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di redazione

Tra i quattro litiganti, il Parma gode. In un finale di Campionato che sembra scritto da Alfred Hitchcock, i gialloblù conquistano la sesta posizione, l'ultima buona per giocare l'Europa League l'anno prossimo. Decisiva la doppietta del figliol prodigo: dopo le tonnellate di fischi ricevute negli ultimi mesi, Amauri entra dalla panchina e manda ko con due testate il già retrocesso Livorno, che ha la compiacenza di lasciarlo liberissimo due volte nell'area piccola.

Gli emiliani salgono così a 58 punti e beffano di una sola lunghezza il povero Torino, fermato sul 2-2 dalla Fiorentina. Tutta l'amarezza dei granata è nelle lacrime di Alessio Cerci, colpevole di sbagliare il rigore decisivo al 93esimo minuto. Nessuno ricorderà il penalty di Rossi, il pareggio di Larrondo, il primo gol in serie A di tale Rebic e la botta su punizione di Kurtic per il secondo pareggio del Toro. Nessuno ricorderà nemmeno la parata di Rosati. Tutti, purtroppo, ricorderanno soltanto l'errore dal dischetto di Cerci.

E' la tipica ingiustizia infame del calcio, perché il centrocampista di Velletri è stato il migliore in campo della sua squadra domenica sera come per tutta la stagione. I rimpianti dei granata dovrebbero passare anche per i piedi di Immobile, Ciro il Grande, capocannoniere del Campionato, ma colpevolmente assente alla partita decisiva per uno sciocco cartellino rimediato la settimana precedente. 

La delusione domina anche in casa Milan, ma è molto più vicina alla rassegnazione. Per qualche minuto il miracolo sembra possibile: il Toro perde, Amauri non si è ancora ricordato quale sia il suo mestiere, i rossoneri sono incredibilmente qualificati. Poi però tutto cambia e i tifosi del diavolo devono fare i conti con la realtà: l'anno prossimo, per la prima volta nelle ultime 15 stagioni, non vedranno la loro squadra in Europa. Il 2-1 sul Sassuolo è inutile e ha anche il sapore della frustrazione, visto che gli uomini di Seedorf chiudono in nove per le espulsioni rimediate da Mexes e De Sciglio.

La quarta contendente per il sesto posto era il Verona, che però capisce rapidamente che aria tira al San Paolo e abbandona quasi subito i sogni di gloria. Alla fine è 5-1 per gli azzurri, grazie alle doppiette di Zapata e Mertens e alla rete in apertura di Callejon.

Rimedia una sconfitta anche l'Inter, che però, già certa della quinta posizione, sfrutta l'occasione per buttare nella mischia un po' di riserve e di ragazzini. Sui giovani si può lavorare, su Carrizo un po' meno: il secondo portiere nerazzurro spiega a tutti la scarsa fiducia in lui riposta da Mazzarri facendosi bucare ben due volte da Obinna, l'ex di turno, che tira molto forte ma non proprio con la precisione di un chirurgo.

Chiude il quadro della domenica sera l'1-0 casalingo della Lazio sul Verona. Una partita insipida, di quelle che si vedono a fine Campionato fra 22 giocatori che non hanno più alcun motivo per giustificare i propri stipendi. Decide un rigore di Biglia al terzo minuto di recupero.

Quanto alle partite delle 15, non si vede grosso impegno neanche in Catania-Atalanta (2-1) e Genoa-Roma (1-0). Allo Juventus Stadium è invece una passerella per gli uomini di Conte, che sgranocchiano 3-0 il Cagliari e scavallano quota 100 in classifica, arrivando a 102. Mai nessuno come loro in Europa. Dove però i Campionati viaggiano su altri livelli.