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Volevano evitare la sconfitta della Juve e, allo stesso tempo, impedire la vittoria dell’Inter. Non c’è altra spiegazione per la scelta della Lega Calcio di rinviare il derby d’Italia dal primo marzo al 13 maggio. Il coronavirus non c’entra nulla, visto che il governo aveva dato il via libera a far giocare l’incontro domenica sera, a porte chiuse. Lo slittamento è stato deciso dall’associazione delle 20 squadre di Serie A, su pressione della Juventus. Sono state fortissime le pressioni esercitate dal presidente bianconero Andrea Agnelli, che ha parlato con l’ad della Lega, Luigi De Siervo (il quale ha ascoltato tutte e 10 le società che avrebbero dovuto giocare senza pubblico) e, stando ad alcune ricostruzioni, avrebbe fatto leva sul danno d’immagine che un big match a porte chiuse avrebbe arrecato al calcio italiano, con conseguenze negative sul valore dei diritti televisivi, peraltro già sottostimati.

Questa è la versione ufficiale e ovviamente si tratta di un pretesto. E’ lecito invece ritenere che la Juve attraversa un periodo di grave crisi (emblematica la sconfitta con il Lione in Champions League) e giocando domenica sera senza nemmeno il supporto dello Stadium avrebbe quasi certamente perso. Il risultato avrebbe spalancato le porte all’odiata Inter, che, anche grazie a un calendario più semplice da qui alla fine del Campionato, avrebbe avuto buone possibilità di successo. Una prospettiva inaccettabile per la Signora, soprattutto quest’anno che alla guida dei nerazzurri ci sono due ex bianconeri avvelenati come Conte e Marotta.

Di qui la decisione di spostare tutto al 13 maggio. La follia (o meglio, la ratio) di questa scelta è ben riassunta dal calendario che l’Inter dovrà affrontare quel mese: 10 maggio Genoa - Inter; 13 maggio Juventus - Inter; 17 maggio Inter - Napoli; 20 maggio Inter - Sampdoria; 24 maggio Atalanta - Inter. Se nel frattempo la squadra di Conte arrivasse in fondo anche all’Europa League e alla Coppa Italia, i nerazzurri dovranno giocare 9 partite in 24 giorni o, semplicemente, non si saprebbe più quando infilare le partite da recuperare. Anche perché quest’anno ci sono gli Europei, e sforare a giugno non è possibile. Anche per quanto riguarda il campionato, un conto è giocare insieme alle rivali, tutt’altro vederle andare via e doverle rincorrere. Da un punto di vista delle motivazioni cambia completamente l’approccio. Si poteva dunque sospendere tutto il turno o far giocare tutti a porte chiuse, per garantire l'omogenità di condizioni, principio minimo per stabilire la regolarità di una competizione.

Ad alimentare i sospetti peggiori ha contribuito, involontariamente, il presidente della Lega, Paolo Dal Pino. Dopo gli attacchi di Marotta, che ha parlato di “Campionato falsato”, Dal Pino si è prodotto in un’autodifesa a dir poco maldestra: “Venerdì - ha raccontato - l'ad De Siervo e io abbiamo proposto all'Inter di spostare la gara contro la Juventus al lunedì sera per disputarla a porte aperte. L'Inter si è rifiutata categoricamente di scendere in campo: si assuma le sue responsabilità e non parli di sportività e Campionato falsato”.

Ebbene: se si poteva giocare lunedì sera a porte aperte, cosa impediva di farlo domenica sera? Nulla, ovviamente, a meno qualche scienziato non abbia dimostrato che il coronavirus è più pericoloso nei fine settimana. Certo, bisognava convincere il governo: ma anche in caso di rifiuto, non sarebbe stato meglio giocare a porte chiuse e perdere un po’ di appeal agli occhi dei telespettatori internazionali, piuttosto che compromettere la credibilità del Campionato? Tanto più che mercoledì, sempre allo Stadium, si giocherà Juve-Milan di Coppa Italia. Senza tifosi ospiti, però. Eppure domenica i tifosi dell’Atalanta - lombardi come i milanisti e gli interisti - sono andati senza problemi a Lecce. Vuoi vedere che i possibili contagi riguardano solo le partite dell’Inter? Vuoi vedere che l’anno nel quale la Juve non passeggia a piacimento si ritiene di consentire al limite alla Lazio di vincere, ma mai all’odiata rivale nerazzurra? Le sensazioni forti sono quelle di un ritorno agli anni bui, come del resto già evidenziato da Liverani e dallo stesso Gattuso.

Veniamo così al calcio giocato. Fra le partite che si sono giocate, la più spettacolare è stata proprio quella della squadra di Gasperini, capace d’imporsi addirittura per 7-2 sul campo dei pugliesi.  

Intanto, con il 2-0 di sabato sul Bologna (reti di Louis Alberto e Correa), la Lazio si porta momentaneamente in testa alla classifica, con una partita in più rispetto alla Juve e ben due in più dell’Inter.

Vittoria anche per il Napoli, che grazie alle reti di Manolas e Di Francesco vince 2-1 in casa contro il Torino. La Roma rinasce e batte 4 a 3 il Cagliari in una partita al cardiopalma. Tracce di crisi per i sardi che ormai hanno archiviato il periodo di grazia del girone d’andata.