di Roberta Folatti

Un Donne in versione libanese


Il film dell’attrice-regista libanese Nadine Labaki è molto casto rispetto a ciò che siamo abituati a vedere nelle pellicole “occidentali”, non c’è una sola scena di sesso e forse nemmeno un vero bacio, e malgrado (o grazie a) questo è attraversato da una sensualità prorompente. Siamo a Beirut, tutti i personaggi principali lavorano o gravitano attorno a un centro estetico/salone di parrucchiere, ognuna di loro ha un volto e una bellezza particolari ed emana una grande energia vitale.

di Roberta Folatti

La mafia russa nel cuore di Londra

Compatto, dalla trama quasi lineare, un solo personaggio veramente crudele, mellifluo, traditore. La promessa dell’assassino non gioca sulla complessità della storia, ma sulla densità delle atmosfere, sull’emergere dei caratteri, sull’agitarsi interiore di emozioni e desideri contrastanti. Emozioni compresse che esplodono in improvvisi accessi di violenza o che seguono sentieri sotterranei, inquietanti, pericolosi. Tutto in una Londra fotografata benissimo, con luci livide, a tratti argentee, che trasmettono l’idea di una città corrosa dal crimine ma anche foriera di opportunità e di nuovi inizi.

di Roberta Folatti

Donne che si perdono, donne che si ritrovano

Il mare di Tel Aviv fa da testimone a impercettibili cambiamenti, calmo e fluessuoso sembra suggerire la giusta direzione. E’ un film molto visivo Meduse, alcune inquadrature sono veri e propri quadri, fotografie piene di simboli. La regia è di due esordienti Etgar Keret e Shira Geffen, marito e moglie che solitamente gravitano attorno al mondo della letteratura. Lui ha pubblicato dei racconti brevi, malinconici e vagamente surreali, che hanno avuto molto successo in Israele e rispecchiano la struttura di questo film particolare. Lei è l’autrice della sceneggiatura.

di Roberta Folatti

Quant’è riposante un film di Pieraccioni

Lo confesso, non sono un’esperta della cosiddetta commedia all’italiana, quella degli ultimi decenni, e nemmeno conosco l’opera omnia di Leonardo Pieraccioni. Credo di aver guardato distrattamente in tv “Il Ciclone”, ma non è che mi sia rimasto impresso. So che il regista/attore toscano fa ruotare le sue storie attorno alla bellissima di turno, mi ricordo di una certa Lorena Forteza lanciata da “Il ciclone” e poi entrata in crisi per eccesso di pressione mediatica.

di Roberta Folatti

Figli irriconoscibili

Racconta la Bibbia che nella valle di Elah il giovane e inerme Davide venne mandato a combattere contro Golia, ai giorni nostri molti ragazzi si ritrovano su fronti caldi in Iraq, Afganisthan, Bosnia, del tutto impreparati a ciò che li aspetta. Ma mentre Davide, vicendo la paura e usando solo la sua fionda, riuscì ad abbattere il gigante, le guerre odierne sono così sporche da intorbidire le menti dei giovani soldati, lasciati soli, senza punti di riferimento, prigionieri degli orrori a cui assistono quotidianamente. E a cui sono costretti a partecipare.


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