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di redazione

La Sampdoria si aggiudica il derby della Lanterna battendo 1-0 il Genoa con un bel sinistro tagliato di Gabbiadini. Il gol è di quelli strani, perché si trattava di un cross talmente ben fatto da impedire l'intervento non solo ai difensori, ma anche agli attaccanti. Il problema è che alcuni blucerchiati erano in fuorigioco, per cui si discuterà all'infinito su chi "contendeva" la palla, su chi ha "dato fastidio a Perin" e sulle varie filosofie legate ai "coni di luce". La sostanza rimane che quel cross è finito in rete e ha portato la Samp a 11 punti, momentaneamente sola in terza posizione aspettando Udinese-Parma (i friulani sono a 9).

L'altra notizia della domenica è il flop delle milanesi. Il più clamoroso è quello dell'Inter, travolta 4-1 dal Cagliari a San Siro in poco più di mezz'ora. Per quante disquisizioni tecnico-tattiche si possano fare sulla presunta lungimiranza di Zeman - alla prima vittoria sulla panchina dei sardi - la débacle dei nerazzurri non si può spiegare se non con una giornata balneare di Vidic e compagni in difesa.

L'espulsione di Nagatomo non ha certo aiutato e, come dice Mazzarri, forse molti erano stanchi a causa dello scarso turn over. Nondimeno lo svedese Ekdal tramanderà come leggenda di famiglia il giorno in cui fece tre gol al Meazza. Da ricordare anche un paio di sgroppate di Ibarbo di una potenza disarmante e l'ennesimo rigore parato da Handanovic, il 19 esimo in A, il secondo in questo campionato. L'Inter rimane a 8 punti, il Cagliare sale a 4, lasciando l'ultimo posto in classifica.

Meno bruciante, ma comunque deludente, il risultato del Milan, che contro il Cesena non va oltre l'1-1, portando a casa il secondo pareggio esterno non proprio di prestigio dopo il 2-2 di Empoli. Anche stavolta i rossoneri vanno in svantaggio, con Succi che insacca su incertezza di Abbiati. Il pareggio porta la firma di Rami, ma poi l'abulia di Torres e la discontinuità di Menez non consentono agli uomini di Inzaghi di trovare il gol vittoria. Il Milan sale a 8 punti e aggancia l'Inter, mentre gli emiliani arrivano a quota 5.

Sorrisi a mezza bocca anche per la Fiorentina, fermata sull'1-1 dal Torino. Fin troppi gol si sono visti, dal momento che nelle prime quattro partite i viola avevano segnato solo una volta e i granata due. Alla fine però ne esce fuori un pari che scontenta tutti, frutto della seconda rete in due partite di Quagliarella (che si è sbloccato definitivamente dopo un anno di digiuno) e del pareggio di Babacar, propiziato meravigliosamente da Bernardeschi, ragazzino della primavera buttato in campo alla cieca da Montella e capace di mandare in porta il compagno al primo pallone toccato.

Chi invece si rianima dopo un periodo nero è il Napoli, vittorioso per 1-0 sul campo del Sassuolo grazie al terzo gol in Campionato di Callejon, imbeccato alla grande dal solito Higuaìn. Il bel gioco dei vecchi tempi è ancora lontano, ma perlomeno gli azzurri recuperano terreno sulle contendenti per l'Europa, arrivando a 9 punti. I neroverdi, invece, non si schiodano da quota 3.

Mentre tutte le altre fanno fatica, le prime della classe continuano con la loro marcia trionfale a punteggio pieno. Negli anticipi di sabato, la Roma soffre per più di un'ora, ma alla fine si sbarazza del Verona con un tiro di Florenzi da lontano e una botta di Destro  da lontanissimo (leggi centrocampo); quanto alla Juve, finché gioca Tevez sembra non essercene per nessuno: l'Apache a Bergamo ne fa due e a chiudere i conti ci pensa la zuccata del neoacquisto Morata, al primo gol in Italia.

Chiude il quadro degli incontri domenicali Chievo-Empoli (rispettivamente a 4 e 3 punti), finita 1-1 in virtù dei gol di Meggiorini (prima rete con la nuova maglia dopo l'addio al Torino) e di Pucciarelli, che era già andato a segno contro il Milan. La partita sarà forse ricordata da qualcuno per uno dei più brutti primi tempi della storia del calcio italiano.