Stampa

Nove volte su dieci, quando una squadra con il bel gioco incontra una squadra con i campioni, la squadra con il bel gioco viene sconfitta. Non è andata così in Italia-Belgio, che ha visto le stelle di Lukaku e di De Bruyne eclissarsi di fronte alla voglia degli azzurri di giocare a calcio insieme.

È vero, sul 2-1 che ci manda in semifinale contro la Spagna ha un peso non secondario la Dea Fortuna, intervenuta a nostro favore sia prima della partita (Eden Hazard fuori per infortunio, De Bruyne non al meglio per un problema alla caviglia) sia durante l'incontro (almeno due occasioni solari mancate dai nostri avversari nella ripresa, di cui una con un salvataggio clamoroso quanto fortuito di Spinazzola su Lukaku).

 

Ma è vero anche che gli azzurri sono stati capaci d'imporsi malgrado un rigore concesso al Belgio con una generosa dose di fantasia (Di Lorenzo viene punito per un normale contrasto spalla contro spalla) e nonostante il grave infortunio di Spinazzola, che poco dopo l'intervento miracoloso su Big Rom si fa male da solo ed è costretto ad abbandonare campo e competizione (sospetta lesione del tendine d'Achille, che richiede almeno cinque-sei mesi di stop).

Sulla carta, gli italiani partivano con un vistoso deficit atletico e muscolare nei confronti dei belgi, che infatti nelle prime fasi della partita riescono a far valere la propria superiorità fisica. Alla fine, però, a fare la differenza sono state le giocate: prima un guizzo straordinario di Barella, capace di dribblare nello stretto e incrociare in porta quasi con un solo gesto; poi la specialità di casa Insigne, conosciuta a Napoli come ’o tir a gir

“Abbiamo meritato di vincere, siamo stati straordinari nel gioco – il commento di Mancini – Abbiamo sofferto solo un po' negli ultimi 10 minuti perché eravamo davvero stanchi. Noi non avevamo un risultato minimo a questi Europei, eravamo partiti per fare il massimo e comunque la strada è ancora lunga: mancano due partite, vedremo cosa accadrà. Ora godiamoci la vittoria, complimenti ai ragazzi che sono stati davvero bravi, bisognerà recuperare le energie per la Spagna, ma stiamo facendo molto bene”.

Quanto alle singole prestazioni, contro il Belgio spiccano quelle di Donnarumma e di Chiellini, bravi ad arginare l’esuberanza di Lukaku, che al momento è probabilmente l’attaccante più forte al mondo.

A centrocampo, oltre all’exploit di Barella, vanno segnalate anche l’intensità di Verratti, capace di recuperare davvero tanti palloni, e le geometrie di Jorginho, che distribuisce gioco come nessun altro in casa azzurra.

Unicche note negative della serata sono l'infortunio (serissimo) di Spinazzola e la prestazione di Immobile, che non tira mai in porta e sbaglia tutte le sponde, compresi gli appoggi più semplici.

Ora la testa va alla semifinale di martedì contro la Spagna, che sarà una partita completamente diversa, meno fisica e più tecnica. Quella che Louis Enrique sta portando avanti è una vasta operazione di ricambio generazionale, che prevede l’innesto di vari giovani di talento intorno ad alcuni senatori (Morata, Koke, Busquez). Al tempo stesso, però, il modello di calcio è lo stesso degli anni passati: tanto possesso, riconquista alta del pallone, gioco rapido palla a terra. Sarà uno scontro fra due Paesi che, ognuno a suo modo, stanno attraversando una sorta di rinascimento calcistico.