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di redazione

Un punto non fa primavera, ma fa notizia. Soprattutto nella Capitale. La Lazio coglie la sua ottava vittoria consecutiva battendo in casa 4-0 l'Empoli (a segno tutto l'attacco biancoceleste: Mauri, Klose, Candreva, Anderson) e supera così in classifica i cugini della Roma, fermati a Torino dall'ennesimo pareggio (1-1 con rigore di Florenzi e tap-in di Maxi Lopez).

La squadra di Pioli sale al secondo posto con 58 punti, contro i 57 dei giallorossi, ma la festa è rovinata da due infortuni eccellenti: Parolo un mese fuori per una frattura a una costola, De Vrij costretto a uscire per una distorsione al ginocchio. E la settimana prossima la Lazio è attesa dalla Juve a Torino, mentre la Roma, impegnata in casa contro l'Atalanta, darà l'assalto per rimettere la testa davanti.

Un altro sorpasso importante andato in scena ieri è quello del Napoli ai danni della Fiorentina, arrivato al termine di uno scontro diretto senza storia. I partenopei battono i viola 3-0 con le reti di Mertens, Hamsik e Callejon, salendo così a 50 punti, un più dei toscani. Gli azzurri si rilanciano nonostante una clamorosa svista arbitrale su Higuaìn (palla oltre la linea dopo la traversa e giudice di porta ancora a fare da spettatore non pagante). La squadra di Montella, invece, fallisce un altro esame di maturità, perdendo malamente un altra partita decisiva in chiave europea dopo lo 0-4 di qualche settimana fa contro la Lazio.

Ma non basta: il Napoli torna addirittura quarto, superando di una lunghezza anche la Sampdoria, che nel posticipo di giornata rimedia un pareggio 1-1 in casa del Milan (a segno Soriano e De Jong).

Oltre alla formazione di Benitez si rilancia anche l'Inter (41 punti), che probabilmente non ha più molto da chiedere a questo Campionato, ma in uno degli anticipi di giornata dà comunque una bella prova d'orgoglio stravincendo fuori casa contro il Verona. Il 3-0 finale porta le firme del solito Icardi, dell'ondivago Palacio e dello sfortunato Moras, autore di un'autorete nel finale. C'è gloria anche per Handanovic, che si conferma ipnotista dagli 11 metri parando un rigore a Toni.

Nella parte bassa della classifica i veneti vengono così avvicinati dall'Atalanta, che sale a 29 punti battendo 2-1 il Sassuolo (35 pt) grazie a una doppietta di Denis. Stavolta non c'è l'acrobata Pinilla, ma non serve: anche el Tanque si esibisce in uno spettacolare gol in rovesciata.

Con questo risultato dei bergamaschi, la zona retrocessione assume ormai dei contorni apparentemente definitivi, a meno di miracoli non pronosticabili. Il Cesena, terzultimo, perde 1-0 contro il Chievo (a segno nel finale con l'immortale Pellissier) e rimane inchiodato a 22 punti, vedendo scappare i gialloblu a quota 35 (altro sorpasso fra cugini, visti i 33 punti del Verona). In penultima posizione rimane il Cagliari, battuto 2-0 dal Genoa con i gol di Niang e Falque, ma anche tormentato da una bella dose di sfortuna (nel primo tempo, sullo 0-0, la squadra di Zeman colpisce tre pali in un quarto d'ora).

L'ultima casella della classifica, nemmeno a dirlo, spetta al Parma, che però conferma di essere diventata tutta un'altra squadra dopo il fallimento della società, che ha evidentemente liberato i giocatori dalle angosce e dalle false speranze degli ultimi mesi. Certo, il risultato non era comunque prevedibile: al Tardini cade nientemeno che la Juve, la capolista, che prima di questa incredibile trasferta aveva qualcosa come 57 punti in più della formazione di Donadoni (ma anche, evidentemente, la testa alla Champions).   

A centro classifica continua lo psicodramma dell'Udinese, travolta al Friuli dal Palermo, che ne fa tre (missile di Lazaar seguito dalle reti di Rigoni e Chochev) e prende anche due pali. Di Natale timbra come sempre il cartellino, ma quest'anno le magie di Totò sembrano non bastare.