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di Roberta Folatti

Due film paralleli, per certi versi simili, che affrontano entrambi il tema della mafia.
Uno, In un altro paese di Marco Turco, parte dal libro del giornalista americano Alexander Stille, quindi da uno sguardo esterno sulle vicende italiane, indagate e rilette con l'oggettività di chi si avvicina per capire.
L'altro, Il fantasma di Corleone di Marco Amenta, è incentrato sulla caccia al latitante più imprendibile della storia d'Italia, Bernardo Provenzano, catturato grazie al lavoro di persone come Giuseppe Linares, capo della mobile di Trapani, che diventa la figura centrale del film, l'eroe positivo (e alla fine vincente) da contrapporre alla legge dell'omertà e della violenza imposta dalla mafia. A parte le inchieste televisive di Carlo Lucarelli, da qualche anno il tema della mafia era un po' uscito dall'attenzione dei mass media, come se non parlarne equivalesse a convincerci che il problema non esiste più. Certo nell'Italia culturalmente appiattita di questo periodo non dev'essere stato facile trovare finanziamenti e distributori per due film che, quantomeno, spingono a porsi delle domande. Sui rapporti tra mafia e politica, sulle coperture della società "bene" siciliana che hanno permesso a Provenzano di sfuggire ripetutamente alla cattura.

Come ci racconta Marco Turco, loro i soldi sono dovuti andare a cercarli all'estero: "La BBC, France2 e altre realtà europee hanno finanziato il progetto, in seguito è intervenuta Rai3 mettendo a disposizione il materiale di repertorio. Se tra i produttori italiani c'è stata totale sordità, invece abbiamo trovato grande disponibilità da parte della città di Palermo e dei magistrati colleghi di Falcone e Borsellino, anche se all'inizio erano un poco diffidenti. Avevano dei sospetti verso i mass media, ma le nostre erano più racconti che interviste giornalistiche. Sono durate giornate intere e alla fine ci siamo ritrovati con ottanta ore di girato e cento di materiale di repertorio. Difficilissima e dolorosa la scelta in fase di montaggio."
Alla base del film la convinzione che in un altro paese uomini come Falcone e Borsellino - che erano riusciti a mettere in piedi un evento storico come il maxiprocesso di Palermo che vide condannati all'ergastolo boss di enorme calibro - non sarebbero stati abbandonati dallo Stato. Anzi sarebbero stati trattati come eroi da vivi e non dopo la loro morte. Una morte che seguendo le indagini di Stille appare inevitabile, viste le ambiguità e i coni d'ombra che contraddistinsero i comportamenti delle istituzioni in quel periodo.

Accanto alla figura di Stille, nel film di Turco c'è anche quella di Letizia Battaglia, fotografa di nera, che alterna alcuni dei suoi scatti più drammatici al racconto del suo disagio a vivere nella Palermo di oggi, una città che sembra rinnovare le sue contiguità con la mafia.
Il fantasma di Corleone è uscito nelle sale pochi giorni prima della cattura di Provenzano e, guardandolo, si è avvolti da uno strano senso di liberazione, come se una cappa di oscurità fosse stata finalmente squarciata. Questa sensazione si affianca alla grande ammirazione per il pool creato da Giuseppe Linares e per la sua figura in particolare: giovane, determinato, conscio dei rischi che sta correndo (insieme alla sua blindatissima famiglia) ma capace di ironia, perché saper sdrammatizzare è un valore aggiunto non indifferente. Dense di significato sono anche le parole di Roberto Scarpinato, memoria storica della battaglia contro la mafia, il quale dice che bisogna cominciare a considerare Provenzano come uno di noi. "La società civile è intrisa di mafia - aggiunge il regista del film - e ultimamente abbiamo assistito ad arresti di pezzi importanti dell'apparato investigativo dello Stato". Per non parlare delle coperture "borghesi" che facilitavano la latitanza di Provenzano, medici, avvocati, imprenditori, i cui nomi vengono a galla man mano che l'indagine si approfondisce.
Sia Turco che Amenta stanno provando a realizzare altri progetti di forte impegno civile: il primo gira una storia d'amore tra immigrati, il secondo la versione cinematografica del suo documentario Diario di una siciliana ribelle, sulla collaboratrice di giustizia Rita Adria, morta suicida una settimana dopo la strage di via D'Amelio. Lavorano con grossi problemi di budget perché, si sa, in Italia trovare finanziamenti per progetti di qualità è sempre una fatica.


IN UN ALTRO PAESE
regia di MARCO TURCO
prodotto da VANIA DEL BORGO
in collaborazione con ALEXANDER STILLE
voce FABRIZIO GIFUNI
una produzione DOCLAB
RADIOTELEVISIONE ITALIANA - RAI TRE
con la partecipazione di FRANCE 2
in associazione con ARTLINE FILMS
BBC Storyville, YLE Teema, Sveriges Television, SBS TV Australia
Disponibile in Dvd

IL FANTASMA DI CORLEONE
Regia: Marco Amenta
Sceneggiatura: Andrea Purgatori, Marco Amenta
Fotografia: Fabio Cianchetti
Musiche: Paolo Buonvino
Produzione: Eurofilm
Distribuzione: Pablo
Disponibile in Dvd