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Una giornata che doveva essere ricordata per un clamoroso ribaltone in vetta alla classifica passa invece alla storia per una tragedia. Davide Astori, 31 anni, difensore centrale della Nazionale e capitano della Fiorentina, è stato trovato morto domenica mattina. Era nella sua stanza d’albergo a Udine, dove nel pomeriggio sarebbe dovuto scendere in campo per l’incontro tra i viola e i friulani. Lascia una fidanzata e una bambina di due anni.

 

In segno di rispetto per il giocatore e per la famiglia, il commissario della Lega Calcio, Giovani Malagò, ha rinviato tutte le partite in programma domenica. Non solo quelle di Serie A, ma anche i posticipi di B. Una decisione da accogliere positivamente, soprattutto perché in passato - di fronte a situazioni dello stesso tipo - ai vertici del nostro calcio era mancato il coraggio di fare un passo indietro. Stavolta però l’umanità ha prevalso sul fatturato e si è giustamente preso atto che non sempre lo spettacolo deve continuare.

 

“Le parole stanno a zero - ha detto Malagò in conferenza stampa - credo che la decisione sia stata giusta perché il calcio che io penso e voglio è un calcio di valori, di ideali e di condivisione di emozioni. Di rispetto, non solo dell’atleta e dell’uomo. Non ci sono tante situazioni in cui si può dimostrare questo, quindi questa è stata una decisione giusta e doverosa”.

 

Per determinare la causa della morte, il corpo di Astori sarà sottoposto ad autopsia. Secondo il Procuratore capo di Udine, Antonio De Nicolo, “l'idea è che il giocatore sia deceduto per un arresto cardiocircolatorio per cause naturali, anche se è strano che succeda una cosa del genere a un professionista così monitorato e senza segni premonitori”.

 

La Lega chiede però di evitare facili insinuazioni: “Ho avuto modo di confrontarmi con più di un medico – ha continuato Malagò –  e sulla base di queste testimonianze invito a non lasciarsi andare ad alcuna speculazione o illazione. Nessun medico sulla faccia della terra potrà mai dire che c’è un rimedio certo e categorico per ciò che riguarda il rischio di una morte improvvisa”.

 

Nato a in provincia di Bergamo il 7 gennaio del 1987, Astori si era formato nelle giovanili del Milan. Dopo un anno alla Cremonese aveva giocato dal 2008 al 2014 con il Cagliari, per poi disputare una stagione con la Roma ed infine approdare tre anni fa alla Fiorentina, con cui stava per firmare un rinnovo contrattuale fino al 2022. In Nazionale ha giocato 14 partite, segnando un gol.

 

Tutti i presidenti di Serie A si incontreranno oggi per valutare come recuperare il turno. Negli anticipi, la Juve ha superato 1-0 in trasferta la Lazio e la Roma ha battuto contro pronostico 4-2 il Napoli al San Paolo. Se il 14 marzo i bianconeri vinceranno la gara che devono recuperare contro l’Atalanta, torneranno in testa alla classifica. I giallorossi, invece, si sono già ripresi il terzo posto.