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Se la Juventus smettesse di giocare in Campionato per 5 settimane avrebbe comunque la certezza di rimanere in testa alla classifica. È questo l’esito dello scontro diretto andato in scena domenica sera al San Paolo: doveva essere il riscatto, perlomeno morale, del Napoli, invece è stato il trionfo definitivo della Signora, che ora ha 16 punti di vantaggio sulla seconda.

 

La partita sembrava chiusa prima dell’intervallo: retropassaggio sbagliato dal Napoli, fallo da ultimo uomo del portiere che viene espulso, Pjanic che trasforma in gol la successiva punizione. Dopo qualche minuto Emre Can, completamente solo in mezzo all’area su azione da calcio d’angolo, raddoppia di testa.

 

 

Nel secondo tempo, però, prima Pjanic si fa espellere, poi all’ora di gioco la difesa bianconera si addormenta, facendo si trafiggere da un inserimento di Callejon: 2-1. Il Napoli ci mette il cuore e nel finale potrebbe raggiungere il pari dal dischetto, ma Insigne manda sul palo il rigore del possibile 2-2.

 

La novità più rilevante della giornata è però il sorpasso del Milan ai danni dell’Inter. I rossoneri salgono a 48 punti, da soli in terza posizione, con il minimo sforzo: a San Siro contro il Sassuolo decide un autogol di Lirola al 35esimo.

 

I cugini nerazzurri scivolano invece in quarta posizione, fermi a 47 punti dopo la sconfitta di sabato per 2-1 contro il Cagliari. A referto Perisic (autogol), Lautaro e Pavoletti. Barella sbaglia un rigore, Martinez colpisce anche un palo. Banti prosegue il lavoro di Abisso e danneggia l'Inter invertendo la punizione del gol del Cagliari e nn espellendo Cigarini dalla metà del primo tempo. In due partite tre punti in meno. La società Inter, evidentemente, non ha un Totti che dice "basta".

 

Alla squadra di Spalletti, però, poteva andare peggio. Se la Roma avesse vinto il derby avrebbe raggiunto i nerazzurri in classifica, ma la stracittadina si è risolta in una debacle per i giallorossi. Orfani di Manolas, gli 11 di Di Francesco hanno prodotto una prestazione difensiva imbarazzante. Male soprattutto Fazio su Correa, che prima offre l’assist a Caicedo per l’1-0, poi subisce il fallo per il rigore del 2-0 trasformato da Immobile. Chiude i conti Cataldi, da fuori, con un tiro su cui Olsen avrebbe dovuto fare di più.

 

I biancocelesti si rialzano così dopo un periodo difficile, ritrovando soprattutto intensità a centrocampo (per una notte Leiva e Milinkovic sono tornati quelli dell’anno scorso) e compattezza in difesa (ottimo Bastos in marcatura, oltre al solito Acerbi).

 

La squadra di Inzaghi - che ha una partita da recuperare, quella con l’Udinese - rimane così appaiata a 41 punti con il Torino, vittorioso per 3-0 in casa col Chievo grazie alle reti di Belotti, Rincon e Zaza. Per i granata è il sesto risultato utile di fila.

 

Subito sotto, a quota 39, insegue la Samp, che passa 2-1 sul campo della Spal con due gol del capitano Quagliarella nel primo tempo. Nella ripresa annullato una rete a Floccari con la Var: alcuni tifosi abbandonano lo stadio per protesta. Nel finale il Kurtic riapre la partita, ma nei 7 minuti di recupero il risultato non cambia più.

Sia la Samp sia l’Atalanta (38 punti) staccano in classifica la Fiorentina (36 pt), sconfitta per 3-1 proprio dai bergamaschi. Viola subito in vantaggio con Muriel, poi i padroni di casa crescono e dilagano. Papu Gomez, Ilicic e Gosens in rete in una partita ricca di emozioni nel segno del ricordo di Astori.

 

In coda, importante vittoria dell’Udinese (25 punti) sul Bologna terzultimo a quota 18. De Paul e Pussetto regalano tre punti fondamentali in ottica salvezza per i friulani. Per i rossoblù, in rete Palacio.

 

L’Empoli sale a +4 dalla zona retrocessione dopo il 3-3 contro il Parma. Partita ricca di emozioni al Castellani con gli emiliani rimontati tre volte dalla squadra di Iachini. Chiude il quadro della giornata il pareggio inutile per 0-0 tra Frosinone (17 pt) e Genoa (30 pt).