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di redazione

Con un retropassaggio suicida finito tra le fauci di Théréau, Palacio condanna l'Inter alla seconda sconfitta consecutiva. Nella giornata delle rimonte (sei in tutto), l'Udinese vince 2-1 il posticipo di San Siro e si rilancia in classifica a 21 punti, agganciando il Milan e staccando di 4 lunghezze proprio i nerazzurri. Gli uomini di Mancini giocano bene nel primo tempo, non concedono nulla e mettono pressione agli avversari, ma vanno a riposo con un solo gol di vantaggio, siglato da Icardi su imbucata di Guarin. La ripresa ha però un altro volto: l'Inter rallenta vistosamente, imballata a centrocampo e fragile come sempre in difesa, mentre i friulani si svegliano e trovano il pareggio con Bruno Fernandes. La follia del Tenza fa il resto.

Domenica amara anche per i cugini dell'altra metà di Milano, beffati a Marassi da una zuccata vincente dell'ex Antonelli. I rossoneri non hanno abbastanza muscoli per tenere testa alla corazzata Genoa, capace di un'intensità di gioco ormai sconosciuta a quasi tutta la Serie A. Per i rossoblu è il nono risultato utile consecutivo, che vuol dire anche terzo posto solitario con 26 punti.

A farne le spese è il Napoli, che in classifica si vede sorpassare di due lunghezze proprio dal Grifone. E dire che per gli azzurri poteva andare peggio. Al San Paolo, infatti, l'Empoli gioca un'ora di grande calcio: prima passa con Verdi, poi spreca due colossali occasioni, infine raddoppia con Rigoni. Di lì in avanti, però, i toscani scompaiono e i ragazzi di Benitez trovano il pareggio con i gol di Zapata e De Guzman. Proprio l'olandese nel finale si ritrova sui piedi la palla della vittoria, ma la spreca, così come Callejon e Higuaìn, che buttano al vento altri due match point.

I partenopei hanno ora un solo punto di vantaggio sulla Lazio (a quota 23), che sul campo del Parma torna alla vittoria. Anche in questo caso si tratta di una rimonta: al colpo di testa vincente di Palladino (arrivato dopo un gol ingiustamente annullato a Gobbi) i biancazzurri rispondono con il pareggio di Mauri allo scadere del primo tempo e con il primo gol in Serie A di Anderson nella ripresa. Alla fine, per i capitolini è il massimo risultato con il minimo sforzo, vista la scarsa resistenza degli avversari, che con il passare dei minuti si sfaldano mettendo in luce gigantesche lacune tecniche e tattiche. Per gli emiliani, sempre più ultimi con soli 6 punti, è la 12esima sconfitta su 14 partite.

All'altro capo della classifica, Juventus e Roma continuano la loro corsa a tre punti di distanza (rispettivamente 35 e 32). Stavolta però, le prime della classe devono accontentarsi di due pareggi, anche se dal sapore diverso. I bianconeri non vanno oltre lo 0-0 a Firenze, ma recriminano per un rigore non dato su fallo di mano di Pizarro (che però arriva dopo analoghe proteste dei viola per una trattenuta in area di Chiellini su Gomez).

I giallorossi, invece, vengono fermati 2-2 in casa dal Sassuolo, ma tirano un sospiro di sollievo: dopo la doppietta di Zaza e l'espulsione di De Rossi, il punto incamerato grazie ai due gol di Ljajic nel finale vale oro.

In attesa di Cagliari-Chievo e Verona-Sampdoria, completano il quadro della giornata due partite rocambolesche: il 2-2 fra Torino e Palermo, con i siciliani raggiunti due volte (in rete Rigoni, Martinez, Dybala e Glik), e il 3-2 dell'Atalanta sul Cesena, che è la madre delle rimonte di giornata. I romagnoli, infatti, vanno in vantaggio per 2-0 con la bella doppietta del francese Defrel, ma vengono raggiunti e superati dalle reti di Benalouane, Stendardo e Maxi Moralez. Il gol partita arriva su un pasticcio imbarazzante dei difensori Capelli e Leali. Peggiore anche del retropassaggio di Palacio.