensa anche di sottolineare il tutto con urlo straziante. Se quello è rigore, gli arbitri ne dovrebbero assegnare una mezza dozzina a partita. Prova ne sia che nel primo tempo si era verificato un episodio dello stesso tipo (ma ancor più evidente) a favore del Siena, per mano di Ambrosini. Naturalmente in quel caso l'arbitro - posizionato a tre metri - ha lasciato correre.

A staccare il biglietto per l'Europa League insieme alla Fiorentina è l'Udinese, che travolge a San Siro un'Inter sempre più malconcia. Di Natale & Company trafiggono lo scolapasta della difesa nerazzurra per ben cinque volte. Inutile dire che il gol più bello è firmato da capitan Totò: una pennellata a giro da fuori area. Commovente. Il risultato finale è 5-2.

L'ultimo posto disponibile per l'Europa sarà assegnato la settimana prossima nella finale di Coppa Italia. A contenderselo saranno le due squadre capitoline, che ieri hanno dimostrato due stati di forma ben diversi. La Roma ha scavalcato la Lazio al sesto posto superando 2-1 in casa un Napoli ormai appagato: il gol di Cavani serve solo a mettere la ciliegina sulla torta del capocannoniere di quest'anno. La vittoria va ai giallorossi grazie alla bomba di Marquinho e alla rete del figliol prodigo Mattia Destro.

Sull'altra sponda del Tevere, la Lazio chiude il girone di ritorno come lo ha condotto per la maggior parte degli ultimi mesi, ovvero perdendo. E' probabile che le notizie in arrivo da Milano demoralizzino gli uomini di Petkovic, attenti piuttosto a preservarsi per il derby di fine stagione. Ma i biancazzurri non tirano mai in porta e a un quarto d'ora dalla fine si dimenticano incredibilmente nell'area piccola l'agguerritissimo Dossena, che insacca con facilità di testa.

Alla classifica non servono di certo, ma i gol più belli dell'ultima giornata di Campionato si vedono sul campo del Palermo, già certo di giocare in B l'anno prossimo. A segnarli, purtroppo per i rosanero, è il Parma, che in appena sette minuti si inventa tre perle. La prima con uno schema che ricorda un gol di Zidane in finale di Champions: Gobbi spara al volo sotto l'incrocio da fuori area dopo un passaggio al millimetro su punizione. La seconda con Valdes che sbeffeggia i difensori avversari e dal vertice dell'area la piazza a giro sull'angolo alto opposto. La terza con un contropiede in velocità concluso di potenza da Belfodil. Ai palermitani non resta che cercare di consolarsi di quest'annata da incubo con l'ultima gemma su punizione del loro eroe, Fabrizio Miccoli. Alla fine è 3-1.

Quanto alle altre partite, Torino e Cagliari si impegnano fino all'ultimo e danno vita a una partita davvero combattuta, malgrado le due formazioni avessero esaurito gli obiettivi. Stesso discorso per Atalanta e Chievo. Entrambe le partite si sono chiuse 2-2. Meno emozioni fra Genoa e Bologna, protagoniste del solito 0-0 di fine maggio.