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di redazione

Dopo l’imbarcata, il naufragio. Il 6-1 rimediato in Champions contro il Barça porta la Roma sull’orlo di una crisi di nervi e la squadra di Garcia, invece di reagire, cede di schianto. Non si spiega altrimenti il 2-0 inflitto ieri dall’Atalanta ai giallorossi, per giunta sul prato dell’Olimpico (in rete prima Papu Gomez su errore di Digne, poi Denis). Quella dei capitolini è una rottura psicologica che ricorda da vicino la svolta negativa dell’anno scorso, quando il 7-1 incassato dal Bayern Monaco cambiò volto all’intera stagione.

Stavolta, però, Garcia rischia sul serio. La fiducia della società nei suoi confronti sembra agli sgoccioli, soprattutto perché il tecnico francese dà l’impressione di non avere più nulla sotto controllo. L’incredibile arroganza di sbarcare al Camp Nou con la difesa alta (“non sono imbattibili, possiamo farcela”, ipse dixit) si sta ritorcendo contro l’allenatore giallorosso, evidentemente incapace di conciliare le aspettative dell’ambiente e le proprie velleità con il mondo reale. E così Garcia si fa dare una lezione di tattica dal senatore Reja, il tecnico che Totti si permise di irridere quando allenava la Lazio (“è lui l’uomo derby, Reja è il nostro portafortuna…”).

E proprio in casa Lazio non si respira un’aria molto diversa rispetto a quella di Trigoria. Come il suo collega giallorosso, anche Pioli siede su una panchina ormai traballante e non appare in grado di tenere sotto controllo le dinamiche psicologiche nello spogliatoio, prima ancora di quelle tecnico-tattiche sul campo. L’ennesima sconfitta dei biancocelesti in trasferta (0-1 a Empoli) non conta solo per il risultato, ma soprattutto perché dimostra come una gestione disattenta possa sfasciare una buona squadra.

Nemmeno un anno fa i biancocelesti erano una squadra veloce, con un tridente fulminante e un centrocampo solido. Oggi il ritmo di gioco ricorda quello delle partitelle scapoli-ammogliati e gli schemi palla a terra sono scomparsi, sostituiti da una pioggia di lanci lunghi maldestri e inutili. La sensazione è che diversi giocatori stiano già pensando a come imprimere il salto di qualità alla propria carriera lontano da Lotito. Quanto alla classifica, l’ultima sconfitta costa alla Lazio due posizioni in classifica: rimanendo a quota 19 punti i biancocelesti vengono superati di due lunghezze da Atalanta e Torino e scendono al decimo posto in graduatoria.

Di tutt’altro segno il periodo della Juventus, che prosegue nella sua fase di riscatto e di risalita della classifica battendo il Palermo fuori casa. Come contro il Manchester City in Champions League, la vittoria bianconera porta la firma di Mario Mandzukic, che al nono della ripresa insacca su assist di Dybala, il grande ex della serata. Sturaro raddoppia all’89esimo, mentre Zaza segna il definitivo 3-0 con un contropiede in pieno recupero. Con questo successo la squadra di Allegri si porta a 24 punti, ad appena tre lunghezze dalla Roma.

Oggi si giocano i grandi scontri di questo turno: Sassuolo-Fiorentina e Napoli-Inter, in campo rispettivamente alle 19 e alle 21. Chi vincerà lo scontro del San Paolo si aggiudicherà la vetta in solitaria della classifica, mentre in caso di pareggio fra la squadra di Sarri e quella di Mancini i viola potrebbero tornare in testa a pari merito con i nerazzurri.

Chiudono il quadro della quattordicesima giornata le vittorie di Torino e Milan nei due anticipi (2-0 al Bologna e 4-1 alla Sampdoria) e tre risultati a sorpresa nella parte bassa della classifica: Frosinone-Verona 3-2, Chievo-Udinese 2-3 e Genoa-Carpi 1-2.