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di Roberta Folatti

La famiglia, parafulmine di tutte le contraddizioni

E’ uno psicodrammma che vira in commedia l’ultimo film di Arnaud Desplechin. Uno scavo denso che apre spiragli, addensa ombre, dà corpo a fantasmi. Una radiografia spietata ma anche ironicamente divertita di sentimenti ed emozioni, del non detto di una famiglia della media borghesia francese, i Vuillard. Gli anziani genitori, i figli, i compagni dei figli e i nipoti si ritrovano per il pranzo di Natale, dopo anni in cui questo non era stato possibile perchè la figlia maggiore aveva bandito dalla famiglia uno dei fratelli. Tutti si erano adeguati a questo diktat pur non capendone la ragione profonda. Si dava semplicemente per assodato che tra Elizabeth e Henri scorresse più odio che altri sentimenti.

Lei è perennemente depressa, sente dentro un senso di lutto che forse risale alle perdita del fratello Joseph, all’età di sei anni, per una malattia genetica. Lui, il terzogenito, era stato messo al mondo per salvare il fratellino ma il suo midollo si era rivelato incompatibile per il trapianto. Questa incompatibilità è diventata affettiva, e il povero Henri crescendo ha assunto il ruolo di pecora nera della famiglia, poco amato e scapestrato al punto da non meritare amore. Oltre a sua sorella Elizabeth è soprattutto sua madre Junon, una giunonica Catherine Deneuve, ad avergli sempre negato l’amore in una sorta di muto, perenne rimprovero per essersi rivelato inadatto a salvare il fratellino malato. Ma la situazione si ribalta, come spesso succede anche nella vita reale: Junon si scopre affetta dalla stessa maligna forma di leucemia che aveva ucciso il piccolo Joseph e sarà il “buono a nulla” Henri - questa volta compatibile – a donare il midollo che forse guarirà sua madre. Potrebbe anche ucciderla però...

Racconto di Natale è un sovraccarico, ridondante spaccato di vita familiare, un intreccio complicato di rancori, emozioni mai rivelate, dubbi a lungo custoditi, friabili speranze, grandi infelicità usate come alibi e armi per ferire. Cene e pranzi si consumano in silenzio perchè le cose non dette si frappongono come macigni tra un commensale e l’altro. Pesanti provocazioni e improvvisi scoppi d’ira rannuvolano l’orizzonte, ricordando a tutti che la famiglia è il luogo meno rassicurante che esista. Desplechin, accanto alle vicende dei personaggi principali, sviluppa intricate storie secondarie, che forse a tratti gli sfuggono di mano.

Come il lupo che si aggira in cantina, leggenda raccontata ai bambini, alla quale i grandi non rinunciano a credere, nella famiglia Vuillard aleggiano fantasmi ma anche un solido senso dell’ironia, di cui fa sfoggio soprattutto il patriarca Abel, che affronta la malattia della moglie con complicati calcoli statistici. Una strampalata compagnia di personaggi, alcuni forse un po’ troppo letterari, vivacizza il racconto di Natale di Desplechin, riempiendo due ore e mezza del nostro tempo. E’ richiesto uno sforzo d’attenzione ma si esce dal cinema soddisfatti.

Racconto di Natale (Francia, 2008)
Regia: Arnaud Desplechin
Sceneggiatura: Arnaud Desplechin, Emmanuel Bourdieu
Fotografia: Eric Gautier
Cast: Catherine Deneuve, Jean-Paul Roussillon, Chiara Mastroianni, Mathieu Amalric, Hippolyte Girardot
Distribuzione: Bim