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di redazione

Come rovinare la partita più attesa della Serie A? Basta che l'arbitro perda il controllo della situazione e dia ai giocatori l'impressione di essere insicuro, poco lucido. Purtroppo è esattamente quello che è successo ieri a Rocchi durante Juventus-Roma. Nonostante l'esperienza, il fischietto internazionale a metà primo tempo concede una punizione ai bianconeri per un presunto fallo di mano di Maicon in barriera, ma poi l'assistente gli dice che era dentro l'area, e Rocchi, smarrito, cambia idea: rigore.

Da lì in avanti è lo psicodramma arbitrale. Altri due penalty nel primo tempo: uno alla Roma per fallo di Lichsteiner su Totti (ma la trattenuta è reciproca), un altro alla Juve 20 secondi oltre il termine del recupero per un tocco di Pjanic su Pogba (anche in questo caso non è in area).

In mezzo a tanti tiri dagli undici metri (tutti trasformati, due da Tevez e uno da Totti), il bellissimo gol di Iturbe su taglio in diagonale imbeccato Gervinho. Nella ripresa tante botte, tanti errori, tanto nervosismo. L'unico davvero in palla è Keita, per distacco il migliore in campo. La risolve però Bonucci con un tiro della domenica da fuori area (e con Vidal in fuorigioco davanti a Skorupski che non vede partire il pallone). Rimane il tempo di vedere Rocchi che sbaglia cartellino con Tevez, prima espulso, poi ammonito. Morale della favola: Juve da sola in testa con 18 punti, Roma seconda a 15.

Dietro alle due regine della Serie A, ad appena un punto dai giallorossi, continua l'incredibile marcia della Sampdoria, che sconfigge 1-0 in casa l'Atalanta (in rete Gabbiadini su lancio a tutto campo di Okaka) e supera in classifica l'Udinese. Al Friuli Di Natale e compagni passano in vantaggio con Bruno Fernandes, ma vengono immeritatamente raggiunti al 92esimo dal Cesena grazie a un rigore visionario. Cascione prima si tuffa in area stile Tania Cagnotto, poi trasforma dagli 11 metri. Gli uomini di Stramaccioni perdono il passo Champions e si portano a 13 punti, mentre il Cesena arriva a quota 6.

Un passo sotto l'Udinese, a 11 punti, Milan e Verona viaggiano appaiate in virtù delle rispettive vittorie su Chievo e Cagliari nei due anticipi di giornata. I rossoneri vincono 2-0 a San Siro con una spettacolare ciabattata al volo di Muntari e una punizione vincente di Honda, al quarto gol stagionale. Il Verona ha la meglio di misura sui sardi solo a un minuto dalla fine, con Tachsidis che fa centro da lontano e punisce il suo ex maestro Zeman. 

Il Napoli vince la seconda partita di fila e sale a 10 punti. In serata gli azzurri passano 2-1 in rimonta sul Torino e ritrovano il successo al San Paolo dopo cinque mesi di astinenza. La perla della serata è il gol sensazionale di Quagliarella (stop di petto e tiro al volo in avvitamento da posizione defilata), ma poi i granata scompaiono. I partenopei sbagliano tantissimo e alla fine la buttano dentro nei modi più improbabili: testa di Insigne, scarpata in controbalzo di Callejon, che probabilmente voleva mettere il pallone in mezzo.

A metà classifica prosegue la resurrezione della Lazio, che sale a 9 punti battendo in casa 3-2 il Sassuolo, ancora fermo a quota 3. Partita ricca di emozioni, conclusa 10 contro 10, fra due squadre efficaci in attacco e tremebonde in difesa. Per i biancocelesti a segno Mauri, Djordjevic (quarto gol in una settimana) e Candreva. Gli emiliani ritrovano Berardi, autore di una doppietta e di vari assist sprecati malamente dai compagni. Il 20enne azzurrino è palesemente di un'altra categoria rispetto al resto della sua squadra.

Alla stessa quota della Lazio viaggia la Fiorentina, che nel posticipo travolge l'Inter 3-0 e torna a vincere al Franchi per la prima volta dal 4 aprile scorso. I nerazzurri (8 punti) soccombono sotto i colpi balistici di Babacar e Cuadrado, poi si aprono in due e fanno passare Tomovic per il punto esclamativo finale. Il fatto che consideri Hernanez un'alternativa a Guarin la dice lunga sulla lucidità tattica di Mazzarri. Il fatto che l’Inter sia ferma sulle gambe la dice lunga sul suo staff atletico. Il fatto che in un anno e mezzo di lavoro la squadra peggiora e non sia stato ancora esonerato la dice lunga sulla società.

Otto punti come l'Inter anche per il Genoa, vittorioso all'ultimo respiro sul campo del Parma. Alla prima rete italiana di Perotti risponde il pareggio di petto di Coda. Ma al 93esimo ci pensa Matri a condannare i gialloblu alla terza sconfitta casalinga consecutiva. 

Insieme a Sassuolo e Parma, resta ultimo in classifica con 3 punti anche il Palermo, che dopo lo 0-4 incassato lunedì dalla Lazio vola a Empoli per prenderne altri tre. I toscani passano con Maccarone, Tonelli e Pucciarelli (già al terzo gol in Campionato) e incamerano la prima vittoria della stagione, arrivando a quota 6.