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Il Napoli pareggia contro il Torino e sprofonda a -6 dalla Juve, a cui ora basterà mettere a segno uno solo punto nelle ultime due giornate per laurearsi campione d’Italia per la settima volta consecutiva. A sorprendere non è tanto la continuità dei bianconeri (vittoriosi per 3-1 in rimonta sabato sera contro il Bologna), quanto il disfacimento della squadra di Sarri, che ci ha privato sul più bello di un finale di Campionato emozionante.

 

Dopo la trasferta vittoriosa allo Stadium gli azzurri erano a -1: se avessero vinto contro Fiorentina e Torino (partite dalle quali hanno invece ricavato un solo punto) ora potrebbero davvero sperare, perché la Juve è attesa dalla trasferta tutt’altro che semplice contro la Roma. Il Napoli però si è tirato fuori dai giochi da solo, di sicuro non aiutato dalla spacconaggine del suo presidente, come sempre il primo ad abbandonare la nave.

 

 

Le critiche di De Laurentiis a Sarri sono probabilmente fondate: è vero che il tecnico toscano schiera sempre la stessa formazione e questo alla lunga logora le gambe dei giocatori. Tuttavia, la scelta del presidente azzurro di aprire la polemica adesso, sfogandosi con i giornalisti, è stata senz’altro di cattivo gusto. E se a fine campionato Sarri rassegnasse le dimissioni farebbe una gran figura.

 

Per un Campionato ormai chiuso, restano vive la corsa per l’Europa e la lotta per non retrocedere. Per quanto riguarda i posti Champions, la Roma, come previsto, passa di misura e con molta fatica a Cagliari, anche se i sardi avrebbero meritato un risultato diverso e di un arbitro più attento, visto che i rossoblù avrebbero avuto diritto ad un rigore per fallo su Farias a metà secondo tempo. Per la Roma sono comunque 3 punti fondamentali per la chiusura in zona Champions. La Lazio invece non tiene il passo, falcidiata dagli infortuni muscolari (Luis Alberto si aggiunge alla lista) e dalla stanchezza causata dall’aver giocato in Europa fino ad Aprile senza avere una panchina sufficientemente lunga.

 

All’Olimpico i biancocelesti non vanno oltre l’1-1 contro l’Atalanta e devono anche ritenersi soddisfatti, perché nel corso dei 90 minuti sono proprio i bergamaschi ad avere le occasioni migliori (un palo, due parate straordinarie di Strakosha e un salvataggio alla disperata di Bastos).

 

La squadra di Inzaghi vede così ridursi a due punti il margine di vantaggio sull’Inter, reduce da una scampagnata di salute al Friuli, dove i nerazzurri hanno travolto 4-0 quel che resta dell’Udinese. In gol Ranocchia, Rafinha, Icardi e Borja Valero.

 

L’Inter non quindi ha accusato nessun contraccolpo psicologico dopo quanto ha dovuto subire la settimana scorsa da Orsato. Ha approcciato la partita con l’Udinese con grinta, pressing e tecnica di alta qualità. Le assenze di Miranda, D’Ambrosio e Vecino hanno obbligato Spalletti a ridisegnare la squadra ma la partita non ha avuto storia e l’espulsione di Fofana ha ulteriormente accentuato il dominio nerazzurro, sotto la regia di Brozovic e la classe eccelsa di Rafinha. Dominio che avrebbe potuto essere certificato da un numero maggiore di gol, visto che Danilo ha salvato due volte sulla linea di porta, Karamoh nel finale ha colpito una traversa ed è stato negato un rigore evidente sullo stesso Karamoh, trattenuto per la maglia in area mentre si avventava su un cross.

 

Un centrocampo privo di incontristi e tutto tecnico - Brozovic, Borja Valero e Rafinha - ha decisamente messo in luce la qualità dei singoli e della manovra di squadra, trovando solo in Candreva il limite della fase offensiva. Restano ora Sassuolo e Lazio sulla strada per la Champions, che appare comunque in salita.

 

Sul fronte Europa League, importante passo avanti del Milan, che con la vittoria di sabato per 4-1 contro il Verona – oltre a condannare l’Hellas alla retrocessione matematica – sale a 60 punti scavalcando al sesto posto l’Atalanta (ora settima a 59) e mantenendo tre lunghezze sulla Fiorentina (57).

 

I viola restano in corsa grazie a una vittoria rocambolesca in casa del Genoa: Benassi segna nel primo tempo, ma nella ripresa arrivano i gol Rossi e Lapadula, il rosso a Pandev e la rimonta finale della squadra di Pioli con Eysseric e Dabo.

 

In fondo alla classifica, invece, si è formato un ingorgo. Benevento e Verona sono già certe di giocare in B l’anno prossimo, ma per la terzultima posizione sono in lizza ben 5 squadre: Cagliari (33 punti), Chievo, Crotone, Udinese (a pari merito con 34 punti) e Spal (35 punti).

 

Questa situazione si è configurata dopo le due vittorie interne del Chievo sul Crotone (2-1 con gol di Birsa, Stepinski e Tumminello) e della Spal sul Benevento (2-0, in rete Paloschi e Antenucci). Il Crotone è quello che rischia di più nel prossimo match con la Lazio ma tutte hanno un bisogno disperato di punti per rimanere in A.