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di Fabrizio Casari

Un’Italia intermittente ma come sempre cinica, ha battuto un’Inghilterra davvero poco convincente. E' vero, non c'è stato da stropicciarsi gli occhi per il bel gioco o la velocità, però si giocava in un clima amazzonico pieno di calore e umidità che poco t'invita a correre e la palla doveva rotolare in un campo più adatto ad un incontro tra scapoli e ammogliati che ad una partita del campionato del mondo.

Ma ad ogni modo l'Italia ha giocato bene ed ha meritato di vincere. Attenti al possesso palla, sebbene con un modulo tutt’altro che iper-offensivo gli azzurri sono stati capaci di affondare il colpo nel momento giusto e con il giocatore giusto. Una sola punta di ruolo, Balotelli, con Marchisio dotato di licenza (anzi d'obbligo) d’inserimenti verticali e Candreva che ha mostrato il lavoro vero dell’ala, abbiamo purtroppo patito l’assenza di Chiellini (dirottato a sinistra per cause di forza maggiore) e la conseguente presenza al centro della difesa di Paletta, giocatore davvero modesto che solo una svista di Prandelli può aver immaginato come soluzione migliore di Ranocchia.

Dalle parti di Paletta abbiamo davvero rischiato di subire gol a raffica: saltato, aggirato, anticipato, il difensore di origini argentine ha passato davvero una brutta serata e nulla lascia immaginare un diverso proseguire. Il rientro di De Sciglio sistemerà il pacchetto arretrato e le coronarie

La squadra di Hogson ha cercato di non far ragionare i nostri centrocampisti con una marcatura sia sul portatore di palla che sui suoi possibili appoggi che, nelle intenzioni, doveva essere destinata ad impedire la nascita delle trame di gioco sin dalla nostra difesa. Invece che innervosirsi per una modalità non prevista nello schieramento dell’avversario, l’Italia ha saputo mantenere il controllo della palla e la supremazia a centrocampo grazie alle qualità tecniche di De Rossi, Pirlo, Verratti e Marchisio e alla spinta sulle fasce di Darmian e Candreva.

Un centrocampo di “piedi buoni”, ma che deve dare ancora il meglio di sé, dal momento che Verratti è in qualche modo sacrificato dall’imminenza di Pirlo che gioca a pochi metri da lui. Servirebbe forse un modulo a rombo per esaltarne meglio le caratteristiche, ma ad ogni modo l’Inghilterra è riuscita a metterci in difficoltà solo con la velocità.

Aver cominciato il Mondiale battendo i bianchi della perfida Albione non sarà un risultato storico ma almeno ha il pregio di tirarci fuori da subito dalla partita “dentro o fuori” per il superamento del girone, che toccherà invece a Gran Bretagna e Uruguay, un altro mostro sacro del dio della palla ridicolizzata stavolta dalla sorpresa Costa Rica.

Succede poi che, diversamente da altre edizioni della competizione, non abbiamo patito sin dai primi 90 minuti e la sensazione è che questo mondiale, più di altri, sia stato preparato con cura dal Ct Prandelli.

Sembra presto per esaltarsi o credere in difficili obiettivi, e tuttavia questa squadra ha diverse qualità ed è assemblata in modo da poter offrire diverse possibilità di moduli. Non solo dietro, dove può schierarsi a tre o quattro, ma anche sul piano più generale dell’assetto tattico, disponendo di due ali importanti, utilissime per un 4-4-2, di un centrocampo di qualità, buono per un 4-2-3-1 o per un 4-4-3 o per uno schieramento a rombo, o per un 4-4-1.

E non c’è dubbio che, ove necessario, l’inserimento di Immobile al fianco di Balotelli potrebbe determinare un numero maggiore di soluzioni offensive e dunque una maggiore pericolosità in attacco, così come la presenza contemporanea di Candreva e Cerci sulle due fasce darebbe serie preoccupazioni ad ogni difesa.

In attesa della Costa Rica, che ai nostri occhi ha il pessimo difetto di correre a perdifiato ma l’assoluta insipienza tattica, giunge la conferma che Buffon potrà rientrare solo con l’Uruguay. Sirigu, però, offre tutte le garanzie. L'importante è non sottovalutare nessuno.